La dodicesima notte
Teatro Carcano, Milano, dal 13 al 17 marzo 2024

Interessante messa in scena de La dodicesima notte di Shakespeare, per l’adattamento e la regia di Ortoleva: romanticismo (forse), farsa a volte ma anche una buona misura di amaro nel cocktail servito ieri sera al Carcano in prima nazionale.
Come un pentagramma, una serie di gradoni di un verde acido e brillante, coronati da un opulento fregio di amorini, scandiscono lo spazio verticale e statico, organizzandolo per classi sociali. All’apice è il duca Orsino e l’oggetto del suo amore, non corrisposto: Olivia, bella, ricca, colta e nobilissima, vestita a lutto per la morte del fratello. Al livello appena inferiore stanno Sir Tobia, cugino di Olivia, noto sfaccendato, ubriacone e buontempone, una specie di Falstaff, e il suo amico Sir Andrea Guanciafloscia, ricco e pavido, nullafacente pretendente di Olivia. Un gradino più giù si incontra la servitù di Olivia: Maria, cameriera e dama di compagnia, e l’indisponente maggiordomo Malvolio. Scendendo ancora si trova al pianoforte il buffone idiota Feste, che alla tastiera scandisce e sottolinea i momenti salienti e fornisce la base per le rare parti cantate. Il palcoscenico, al livello più basso, a seconda delle necessità diventa spiaggia, carcere o strada da percorrere.
La dinamica verticale permette al regista di esplicitare visivamente ambizioni, successi e sfortune dei personaggi e non solo: proprio come in un pentagramma ad ogni rigo corrisponde un registro linguistico differente, ai nobili un linguaggio poetico e “alto”, agli altri il lazzo, il gioco di parole un po’ “grasso”, lo strafalcione.
Al centro di tutto c’è Viola, che inizia dalla spiaggia dov’è approdata dopo il naufragio la propria scalata per tornare al rango che le appartiene. La giovane, rimasta sola e senza protezione, si traveste da uomo e offre i suoi servigi al duca Orsino presentandosi come Cesario. Proprio come nelle commedie elisabettiane il ruolo di Viola viene assegnato ad un uomo, Alessandro Bandini, che quindi si produce sia nel personaggio femminile di Viola che nel ruolo maschile di Cesario; con scelta felice, il regista Giovanni Ortoleva decide di assegnargli anche il ruolo di Sebastiano, gemello di Viola. La scelta di far interpretare i due gemelli dallo stesso attore riesce a sottolineare sia la somiglianza di aspetto che la connessione emotiva. Poetica la soluzione di usare un suono ed un sussurro fantasmatico per annunciare l’entrata in scena di Viola e di Sebastiano; il tempo di alzare o abbassare lentamente il colletto sono sufficienti per far entrare pubblico e attore nel personaggio; un fascio di luce sottolinea il cambio di personalità interiore, accendendo la delicata Viola di una luce quasi ultraterrena, spegnendosi quando il suo più terreno gemello entra in scena. Eccellente performance del giovane attore, che riesce a prodursi nei molti registri espressivi necessari al suo triplice ruolo. L’altro protagonista della storia è l’infelice perdente Malvolio, anche lui innamorato di Olivia o, per essere più precisi, della posizione sociale della sua padrona. Anche lui tenta di salire in alto ma, nonostante le sue reiterate dichiarazioni di essere il più ragionevole di tutti, non ha abbastanza senno ed educazione per capire che non è possibile: dopo essersi illuso di poter diventare padrone dove aveva sino ad allora servito, sarà scagliato nel gradino più basso e vedrà l’agognato posto occupato da colui che credeva un servo. Incompreso e deriso, lascerà tutti minacciando vendetta. Michelangelo Dalisi dà volto e corporeità perfette al suo Malvolio tanto umano, comico e allo stesso tempo amareggiato, che disprezziamo per la sua presunzione e per la poco nobile ambizione, ma che comprendiamo nelle speranze che ci animano ogni giorno. La erotomane contessa Olivia è ben interpretata da una godibile Anna Mannella, che riesce a passare dal ruolo di sorella inconsolabile a reginetta del sadomaso. Forse un po’ troppo sopra le righe invece il furore amoroso di Orsino, che ha una sola dimensione violenta e ci sembra un po’ troppo forzato. Nel gioco delle identità Feste il “fool” è interpretato da Francesca Osso, che dona al personaggio una malinconica saggezza, e una profondità di comprensione dei bisogni altrui. La stessa attrice interpreta anche il capitano che soccorre Viola; tuttavia, qui il cambio di personaggio è meno chiaro e si fa un po’ di fatica a seguire i brevi dialoghi. Da migliorare anche le parti cantate, che sono utili nella economia della commedia, ma non riescono a convincere completamente.
Nel complesso la regia e l’adattamento di Giovanni Ortoleva riescono a far brillare la commedia, anche attraverso i dialoghi vivaci nella godibile traduzione di Federico Bellini, e l’attenzione rimane alta anche senza alcun cambio di scena. Una commedia che ci fa camminare su un filo sottile sospeso tra farsa e malinconia, dove il gioco dei travestimenti è modernamente utilizzato per un ragionamento su identità, genere e ruoli sociali e dove l’amore è un diluvio, perlopiù irragionevole.


Questa recensione di riferisce alla rappresentazione del 13 marzo 2024.



LA DODICESIMA NOTTE (O QUELLO CHE VOLETE)

di William Shakespeare
traduzione Federico Bellini
adattamento e regia di Giovanni Ortoleva

con (in ordine alfabetico)
Giuseppe Aceto,
Alessandro Bandini,
Michelangelo Dalisi,
Giovanni Drago,
Sebastian Luque Herrera,
Anna Manella,
Alberto Marcello,
Francesca Osso,
Aurora Spreafico

scene Paolo Di Benedetto
costumi Margherita Baldoni
luci Fabio Bozzetta
progetto sonoro Franco Visioli

produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse,
Teatro Carcano, Associazione Culturale Arca Azzurra

Presso il Teatro Carcano di Milano dal 13 al 17 marzo 2024 in scena La dodicesima notte (o quello che volete) del giovane regista fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale nel concorso “Registi under 30” della Biennale di Venezia 2018, che firma adattamento e regia di quella che viene considerata da molti critici la migliore commedia di William Shakespeare. Composta intorno al 1600, La dodicesima notte è l’ultima commedia giocosa del Bardo prima della stagione delle grandi tragedie e delle commedie nere. La dodicesima notte (o quello che volete) è una produzione LAC Lugano Arte e Cultura in coproduzione con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Teatro Carcano, Associazione Culturale Arca Azzurra. 
Sulle coste dell’Illiria, l’amore si diffonde a ritmo endemico. Il duca Orsino è innamorato di Olivia, ricca contessa che si nega alla sua vista per onorare il ricordo del fratello scomparso. Quando nel paese arriva Viola, una giovane reduce da un naufragio che prende servizio dal duca travestendosi da uomo col nome di Cesario, la ragazza si innamora perdutamente di Orsino e fa innamorare di sé la contessa Olivia, creando un triangolo irrisolvibile. Nel frattempo, presso la corte di Olivia, il maggiordomo Malvolio viene beffato dagli altri cortigiani – il fool Feste, la cameriera Maria, Sir Tobia e Sir Andrea (amico di Sir Tobia e pretendente di Olivia) –, i quali gli fanno credere di essere amato dalla padrona. A complicare ulteriormente la situazione arriverà in Illiria anche il gemello creduto morto di Viola, Sebastiano; dopo una lunga serie di fraintendimenti e imprevisti, la storia troverà finalmente il suo “lieto” fine. Una commedia sorprendente, amara ma lieve, surreale ma terrena, profondamente malinconica e irresistibilmente divertente
(fonte comunicato stampa).




Teatro Carcano

Corso di Porta Romana, 63
Milano - MM Crocetta


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