Approdati in casa Black Fading Records, i Milvains partoriscono un EP di poco meno di 11 minuti, distinto in 5 tracce, nelle quali, attenuate le influenze pseudo-grunge presenti nel precedente lavoro (Gemini, del 2006), viene da un lato evidenziata la loro attitudine al punk irriverente e rabbioso, dall’altro esternata una rara capacità evolutiva, palesata coraggiosamente mediante l’esplorazione di altri tracciati musicali.
Il trio è stato capace tanto di far conservare ai brani il sapore della protesta suburbana, del rifiuto incondizionato, del desiderio tumultuoso tipico della ribellione giovanile (ne è un esempio la collerica e idrofoba voce di Stefano, che urla al mondo intero il suo disprezzo verso “l'indifferenza dilagante”, come la definiscono gli stessi musicisti), quanto di introdurre altri contesti musicali, lontani dal convulso cliché punkettaro che pretende accozzaglie di ritmi veloci e liriche violente. L’opera, infatti, contiene anche frammenti musicali più vicini all’intimismo di rarefatta postura ("La vendetta di John Reilly e Tommy Marcano"), ritmiche e motivi sempre cangianti e multicolori, ancorché costipati nei tempi ristretti che il genere impone ("Ombra e polvere"), addirittura una parentesi votata alla melodia dal forte sapore malinconico e nostalgico, a tratti inquieto, dedicata a chi non c’è più, l’amico Cristiano (il brano non è una ghost track, come alcuni hanno erroneamente ritenuto, ma si intitola semplicemente "*"). Decisamente convincente.
75/100
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Stefano: Voci, chitarre Anno: 2009 Sul web: |