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Alessandro Papotto (Banco del Mutuo Soccorso)

Alessandro Papotto è un musicista poliedrico e versatile, conosciuto ai più non solo per la sua militanza pluridecennale nel Banco del Mutuo Soccorso, ma anche e soprattutto per aver fondato il gruppo Periferia Del Mondo e per la sua partecipazione a innumerevoli progetti tanto inusuali quanto accattivanti facenti parte di almeno tre realtà musicali: rock, jazz e musica classica.

ALESSANDRO PAPOTTO
Contatti

- A&B -
Parliamo innanzitutto del tuo gruppo principale, la Periferia Del Mondo. Risale a qualche anno fa il vostro ingresso nella scuderia della Aereostella, label che oltre a pubblicare il vostro ultimo album, vi ha permesso di partecipare alla prima edizione del prestigioso Prog Exhibition. Facciamo il punto di quello che è successo nel frattempo e di ciò che ci riserva il futuro?
- Alessandro Papotto -
Periferia Del Mondo è un progetto nato nel 1994 e ancora oggi attivo dopo venti anni di lavoro. La passione che io e i miei amici abbiamo dedicato a questa band non sempre ha avuto come riscontro dei risultati soddisfacenti. Però posso dire con convinzione che l'apertura della seconda serata alla prima edizione assoluta del Prog Exhibition (qui la relativa recensione - ndR), ci ha dato una grande carica e una forza notevole, tanto che il periodo di stanca seguito alla pubblicazione del nostro terzo disco con Electromantic, si è trasformato in un periodo di grande creatività sfociato nella pubblicazione di "Nel regno dei ciechi" per la Aereostella (qui la recensione - ndR). Ricordo molto bene l'emozione provata alle prime note di synth de "L'infedele" quella sera, e la gioia nel vedere la gente accorrere e riempire l'enorme Tendastrisce di Roma per ascoltarci. Dopo quella meravigliosa serata condivisa con il Banco, con la PFM, e con tanti altri mostri sacri del Progressive, Iaia De Capitani ci ha dato coraggio e ci ha spronato a continuare a scrivere. Inoltre Franz Di Cioccio ci ha supportato dandoci alcuni preziosi consigli sui nuovi brani.

- A&B -
Come sono andate le vendite del vostro ultimo album?
- Alessandro Papotto -
"Nel regno dei ciechi" è un disco di cui siamo orgogliosi, un album che si discosta molto dai lavori precedenti, dove abbiamo dato maggiore spazio al Rock, quello sanguigno e passionale, a scapito delle geometrie progressive presenti nei nostri primi lavori. Nel frattempo abbiamo suonato questi nuovi pezzi ogni volta che ci è stato possibile, vestendoli a volte anche con una inusuale chiave acustica, con il pianoforte al posto delle tastiere e le percussioni al posto della batteria. È un disco che sancisce il nostro ingresso sul grande mercato editoriale e anche su iTunes e altre piattaforme digitali. Le vendite purtroppo sono state un po' al di sotto delle nostre aspettative però noi non perdiamo le speranze, anche perché questi dischi hanno a volte degli exploit di vendite dopo molto tempo dalla pubblicazione. Restiamo fiduciosi e vediamo cosa succede.

- A&B -
A quando il prossimo lavoro?
- Alessandro Papotto -
Ora stiamo scrivendo alcuni nuovi brani e siamo in attesa di ricevere nuove opportunità di lavoro. Nel futuro, a breve, suoneremo al Teatro Arciliuto di Roma il 23 Marzo 2015 e poi faremo un concerto in un altro teatro romano. Sarà un concerto che verrà registrato in formato audio e video per la prossima pubblicazione di un dvd, un concerto in cui ripercorreremo le tappe dei nostri venti anni di attività.

- A&B -
Passando ad altri tuoi impegni musicali, hai lavorato nel mondo delle colonne sonore per cinema e televisione, fornendo la tua opera nella serie televisiva La Omicidi (2004), nei film di Paolo Virzì Caterina va in città (2003) e La prima cosa bella (2010), nel lungometraggio Un giorno di lavoro (2011). Ti vedremo ancora alle prese con le musiche per film? E' una realtà che ti soddisfa al pari della tua attività di musicista prog e jazz?
- Alessandro Papotto -
Pochi giorni fa ho finito di registrare alcune parti di clarinetto delle musiche di Carlo Virzì per il film "Se Dio vuole", opera prima come regista dello sceneggiatore Edoardo Falcone che sarà nelle sale tra qualche mese, con attori protagonisti Alessandro Gassman, Marco Giallini e Laura Morante. Il cinema e il teatro sono due mondi che mi affascinano da quando ero ragazzo per cui mi trovo molto a mio agio nel registrare colonne sonore o nello scrivere musiche per il teatro. Circa un anno fa mi è capitato di scrivere delle musiche per uno spettacolo teatrale in cui facevo parte dello spettacolo come musicista sulla scena. Trovo questo mondo molto interessante dal punto di vista creativo per cui ogni volta che mi capita di lavorare in questo ambito cerco di fare del mio meglio. La passione per la recitazione sfocia poi anche nel personale tanto che nel nuovo spettacolo teatrale musicale "Tracce di mandorle e sangue" scritto dall'attrice e regista Gaia Insenga e dal cantautore romano Fabrizio Emigli, sono sul palco come musicista e anche come attore. Questo spettacolo ha avuto finora un grande successo a Roma per cui cercheremo di portarlo in scena nei teatri italiani durante la prossima estate.

- A&B -
A proposito di Jazz, vorresti riassumere per noi quali collaborazioni hai posto in essere in questa compagine musicale?
- Alessandro Papotto -
Voglio innanzitutto precisare che non mi sento un jazzista nel senso più puro di questo termine. Sono un musicista aperto alla musica a 360 gradi per cui tutto ciò che mi emoziona mi fa intraprendere una nuova strada, alla ricerca di un continuo miglioramento. Tra i linguaggi che hanno fatto parte del mio percorso c’è sicuramente il Jazz. Mi piace la parte creativa dell'improvvisazione e l'espressività dei grandi musicisti del passato, e poi mi esalta la scrittura per orchestra di maestri come Gil Evans. In passato ho stretto amicizia e ho collaborato con il sassofonista argentino Javier Girotto che considero un musicista straordinario, un artista che viaggia di continuo tra i linguaggi del jazz e del tango. Poi in conservatorio ho fatto la conoscenza e ho collaborato con i Maestri Bruno Tommaso e Paolo Damiani, due colonne storiche del Jazz Italiano. Lo stage con Enrico Pieranunzi mi ha fatto amare ancora di più le commistioni tra il Jazz e la Classica. Altre collaborazioni importanti sono state quella con il sassofonista Eugenio Colombo e i suoi "Fiati Italiani", e quella con il sassofonista Alfredo Santoloci, oggi Direttore del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Per lui e per la sua "Orchestra Giovanile di Montemario" ho scritto e arrangiato brani originali e standard.Il progetto "Le immagini della musica" nasce invece dalla collaborazione ventennale con il chitarrista e compositore Massimo Alviti: le nostre composizioni si muovono a cavallo tra il mondo delle colonne sonore e l'improvvisazione jazzistica. Con Massimo abbiamo suonato nelle più svariate formazioni, dal duo al quintetto, ma abbiamo anche messo su delle band con musicisti eccezionali come il batterista Pierluigi Calderoni (Banco del Mutuo Soccorso), il bassista Pino Pecorelli (Orchestra di Piazza Vittorio), il pianista Andrea Pesce (Tiromancino), e il sassofonista Peppe D'argenzio (Avion Travel). Con Massimo abbiamo cominciato a registrare i brani del nostro secondo disco che seguirà la via tracciata con il nostro primo Cd “Le immagini della musica” del 2009.

- A&B -
Risale agli anni 2000 la tua pubblicazione L'arte del volo - Metodo didattico per lo studio della Teoria Musicale e del Solfeggio edito da Bardi. E' un'esperienza, quella di docente, limitata soltanto a questa pubblicazione? Ti vedrà ancora protagonista nell'immediato futuro?
- Alessandro Papotto -
"L'arte del volo" è un metodo nato a quattro mani con la cantante lirica Stefania Mastrogiovanni, che è anche la mia socia presso l'associazione culturale Il Flauto Magico di Roma. Questo libro nasce dall'esigenza comune di dare una veste chiara e riconosciuta alle dispense scritte insieme dopo tanti anni di insegnamento nelle scuole pubbliche e private. E' un metodo che nasce per le nuove generazioni: con un linguaggio diretto e semplice si adatta perfettamente a chiunque abbia problemi con il solfeggio, un argomento spesso considerato ostico e noioso che per noi rimane però alla base dell'apprendimento musicale. Diciamo che è stato il nostro contributo per cercare di rendere questo argomento più fruibile e digeribile da parte di tutti. Siamo già d'accordo con Stefania che a breve pubblicheremo una serie di metodi con gli esercizi scritti e pratici che andranno a compensare e ad approfondire quanto abbiamo scritto nel nostro libro di teoria musicale.

- A&B -
Durante la tua lunga carriera musicale, hai collaborato con artisti di punta, molti dei quali attinti dal mondo progressivo. Tra questi, vanno certamente annotati Angelo Branduardi, i New Trolls, Le Orme, John Wetton, Mauro Pagani. Vuoi condividere con noi alcuni spaccati di quelle esperienze?
- Alessandro Papotto -
Ricordo con piacere il momento in cui ho conosciuto Mauro Pagani tanti anni fa quando collaborava con gli Indaco di Rodolfo Maltese del Banco. Una volta, ho fatto ascoltare a Mauro la mia interpretazione al clarinetto di un brano di Rodolfo che lui stesso aveva registrato con il violino: "Il volo del gabbiano". E così dopo avergli fatto ascoltare quel pezzo e alcuni brani di Periferia Del Mondo gli ho chiesto di registrare un assolo al violino sul brano "Can Stop" (dal nostro secondo album "Un milione di voci"). E lui, nonostante i mille impegni, si è prodigato in un bellissimo assolo di violino elettrico registrato presso il suo studio Officine Meccaniche di Milano. Per quanto riguarda John Wetton parliamo del 1997, anno in cui ho partecipato al Progressivamente Festival con la cover band dei King Crimson con cui suonavo all'epoca. Andai a prendere John con la mia macchina a Napoli dove aveva appena suonato e mi ricordo che già durante il viaggio si fece un sacco di risate: si divertiva e mi faceva il verso mentre mi incavolavo con i camionisti sull'autostrada imparando così tutto il vocabolario di parolacce tipiche dell'automobilista romano. Poi la sera al Testaccio Village di Roma suonammo insieme "The night watch" e "Starless" davanti a più di tremila persone e lo ricordo come un momento davvero emozionante, così come molto emozionante è stato incontrarlo di nuovo qualche anno fa durante il Prog Exhibition e suonare di nuovo “Starless” con lui e con il Banco. La collaborazione con Le Orme risale invece al Tour del 2012 insieme al Banco del Mutuo Soccorso: una serie di concerti teatrali in tutta Italia, da Pordenone a Palermo, da Milano a Reggio Calabria, da Firenze a Napoli fino a Roma. Un tour bellissimo con un pubblico splendido che adorava tutte e due le band e quindi andava in visibilio soprattutto durante la Jam finale di quattro pezzi, due del Banco e due delle Orme, in cui sul palco eravamo in 14. Non potrò mai dimenticare le risate con Francesco Di Giacomo, Michi Dei Rossi e Jimmi Spitaleri, gli scambi di tastiere tra Vittorio Nocenzi e Michele Bon, gli scambi di batteria tra Maurizio Masi e Michi, gli assoli a due tra me e Wiliiam Dotto, le partite di calcio balilla tra me e Filippo Marcheggiani contro Michele Bon e William Dotto, e le mangiate e le chiacchierate con il grande Fabio Trentini con cui probabilmente collaborerò in futuro.

- A&B -
Dal 1999, in qualità di polistrumentista (sassofoni, clarinetti, flauti, percussioni e cori), sei entrato stabilmente nel Banco del Mutuo Soccorso con il quale - oltre ad esserti esibito in Italia e all'estero (segnatamente Europa, Canada, Stati Uniti, Centro e Sud America, Giappone), hai pubblicato 6 dischi, tra cui il recente "Un'idea che non puoi fermare". So che sarà difficile, ma puoi sintetizzarci in poche righe la tua esperienza con questo storico gruppo del prog italiano?
- Alessandro Papotto -
La mia storia personale nel Banco del Mutuo Soccorso inizia da Fan accanito di questa band storica. Seguono le prime collaborazioni musicali con Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo, io con gli Indaco e loro con Periferia Del Mondo, e poi la telefonata di Vittorio Nocenzi che mi chiede di partecipare alla prima esecuzione integrale di “Darwin” al Teatro Morlacchi di Perugia per la Sagra Musicale Umbra edizione 1999. Dopo quel concerto memorabile entro a far parte della band in maniera stabile e vivo con loro una prima serie di concerti bellissimi, in giro per l’Italia ma anche all’estero dove il Banco viene letteralmente osannato, sia in versione acustica, sia con la band al completo in versione elettrica. Da semplice Fan ero diventato un componente di una band storica che avevo amato sin da quando ero un ragazzo. Ma la cosa che mi ha reso più felice era il rapporto con Vittorio, Francesco e Rodolfo che nel frattempo si è trasformato ed è diventato una bella amicizia. Poi le pubblicazioni dal vivo: per il trentennale, per la nuova esecuzione integrale di Darwin, per il Prog Exhibition e ora per “Un idea che non puoi fermare” che purtroppo rimanda alla recente scomparsa di Francesco Di Giacomo (qui il ricordo di Artists And Bands all’artista). Su questo argomento, ancora molto delicato per me, mi limito a dire che mi manca molto l’artista ma soprattutto mi manca l’uomo, un fratello maggiore che mi voleva bene e a cui ho voluto molto bene. Ancora oggi ricevo segni della sua stima e del suo affetto da parte di colleghi musicisti come il chitarrista Michele Ascolese (De Andrè, Branduardi, ecc.) che mi ha raccontato di come Francesco gli parlasse sempre in termini lusinghieri di me, e la cosa mi commuove e mi riempie di orgoglio. Sono cresciuto con le sue canzoni e sono felice di aver partecipato anche alla registrazione di alcuni brani ancora inediti scritti da Francesco e dal pianista Paolo Sentinelli. Sono delle canzoni splendide che Francesco ha registrato con Paolo durante la preparazione del loro spettacolo teatrale musicale “Cenerentola – La parte mancante” e che presto diventeranno una pubblicazione discografica.

- A&B -
Non ho potuto essere presente al concerto tributo tenuto a Roma il 6 dicembre del 2014, al quale hanno partecipato artisti del calibro di Angelo Branduardi, Arnaldo Vacca (Indaco), Maurizio Solieri (Vasco Rossi), John De Leo (Quintorigo), Cesareo (Elio e le Storie Tese). Cosa ci puoi dire di quella serata?
- Alessandro Papotto -
Per quanto mi riguarda è stato il concerto del Banco del Mutuo Soccorso più difficile, quello per cui ho avuto più timore nel salire sul palco. Le emozioni erano contrastanti: da una parte la gioia di suonare di nuovo insieme ai miei amici Vittorio, Rodolfo, Tiziano, Maurizio e Filippo; dall’altra la consapevolezza che senza Francesco non sarebbe più stata la stessa cosa. Ma l’unico modo per superare questa paura era in fondo proprio quello di condividere con gli altri le stesse emozioni. Pochi giorni dopo ho ricevuto una e-mail di Gianni Nocenzi che mi raccontava della sua titubanza e dell’aiuto ricevuto dallo stare insieme, praticamente le mie stesse emozioni. Eravamo in tanti e questo probabilmente ci ha dato coraggio: è stato fondamentale il supporto di Gianni, di Arnaldo, di Nicola e dei ragazzi del quartetto d’ottoni e poi gli ospiti, tanti artisti che sono venuti a dare il loro contributo ad una serata unica. Bello il momento musicale di “Capolinea” dove ho avuto il piacere di scambiare gli assoli con Solieri e Cesareo. Ricordo con particolare emozione che sono salito sul palco per suonare “La conquista della posizione eretta” e nel momento in cui ero abituato a sentire Francesco è entrato John De Leo con la sua voce dirompente: è stato bravissimo, è entrato nel pezzo con molta umiltà ma allo stesso tempo con la sua spiccata personalità. Però non posso fare a meno di ammettere che non mi sentivo a mio agio: mi mancava la parte più importante, quella presenza forte, quel sorriso sornione, quella camminata tranquilla e un po’ sciancata, mi mancava Francesco. La stessa sensazione l’ho provata durante la seconda parte di “RIP” cantata in video da Franco Battiato, o durante “Non mi rompete” accennato all’organetto da Ambrogio Sparagna: per parafrasare un brano del Banco definirei questa sensazione con “Dopo…niente è più lo stesso”.

- A&B -
La recente scomparsa di Francesco ha obbligato tutti a porsi numerose domande sul futuro della band. In tal senso, “Un'idea che non puoi fermare” non è certamente un documento indicativo sul percorso che verrà intrapreso, essendo un album tributo e, in quanto tale, ospitante artisti chiamati a collaborare solo in questa occasione. Pensare ai Nomadi senza Augusto Daolio sembrava all'epoca una mostruosità. Eppure, quel gruppo è riuscito a costruire un'immagine credibile e sensata, ritagliandosi una consistente fetta di pubblico. Pensi che una cosa del genere possa accadere anche al Banco?
- Alessandro Papotto -
Non credo di poter rispondere in maniera obiettiva a questa domanda. Per me, così come credo anche per gli altri del Banco, Francesco è stato e sarà per sempre insostituibile, e non solo a livello vocale ma anche come personalità di rilievo, come simbolo stesso della band. Sicuramente il Banco del Mutuo Soccorso è una band che merita di andare avanti e scrivere ancora pagine importanti della musica italiana, ma senza Francesco sarà di certo una band molto diversa.

 


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