Ratti. Talent show per un'apocalisse con finale aspettacolare
Milano, Teatro Out Off, dal 23 al 26 maggio 2024

Incastonato nella rassegna "Prendere posizione" di cui lo stesso Teatro Out Off si fa sostenitore e fautore, la pièce, attraverso una giovane, virtuosa e atletica compagnia (Progetto Finalista alla Biennale di Venezia College per registi under35 2022), ci inghiotte nell'asfittico dedalo di un ferale spazio - tempo apocalittico (scenografia Blandine Granier), in cui i contorni delimitati di un laboratorio virtuale sono quelli di un teatro, inducendoci ad osservare un esperimento sociale cinico e spregiudicato, in cui l'irragionevole riffa in palio è l'inalienabile diritto acquisito con la nascita: la possibilità di avere un futuro!
Accompagnate da vibranti idiofone musicalità (soundartist Jacopo Cenni) e dal ronzio snervante di un fuco telecomandato che retro-proietta, a tratti in modo sfalzato, le gesta dei tre contendenti di un Talent Show, in-nominati A (Simone Tudda), B (Marica Mastromarino) e C (Giacomo Toccaceli) vengono pilotate da una divina sprezzante regia che è al contempo glaciale voce fuori campo (Paolo Panizza), facendo vistosamente eco martellante e riverbero al movimento ed ai pensieri, rendendo gli stessi oltremodo grotteschi e privi di  costrutto.
Gli attoniti astanti sono costretti e inchiodati letteralmente alle inevitabili riflessioni su quanto la società, i media, la politica e l'organizzazione gerarchica stessa, intesa come ordine scalare delle competenze,  canalizzi inesorabilmente, per un fattore di saturazione demografica e di arcane consorterie sottintese, verso l'alienazione e l'autodistruzione della specie, con l'aggravante della frustrazione e della crudeltà derivanti dal falso mito del libero arbitrio potenzialmente salvifico.
Gli autori, Paolo Panizza e Agnes Oberauer, traggono la loro ispirazione nello scrivere questa attualissima drammaturgia, dal retrogusto sagace e amaro, da un famosissimo esperimento chiamato “Universe 25”, portato a termine dall'etologo statunitense  John Bumpass Calhoun nel 1970.
La lunga osservazione del comportamento di un gruppo di topi in cattività, portò infatti ad una conclusione davvero illuminante, tarabile tout court sul piano sociologico. 
Una iniziale situazione di totale vantaggio ambientale infatti, concorreva in una fase iniziale a far crescere numericamente la specie, tuttavia, detto incremento, determinava uno squilibrio nei ruoli sociali scatenando la deliquescenza dei comportamenti.
La deduzione declinata sul piano antropologico è di fruibile comprensione.
Le illimitate risorse, alle quali tutti siamo assuefatti, scatenano una sorta di effetto placebo anestetizzante, al contempo fungono da potentissimo detonatore e garanzia di totale instabilità per la popolazione mondiale la quale, non può che incrementare l’istinto di sopravvivenza e di prevaricazione  sui propri simili.
In pratica, per quanto sofisticato l’uomo pensi di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo sociale supererà il numero di ruoli disponibili all’interno della società, si arriverà al collasso della comunità.
Ragguardevole il gravoso e fruttuoso impegno psicofisico degli attori durante gli ottanta minuti di rappresentazione.
Consigliato!


La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 25 maggio 2024


Ratti.
Talent swow per un'apocalisse con finale
aspettacolare
.


SPETTACOLO INSERITO IN
"PRENDERE POSIZIONE. LA VOCE DI QUATTRO GIOVANI COMPAGNIE”
RASSEGNA TEATRALE PRODUZIONE TEATRO OUT OFF

Progetto Finalista alla Biennale di Venezia College per registi under35 2022
Concept, progetto, regia Paolo Panizza
Testo di Paolo Panizza e Agnes Oberauer
Soundartist Jacopo Cenni
Scenografia Blandine Granier
Costumi Regina Celeste Braida
Performers:
Marica Mastromarino
Giacomo Toccaceli
Simone Tudda

“È scoppiato un incendio nelle quinte di un teatro. Un clown è uscito per avvertire il pubblico; pensavano che fosse uno scherzo e applaudirono. Ci riprovó; il successo fu ancora maggiore. Penso che il mondo finirà così: tra gli applausi generali delle persone intelligenti che credono che sia uno scherzo”. – Søren Kierkegaard
Ratti – Talent show per un’apocalisse con finale aspettacolare. Spettacolo finalista alla Biennale di Venezia per registi u35 2022.
Un talent show. Tre attori in competizione. Il premio? Un futuro.
Il progetto “Ratti” ha come punto di partenza l’esperimento “Universe 25” condotto dall’etnologo John B. Calhoun nel 1973, che studiava gli effetti della sovrappopolazione.
Un paradiso per topi con cibo e acqua illimitati, protetto dai virus, perfettamente climatizzato e senza alcun predatore, l’unico fattore di mortalità era l’invecchiamento. I vecchi restavano più a lungo, lasciando i più giovani a competere per un proprio ruolo sociale.
Ciò portò alla demolizione dell’organizzazione sociale e all’annientamento dell’individuo attraverso la dissociazione e la dissoluzione dei legami sociali più elementari.
Ripetuto più volte l’esperimento portava ogni volta alla stessa dinamica e allo stesso risultato: la lenta e totale estinzione.
Lo spettacolo “Ratti – Talent show per un’apocalisse con finale aspettacolare” tratteggia questo potenziale scenario, dove la dinamica del talent pone al centro le paure e i sogni dei giovani attori protagonisti, qui anche messaggeri di una generazione; dove in un’atmosfera da festa, i partecipanti lasciati in balia di ordini e nell’impossibilità di controllare fenomeni esterni precipitano, si disintegrano, si riconciliano, si amano e infine muoiono, al ritmo incalzante di quel sì, sì, sì, bandiera di un finto libero arbitrio.
Dove? in un teatro che diventa Escape room dai propri costrutti. Muri, luci e americane a vista e al centro un cerchio di polvere bianca, polvere d’ossa, che si sfalda, diventa scenario per un’apocalisse.
Qui, l’esperimento raccontato da un’incorporea voce fuori campo, diventa un pò favola, ma anche un po’ una fiaba che svela, ammonisce, da speranza e condanna.
Un’infernale talent show in cui i concorrenti hanno un unico obiettivo: avere un futuro.
Uno spettacolo sulla crisi delle giovani generazioni, del sistema teatrale, del mondo del lavoro, della società. Il cui finale non può che non essere aspettacolare (fonte: comunicato stampa).



Teatro Out Off

Via Mac Mahon 16
20155 Milano
Tel. 02 34532140
e-mail:
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ORARIO SPETTACOLO:

domenica ore 20:30


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