Home Recensioni Album Ilaria Biagini - L'arte di baciare

Ilaria Biagini
L'arte di baciare

Gli omaggi nei confronti di artisti che hanno ispirato la nostra vita, la nostra musica, sono di per sé un atto di riconoscenza. Lo sono ancor di più se sono particolarmente originali e belli e l'EP di Ilaria Biagini, "L'arte di baciare", lo è. Sarebbe facile liquidare questo tributo - putroppo breve, lo dobbiamo dire - semplicemente come un atto di riconoscenza nei confronti di un artista, Roberto Vecchioni, di cui Ilaria Biagini ha stima professionale e personale, ma "L'arte di baciare" è un piccolo gioiellino che racchiude quattro brani originariamente scritti dal professore, più un brano, che dà il titolo al progetto, composto dalla stessa musicista e cantante. Ilaria è innanzitutto una polistrumentista; suona fisarmonica, flauto traverso, pianoforte, sax soprano e tenore. Non solo, ma è anche un'interprete dotata di una straordinaria sensibilità vocale, tanto che è riuscita a conferire particolare pathos ai brani composti da Roberto Vecchioni, con arrangiamenti sorprendentemente freschi e originali, in cui l'originaria vena folk-cantautorale ben si amalgama con l'attitudine jazz dell'artista lucchese. "Canzone per Alda Merini" dall'album "Sogna ragazzo sogna" (1999), apre il progetto e denota da subito un particolare coinvolgimento emotivo. Qui il flauto traverso accompagna con grazia la melodia e i versi lirici dedicati alla grande poetessa. Ilaria ha scelto con passione quattro tra i brani più impegnati - se non più rappresentativi - del noto cantautore. "Cappuccio rosso" (tratta dall'album "L'infinito" del 2018) difatti è dedicata ad Ayse Deniz Karacagil, giovane partigiana curda uccisa in guerra dalle truppe dell'Isis. Le altre due interpretazioni si riferiscono a "Il cielo capovolto (Ultimo canto di Saffo)" (dall'omonimo album del 1995) e "La bellezza (Gustav e Tadzio)", dall'album del 2002 "Il lanciatore di coltelli". Due dolci, suggestivi episodi, che inavvertitamente e in maniera indipendente, toccano in parte temi legati all'universo LGBT (quest'ultimo brano celebra l'amore universale , ispirato a Roberto Vecchioni dal romanzo breve "La morte a Venezia" di Thomas Mann). Abbiamo lasciato per ultimo il brano originale composto dalla stessa Ilaria e dal chitarrista Alessandro Tasciatti che ne ha firmato il testo. Una dolce ballata che narra il malinconico epilogo di una storia d'amore. Davvero un peccato non aver aggiunto qualche brano in più ad un progetto che si rivela affascinante, ben strutturato, suonato e ben registrato. Di questa musicista e compositrice (che ha collaborato fra l'altro con Gianni Morandi, Mauro Pagani, Lucio Fabbri, Paolo Vallesi e Beppe D'Onghia) e di questo omaggio, il professore afferma: "Ilaria, musicista 'vera', e per vero intendo totale, una cioè che volteggia tra i cosiddetti 'generi' che poi non esistono, coglie il cuore di questa infinitesima differenza, tra un poetare maschile, cioè storico e culturale ed un altro naturale e rivoluzionario che è tipico di chi aspetta, non comanda, soffre in silenzio, è messa in disparte, (….) L’arte è sconvolgimento, provocazione, ribellione: alle donne non può venir concesso di coltivarla, pena l’instabilità emotiva e la perdita di potere per i maschi. (…) Le sono grato, le siamo tutti grati per questa inconsapevole lezione (…) di stile e per aver imparato che non sempre un grande musicista è anche un grande uomo, ma che una grande musicista è necessariamente una grande donna".




Ilaria Biagini: Voce, Cori, Fisarmonica, Flauto traverso, Sax soprano
Daniele Pacchini: Chitarra acustica ed elettrica
Ugo Bongianni: Pianoforte e tastiere
Adrian Fioramonti: Chitarra classica

Anno: 2024
Label: UDB/Carousel Records
Genere: cantautorato


Tracklist:

01. Canzone per Alda Merini (R.Vecchioni/M.Paoluzzi)
02. Cappuccio rosso (R.Vecchioni)
03. L'arte di baciare (I.Biagini/A.Trasciatti)
04. Il cielo capovolto (Ultimo canto di Saffo) (R.Vecchioni)
05. La Bellezza (Gustav e Tadzio) (R.Vecchioni)



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