Home Recensioni Masterpiece Ezra Winston - Myth Of The Chrysavides

Ezra Winston
Myth Of The Chrysavides

Quello degli Ezra Winston è un progressivo di classe, colto, che attinge con dovizia dall’eredità inglese degli anni settanta (e non da quella italiana: un paradosso, se si pensa che con questo lavoro il gruppo diede vita al new progressive italiano). Nel loro primo album sono rinvenibili tracce del romanticismo dei Genesis, si riconosce la costruzione delle melodie vocali che fu propria dei Gentle Giant e si percepisce la delicatezza e la raffinatezza di certa scuola di Canterbury, sebbene il loro stile rimanga fortemente personale.
La contrapposizione tra flauto e tastiere è il punto forte dell’album: magistrale in tal senso è l’intermezzo centrale di The Journey In the World Belowove, su un oscuro sottofondo di tastiere, il flauto intesse inaspettatamente efficaci melodie romantiche: un geniale e apparente contrasto la cui validità è percettibile solo dopo diversi ascolti.
La ricercatezza delle atmosfere romantiche e sognanti è palese nell’intro di The Bird And The First Flight (evidente l’eredità dei primi Genesis e, soprattutto, dei primissimi King Crimson). Altra caratteristica del gruppo è quella di non incedere mai troppo nelle singole melodie proposte, davvero molteplici: i pezzi, anche quelli più brevi, sono pertanto caratterizzati da continui cambi di tempo e dal continuo susseguirsi di svariate melodie che non si evolvono mai in crescendo, ma che appaiono sempre interrotte improvvisamente. Quest’album incarna in toto il concetto di rock progressivo: cioè a dire che dai quattro brani che lo compongono, un bravo cantautore potrebbe trarre decine di canzoni costruite secondo gli stilemi della musica leggera italiana (in cui il pattern predominante è rappresentato dall’alternanza ripetuta tra strofa e ritornello). I motivi vocali non sono mai semplici e scontati (un’ingenuità in cui incorrono molti fautori del new prog italiano, soprattutto di quel periodo): parrebbero cantilene o nenie, peraltro oscure (tutte volute, lo si capisce) che preludono spesso ad inaspettate aperture solari. Gli assoli di chitarra elettrica, talvolta caratterizzati da un che di schizoide, non incedono mai nel manierismo puro: lungi dall’essere contraddistinti dall’eccessivo tecnicismo, sono perfettamente incastonati nel sottofondo delle tastiere o si alternano ai molteplici fraseggi di queste ultime. Sul piano acustico, spesso terreno minato anche per i grandi del prog, va anche meglio: gli arpeggi sono misurati e calibrati soprattutto nelle due lunghe suite, ove sono spesso arricchiti dagli eleganti interventi al flauto.
Il batterista propone costruzioni proprie della fusion (come nella parte centrale di "The Journey In the World Above") o ritmiche di stampo più marcatamente rock (come nel finale di The Bird And The First Flight).
Sul piano dei testi l’opera è altrettanto ardita: il concept narra le allegoriche vicende delle Crisavidi, esseri dal corpo umano e dalle ali simili a farfalle che, dopo un lungo percorso interiore, matureranno la consapevolezza che l’unica verità della materia è la morte, vedendo vanificata ogni possibilità di elevazione spirituale.
All’epoca, tra l’entusiasmo generale che l’opera suscitò, ci fu anche chi espresse giudizi poco generosi, accusando il gruppo di aver costruito a tavolino le due lunghe suite, cariche di tanti tasselli melodici asseritamente amalgamati senza un filo logico. Chi scrive, ovviamente, non concordò allora e non concorda oggi: “Myth of the Chrysavides” è un prodotto eccezionale, non solo come opera prima, ma anche in termini di valore assoluto, le cui due uniche pecche riguardano la mediocre produzione globale (ampiamente giustificata, attesi gli scarsi mezzi a disposizione) e l’imbarazzante povertà della veste grafica (soprattutto in 2a di copertina) alla quale la band cercò comunque di sopperire allegato un booklet di 16 pagine con i testi in inglese (la lingua cantata), italiano, francese e tedesco.
Si attende con ansia la ristampa in CD, auspichiamo senza ritocchi (come invece paventato nel recente passato da alcuni membri della band).



Mario Bianchi: rhythm samples & synthesizers, piano, organo
Mauro Di Donato: solo samples & synthesizers, voce, basso
Daniele Iacono: batteria, percussioni, vibes;
Paolo Lucini: flauto, piccolo
Fabio Palmieri: chitarra classica ed elettrica

Anno: 1998
Label: Ezra Works
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01. The Bird And The First Flight
02. The Journey In the World Above
03. The Journey In the World Below
04. The Waiting And The Knowledge

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