Compie 20 anni Band’Union, il quartetto composto da Marcello Peghìn (chitarra 10 corde), Felice Del Gaudio (contrabbasso), Alfredo Laviano (percussioni) e Daniele di Bonaventura (bandoneon).
Dopo la sorpresa de “Canto alla Terra” (2005, Dodicilune), lo splendido “Nadir” (2013, disco per Tuk Music a firma Daniele di Bonaventura suddiviso in due parti, di cui la prima per l’appunto con Band’Union e la seconda che vede il compositore marchigiano al pianoforte, supportato dal contrabbassista moscovita Yuri Goloubev e dal batterista Umberto “Gandhi” Trombetta), “Band’Union Live” (2016, autoprodotto) e l’altrettanto magico “Garofani rossi” (uscito nel 2019 sempre per Tuk Music), nato con l’idea di raccogliere i canti e le musiche della resistenza e delle rivoluzioni del mondo (dalle nostrane “Bella Ciao” e “Il canto dei lavoratori” a “Hasta siempre Comandante”, “El pueblo unido jamàs serà vencido”, “L’internazionale”, ecc.), è la volta di “Italia Folksongs”. Band’Union nasce innanzi tutto da un’amicizia e riunisce musicisti di grande caratura nonché sensibilità artistica e umana; un quartetto consolidato che ha girato i palchi europei e italiani, proponendo una ricetta sonora in cui si incontrano e si amalgamano etnica, jazz e world music; musica lontana - per ammissione degli stessi autori – da qualsiasi manierismo e, piuttosto, vicina alle radici popolari e al “sentire umano” della musica, con il fine di toccare quanto più possibile, il cuore dell’ascoltatore. La collaborazione tra Daniele di Bonaventura e Alfredo Laviano è più che ventennale e risale ai tempi del disco di Marcello Sebastiani “Suite & Songs” (1996), così come quella con Marcello Peghin, nata dall’incontro con un altro illustre musicista sardo, Enzo Favata, con cui entrambi registrarono “Voyage en Sardaigne” nel 1998 nonché, l’anno successivo, “Atlantico”. Questo nuovo lavoro, “Italia Folksongs”, nasce nell’intento di proporre un suggestivo viaggio musicale nelle sonorità del nostro paese, in cui la tradizione di melodie e dialetti sono proposte e rielaborate in maniera accurata (ma assolutamente filologica), con i colori che questi musicisti avvezzi al jazz sanno quindi apportare con originalità, senza però perdere di vista il senso profondo popolare del sapore nostrano e che in tal modo ravviva invece l’anima. A denotare maggiormente l’impianto sonoro di questo album, già di per sé emozionante, è il coinvolgimento di Ilaria Pilar Patassini, interprete, cantautrice e performer romana da sempre vicina alla world music, al folk e più in generale ai movimenti multiculturali; ha all’attivo quattro album a suo nome e diverse collaborazioni discografiche. Si dice che la sua formazione sia al contempo randagia e accademica, nonché affiliata carbonara delle isole e del mare. Come lei stessa afferma nel video promozionale, questo lavoro è un’occasione di portare dal vivo e in studio brani della tradizione popolare italiana, alcuni poco conosciuti e altri invece noti, ma rielaborati in maniera nuova, partendo da e rinnovando le nostre radici. Un viaggio musicale che attraversa la nostra penisola da nord a sud, dal Veneto (“E mi me ne so’ ‘ndao”), passando a ovest per il Piemonte (“A l’umbrëta dël büssun”, in dialetto provenzale tipico delle valli al confine con la Francia), la Liguria (“Lanterna de Zena”), scendendo poi in centro nelle Marche (“Saltarello”, tipico ballo di corteggiamento antecedente al XVII secolo), il Lazio (“La serenata”, canzone d’amore romanesca basata su un sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli e musicata da Alessandro Parisotti), l’Abruzzo (il famosissimo e omnipresente “Vola vola vola”), la Campania (“Varca lucente”), la Basilicata (“O cupi cupi”, canto tipico legato al carnevale dove lo strumento principale è il cupa cupa), la Sardegna (“Ave Maria” o “Deus ti salvet Maria”, tra i canti più eseguiti nell’isola ma poco noto oltre i suoi confini, il cui testo è attribuito al padre gesuita Innocenzo Innocenzi, e risalente ai XVII secolo), fino alla Sicilia (con la famosissima “Vtti ‘na crozza”, canto che tratta del faticosissimo lavoro sofferente nelle Zolfare). Dieci brani per altrettante regioni, interpretati da una cantante versatile, avvezza ad adattarsi con naturalezza e passione ai diversi dialetti e accompagnata dagli arrangiamenti curati dalla Band’Union, che conferiscono appieno originalità e intensità emotiva alle nostre tradizioni e alle nostre musiche senza tempo. Nella speranza che a questo episodio segua presto un altro capitolo a colmare le restanti regioni del Bel paese.
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Ilaria Pilar Patassini: voce Daniele di Bonaventura: bandoneon Marcello Peghin: chitarra 10 corde Felice Del Gaudio: contrabbasso Alfredo Laviano: percussioni
Data: 17/02/2023 Label: Visage Music s.a.s. Genere: etnica, folk, world music, jazz
1. Varca Lucente 2. A l'umbrèta del bussun (o La Beroera) 3. Ave Maria (o Deus Ti Salvet Maria) 4. Vola vola vola 5. Lanterna de Zena 6. La Serenata 7. O cupi cupi 8. Vitti 'na crozza 9. Saltarello 10. E mi me ne so' 'ndao
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