Giunti al quarto disco di inediti in meno di dieci anni di attività discografica, il quartetto del Mid-West torna con questo Indestructible, album che sicuramente dividerà nei prossimi mesi i fan più incalliti di questa ottima band americana.
Se da un lato è vero che la proposta è ancora una volta parzialmente “alleggerita” in favore di un sempre maggior numero di refrain orecchiabili ed antemici, è altrettanto vero che la durezza, malignità e la cupezza di fondo è rimasta intatta ed inalterata rispetto ai primi passi mossi dalla band nel music business, nonostante una produzione sempre più calibrata è pulita, versata a rendere il prodotto più accessibile. Testimonia bene la title track posta in apertura oppure la bellissima “Inside The Fire”, primo singolo estratto dalla raccolta (assolutamente da vedere il videoclip censurato in Italia, con la band che promuove la campagna contro il suicidio). Anche le successive “Deceiver” e “The Night” sono ottimi pezzi che vanno a comporre un quartetto iniziale inossidabile, con la splendida voce del glabro David Draiman (tra le migliori del rock statunitense degli ultimi anni) che fa da perfetto collante alle ritmiche serrate, convulse e precise di Donegan e del nuovo arrivato Moyer, mentre la chitarra di Dan Donegan emette sempre il solito rifferama incendiario e roccioso. Indistruttibili, appunto. Si continua a spingere l’acceleratore sonoro con “Perfect Insanity”, mentre l’anima della band esce fuori in pezzi più atmosferici come “Haunted”, che parte sotto i colpi incessanti di batteria e chitarra per poi sviscerarsi in un ritornello dal retrogusto post-grunge. Dopo il furore sonoro della prima metà della raccolta pero, il tutto si affievolisce parzialmente in una serie di pezzi leggermente meno coinvolgenti, come la schizzata “The Curse” oppure “Torn”, che ricorda troppo le ballate di porcellana degli Stand o Puddle Of Mudd (molto meglio però con la conclusiva “Façade”). Alla fine Indestuctible si presenta come un disco più che buono che conferma l’ottima verve dei Disturbed, che continuano con sana coerenza il proprio percorso artistico alla ricerca della definitiva maturità compositiva, quasi raggiunta con questa uscita. Se in futuro le parti di batteria risulteranno più varie ed anche la qualità media dei pezzi sarà più costante, non faremo fatica ad eleggerli tra gli indiscussi padroni della scena nu-metal. Molto bene lo stesso. 73/100
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David Draiman: Voce Anno: 2008 |