Una delle massime espressioni del prog italico, "Io sono nato libero", magnifico terzo album del Banco del Mutuo Soccorso, rinasce oggi a nuova vita, non soltanto grazie alla sottoposizione ad opera di rimasterizzazione, ma anche alla integrazione di una manciata di "nuovi" brani, per l'occasione suonati dalla formazione attuale. Nulla quaestio sull'opera originaria, i cui unanimi commenti positivi espressi nel tempo da innumerevoli critici sono qui da intendersi integralmente ripresi. Pollice verso, invece, per quanto afferisce al recente progetto, intitolato "La libertà difficile". Non si compone, in realtà, di brani inediti nel senso più stretto del termine, ma di mere rivisitazioni del materiale originario, impreziosite da nuove validissime soluzioni arrangiative e ancor più avvincenti innesti di recente composizione. Così descritta, l'opera sarebbe meritevole di massima attenzione se non fosse che i suoni che la caratterizzano sono pessimi: le calde atmosfere degli anni '70, purtroppo, sono impietosamente dimenticate a favore di plastiche soluzioni sonore, talmente sterili e banali che in certi momenti si arriva addirittura a rimpiangere i freddi e piatti stereotipi degli odiosi anni '80. Basso, batteria e tastiere subiscono il pesante effetto di un filtro che pare arcaico, come fossero stati utilizzati i primi rudimentali apparati della tecnologia digitale. Inoltre, sulla batteria grava il pesante sospetto della programmazione, forse allontanato nel solo brano "Bach Chromatic", magnifico, invero, sebbene impietosamente demolito da una ritmica che, pur apparentemente suonata ex novo, è caratterizzata dall'orrido suono digitale. Si salvano soltanto le chitarre e le voci, queste sì, analogiche, calde, avvolgenti. Ma è troppo poco per promuovere un'opera le cui tracce inedite avrebbero dovuto fare la differenza, inducendo all'acquisto i possessori del disco originario. Ne consegue che l'impressione d'insieme è quella del barile raschiato. Un vero peccato, se si pensa che le rivisitazioni, come detto, sono assai valide, seppur derivative, e che il nuovo organico possiede indiscusse potenzialità, essendo riuscito a non far rimpiangere la precedente incarnazione in chiave di supergruppo, oggettivamente ampollosa e disorganica. Interessantissimo, invece, il lungo monologo di Vittorio Nocenzi, a metà tra intervista e guida all'ascolto che - pur soggetto ad operazioni di taglio che paiono selvagge, talmente sono rustiche e approssimative - riesce a rievocare con puntuale credibilità i fermenti sociali e politici di quei primi anni '70. |
Formazione 2017 Anno: 2017 Tracklist de Io sono nato libero (1973) Tracklist de La libertà difficile (2017)
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