Per i pochi lettori che non conoscessero le caratteristiche dello Stick si potrebbe dire, senza pretesa di esaustività, che è uno strumento con una estensione sonora di oltre cinque ottave e mezzo suonato attraverso il ricorso alla nota tecnica percussiva del tapping. In altre parole attraverso la pressione delle corde con le dita della mano. La sua specialità risiede nel fatto che ciascuna mano ha la possibilità di svariare sulla tastiera in totale autonomia nel quadro di due sezioni distinte di alti e bassi.
Questa interessante intervista non è tesa a svelare chissà quali segreti celino la sua tecnica o la sua strumentazione ma piuttosto vuole essere una piacevole chiacchierata con una artista, Virginia Splendore, innamorata del suo strumento e della sua professione.
- A&B -
Virginia Splendore nasce come bassista e poi stickista o...?
- Virginia -
Ho avuto da bambina infarinature di chitarra classica e pianoforte, persino di clarinetto, ma ho sempre avuto un'attenzione particolare per il Low End. Idealmente nasco come bassista, ma non ho fatto in tempo, poco dopo aver comprato il mio primo basso ho trovato lo Stick ed e' stato un colpo di fulmine!
Ma l'amore per il basso, fretless in particolare, non e' mai svanito e infatti dopo aver acquisito padronanza con lo Stick ho rinfrescato la passione e ora ho una collezione di bassi fretless di liuteria che uso quando mi sovra-registro o anche talvolta dal vivo e che non e' da meno di quella degli Stick!
- A&B -
Perchè hai iniziato a suonare lo stick? C'è stato qualcosa che ha causato o influenzato la tua decisione?
- Virginia -
L'ho visto suonare a Jim Lampi nell'85 ad una dimostrazione alla fiera della musica di Milano. Vederlo e sentirlo suonare mi ha aperto un mondo. L'ho comprato seduta stante alla fiera. Ora con Jim siamo amici, e lui resta la mia icona per quanto riguarda lo Stick.
- A&B -
Quanto è importante per un artista rock saper leggere la musica?
- Virginia -
Non posso definirmi una musicista rock, ma credo che dipenda molto da chi e' che approccia alla musica, cioe' dal musicista. Ci sono persone che hanno bisogno di liberta' e di poter usare l'istinto, altre che hanno bisogno di una guida piu' inquadrata e allora benvenga il saper leggere la musica o comunque prendere lezioni. Io con lo Stick ho imparato da sola, ho un'orecchio che mi ha sostenuto e credo che anche lo strumento si presti ad essere suonato liberamente, e' molto istintivo.
- A&B -
Cosa suggeriresti ad un principiante circa l'adeguato uso della strumentazione di cui dispone?
- Virginia -
Innanzitutto non farsi spaventare dallo strumento: lo stick genera tanto timore reverenziale quanto meraviglia, ma non bisogna lasciarsi ingabbiare ne' nell'uno ne' nell'altra.
E poi di aggiungere una cosa alla volta, non avere la pretesa di poter imparare a suonare usando gia' subito tutti gli effetti disponibili, ma andare per gradi in modo da poter capire le potenzialita' proprie e quelle dello strumento prima che "colorare" il suono e crearne uno proprio.
- A&B -
Cosa vedi di positivo, e cosa di meno buono o addirittura errato nelle nuova generazioni di bassisti o stickisti?
- Virginia -
Vedo molto di positivo, gli Stickisti rispetto a qualche anno fa, iniziano ad essere giovani, dai 16 ai 20 anni, si interessano allo strumento e vogliono impararlo, i bassisti forse potrebbero essere un po' meno tecnici e virtuosi e piu' essenzialmente musicali. Le nuove leve sono incredibilmente piu' veloci di quanto potessimo essere noi piu' anziani alla loro eta' e da una parte e' un bene perche' imparano in fretta, ma dall'altra c'e' da stare attenti che non procedano troppo in fretta tralasciando involontariamente passaggi che servono per acquisire esperienza interiore riguardo alla musica e allo strumento che si e' scelto.
- A&B -
Quanto è importante trovare i musicisti giusti per esprimerti(si) al meglio?
- Virginia -
Tanto. E' molto importante, tanto quanto il saper farsi capire dai musicisti con cui si suona. Io ho avuto la fortuna di suonare con musicisti molto piu' bravi di me, da cui ho imparato molto stando sul campo.
- A&B -
Come sai Artists & Bands è una rivista presente solamente on-line, a questo proposito cosa pensi della musica su internet, del fatto che può essere di aiuto
per esempio nel produrre e distribuire etichette indipendenti o addirittura il singolo musicista, ma anche diradare i guadagni delle case discografiche?
- Virginia -
Eh, e' un bel match... la musica su internet e' una grande risorsa, sia per chi ne fruisce sia per chi la fa: amplia le possibilita' di essere visti, o meglio trovati... se ti cercano pero'.
Esattamente come in un negozio di musica... se ti cercano, altrimenti il cd resta li'. Ci vuole comunque una pubblicita' mirata. Allo stesso tempo chiunque voglia sapere di piu' su un genere musicale o su un musicista o su uno strumento, puo' trovare tutto lo scibile a riguardo.
Io ho un disco su iTunes, Guilty il primo che ho fatto insieme al mio partner musicale, lo stickista Fuci, la casa discografica lo ha messo online con tutto il suo catalogo... i guadagni sono invisibili, nell'ordine di 1 euro a cd... come del resto sarebbe vendendo i cd tramite distributore nei negozi.
Venderli ai propri concerti alla fine e' piu' remunerativo. D'altra parte ormai la tendenza e' quella del digitale, e l'ultimo cd che ho fatto non l'ho ancora pubblicato proprio perche': a che pro avere fisicamente il cd quando poi a meno che non suoni dal vivo non te ne fai nulla?
- A&B -
Virginia, tu sei anche una insegnante molto seguita ed essendo una musicista molto ammirata hai una notevole responsabilità sui giovani stickisti: su cosa ti
soffermi in particolare quando insegni?
- Virginia -
L'insegnamento dello Stick e' un po' particolare, perche' gli allievi non essendo tutti concentrati dove sono io non prendono lezioni regolarmente, oppure se sono adulti, musicisti che gia' suonano altri strumenti, non propendono per ricominciare con le lezioni. Per questo abbiamo fatto seminari quasi regolarmente per anni, io e gli altri veterani dello Stick in giro per il mondo. In particolare quello su cui punto quando insegno e' l'approccio allo strumento, la pulizia del tocco, l'uso della mano sinistra (quella che si usa per la parte dei bassi) per fare accordi, e l'andare per gradi con l'indipendenza delle mani, partire da un'interdipendenza che man mano si sviluppa e diventa indipendenza. poi dipende molto anche dall'utilizzo che il musicista ci vuole fare, se e' un bassista o un pianista o un batterista o un chitarrista... ognuno e' avvantaggiato per alcune cose dallo strumento che suona gia, mentre per altre e' svantaggiato: prova a pensare un pianista: ha gia' indipendenza delle mani ed e' abituato ad usare ogni dito per produrre una nota, ma rischia di suonare con tocco approssimativo sullo Stick e deve rallentare per poter acquisire un tocco pulito.
- A&B -
A proposito del rapporto che esiste in una sezione ritmica tra bassista e batterista: cosa cerchi personalmente in un batterista? Ci sono bassisti che
tendono a sincronizzarsi con esso, altri muovono nella direzione opposta; quale orientamento prediligi?
- Virginia -
Un mix tra le due cose forse... andare a sincrono e' indubbiamente fondamentale, il basso e' parte integrante del groove ritmico di una Band, se il bassista e il batterista non comunicano il gruppo non funziona.
Ma io amo i batteristi che suonano musicalmente ritmici, che colorano. Vedi Jo Jo Meyer o Bill Bruford o Paul Wertico: sono batteristi a cui staccherei volentieri le braccia e gambe e me le porterei a casa!
- A&B -
Una piccola curiosità che riguarda l'impiego del metronomo come aiuto nello studio; pensi che sia utile esercitarsi con il suo ausilio, per sviluppare un
buon senso del groove, o pensi che uno lo possieda 'dentro' sin dalla nascita?
- Virginia -
Anche qui, dipende, come per l'orecchio assoluto, esiste fin dalla nascita, ma si acquisisce anche con l'esercizio. Comunque avere una guida ritmica precisa per esercitarsi e' una cosa molto utile, soprattutto per quando poi si deve iniziare a suonare con altri musicisti
- A&B -
Per gioco, mi diresti cinque brani che ti sarebbe piaciuto scrivere?
- Virginia -
Oddio estrapolarne solo 5 e' riduttivo, ma se proprio devo scegliere direi (non in ordine di valore):
-Frame by Frame dei King Crimson
-Message in a Bottle dei Police
-il concerto n.2 in do minore per Piano e orchestra di Rachmaninoff
-Swimming Pool dei Freezepop
-una qualsiasi delle colonne sonore di Morricone
- A&B -
Ti va di descriverci la tua strumentazione?
- Virginia -
La mia amplificazione e' rigorosamente SR Technolgy, in particolare Jam 150 unito ad un SUB SW350, il mio effetto prediletto e' stato per decenni un piccolo e semplice Pandora PX3 per chitarra
e con quello ho creato quello che viene definito dai colleghi stickisti il Virna Sound, ho spempre usato lo Stick senza separare i canali bassi e alti e quindi con un suono unico uguale sia sui bassi che sugli alti
e il pandora e' stato perfetto finche' ahime' non si e' rotto ed essendo fuori produzione impossibile da riparare, ne ho preso un altro usato che a sua volta e' malfunzionante per altre cose e mi riprometto sempre di portarli a scambiare le parti funzionanti dell'uno per rendere funzionante l'altro. Nel frattempo uso una pedaliera Boss GT-6B il che agevola sul cambiare suono dal vivo, cosa che fino a qualche anno fa non avevo l'esigenza di fare e che ora invece mi torna utile. I miei Stick ufficiali, quelli che uso di solito sono un 10 corde 34" con accordatura classic (bassi in quinte Do Sol Re La Mi e alti per quarte Fa# Si Mi La Re) e con un pickup Attivo ACTV-2 ovvero 2 EMG, l'altro Stick e' un Grand Stick sempre 34" 7+5 ovvero con 7 corde alte (ne ha due piu' basse sulla parte degli alti rispetto al 10 corde) e 5 basse come per un 10 corde e con un pickup passivo classico detto Stickup che ha il suono tipico dello Stick. I bassi sono tutti di liuteria Makassar, e quelli che uso di piu' sono un fretless 5 corde con manico incollato e pickup passivi custom della MAMA e un fretless 4 corde con manico Bolt On con pickup sempre custom della MAMA, ambedue i bassi hanno legni esotici dal Pau Rio per il top al Ziricote per la tastiera, Acero spalted, Legnum Vitae... praticamente sono opere d'arte da vedere. Il liutaio Makassar secondo me e' un genio
non solo perche' fa dei bassi che suonano bene e costruiti su specifiche del musicista che glieli chiede, ma anche perche' crea vere e proprie opere d'arte.
Ho anche un basso fretless 8 corde, costruito da Edwin Paanakker, un altro genio, olandese che lotre a dilettarsi con la produzione musicale, costruisce strumenti disegnati da lui.
Infine ho una chitarra acustica, la Lotus di Jacaranda. In generale uso tutti questi strumenti, soprattutto quando suono da sola nel mio studio e registro. Per l'ultimo cd che ho fatto Innig li ho usati praticamente tutti!
- A&B -
Nei tuoi lavori privilegi maggiormente l'aspetto tecnico o quello melodico?
- Virginia -
Decisamente quello armonico/melodico. La tecnica e' qualcosa che e' venuta sempre dopo, in altre parole prima mi viene in mente una sequanza di accordi o riff di basso con una melodia e poi la tecnica per eseguirli la imparo mentre studio il brano. poi automaticamente quella tecnica mi rimane dentro e salta fuori quando la mia testa la richiama.
Comunque non sono ne' saro' mai quello che si definisce virtuoso.
- A&B -
E' corretto secondo te dire che l'armonia si comprende pienamente quando ci si accosta al jazz, e non quando ci si avvicina alla musica classica?
- Virginia -
Prima di ascoltare qualsiasi altro tipo di musica ho ascoltato tonnellate di musica classica e questo credo mi abbia dato un imprinting ben solido, poi sono passata direttamente al rock&roll e al prog, poi ai Police, alla Windhamhill e alla ECM... ho letteralmente saltato il Jazz e gli anni 70 di Jimi Hendrix e Janis Joplin... insomma il Jazz non e' tra le mie priorita'... ma credo che se un neofita si accosta come cronologisticamente e' avvenuto nella storia prima alla classica e poi al jazz non fa un soldo di danno al proprio arricchimento personale.
- A&B -
Una domanda banale ma che mi piace fare: c'è uno (o più) musicista/i con cui avresti voluto (o vorresti) poter suonare?
- Virginia -
Nonostante non mi piacciano i suoi ultimi lavori, Sting
- A&B -
Hai mai avuto modo di suonare o conosci la Warr Guitar? Secondo te offre maggiori opportunità o spunti dal punto di vista sonoro rispetto allo Stick?
- Virginia -
La Warr e' nata dopo lo Stick e purtroppo in modo politicamente scorretto, non intendo dilungarmi sull'argomento. L'ho provata una volta per curiosita' e non mi ci sono trovata per niente, sia come impostazione sia come costruzione.
- A&B -
Dopo Different Things, nel quale estrapolavi varie sfumature dal tuo strumento, stai lavorando su del nuovo materiale o hai nuovi progetti?
- Virginia -
Dopo Different Things ho fatto un cd da solista, Habla Conmigo, che mi ha pubblicato RaiTrade, ed e' stato un bel confrontarsi col proprio intimo, e' un cd a cui sono molto affezionata. Poi ho registrato Innig avvalendomi della collaborazione sia del computer che di altri musicisti, tra cui Michael Manring, Tom Griesgraber, stickista anche lui, e altri con cui ho lavorato via email inviandoci le parti. In quest'ultimo disco ho affrontanto per la prima volta in modo piu' deciso la forma canzone, cosa a cui non mi ero mai dedicata. Ho cantato in modi molto diversi in almeno 4 brani e in modo totalmente naive, decisamente non da cantante professionista, ma sono soddisfatta del risultato. questo cd non e' ancora pubblicato, come dicevo prima.
- A&B -
Ricordo che recentemente (nel 2007) hai fatto una serie di tappe con la ottima stickista israeliana Irene Orleansky, perchè proprio lei?
- Virginia -
In 25 anni, mai suonato con una donna, finalmente ci siamo trovate ladies of the stick, che ci lasciavamo sfuggire l'occasione? Ci siamo molto divertite
in quel tour, 10 date fra Italia e Svizzera, con ben 7 strumenti sul palco tra basso, Stick, Ns/Stick, chitarra, microfoni, tamburello e computer!
- A&B -
Secondo te nella attuale scena musicale italiana ci sono artisti realmente innovativi per cui ti senti di dire che non tutto è perduto?
- Virginia -
Sinceramente nel panorama italiano non vedo granche'. mi piacciono i Subsonica, i Delta V, Max Gazze' e anche Niccolo' Fabi. Ma ci sono tanti altri gruppi italiani che conosco e che vivono nell'ombra che meriterebbero piu' visibilita'. Ma non e' mai tutto perduto, prima o poi dovra' cambiare qualcosa.
- A&B -
Puoi dirci qualcosa circa i tuoi prossimi appuntamenti dal vivo?
- Virginia -
Insieme a Fuci, il mio partener stickista ormai decennale, stiamo rimodernando la facciata del nostro gruppo, che ora diventera' il trio Euristicks insieme ad Alessandro Bagagli alla batteria acustico ed elettroacustica, usando sia repertorio nostro che coverizzando brani che vanno dal Libertango a Birdland a New World di Bjork
- A&B -
Come ti piacerebbe concludere questa intervista?
- Virginia -
Ringraziando Artists & Bands per avermela fatta e augurando a tutti i neostickisti happy tapping!