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National Suicide
The Old Family Is Still Alive

Dopo svariati ascolti di questo promo di 4 pezzi sono giunto alla conclusione che il thrash, come molti hanno proclamato alla metà dei '90, non è morto, anzi è vivo vegeto nelle menti dei metalheads che troppo presto forse si videro privati di quel sound primordiale e affilato, un poco sgraziato e incazzatissimo da parte delle grandi lobbies discografiche (...). Da sottolineare una nuova era di rinascita proprio grazie alla moltitudine di progetti underground in tutto il mondo che stanno rivalutando il genere in una prospettiva fatta di aspetti differenti e difformi (speed, core, Bay Area, heavy, death e technical) preservando però il valore primigenio della sua reale essenza: distruggere, graffiare, corrodere.

Il gruppo in questione i National Suicide, italianissimi, si presentano in modo pimpante e sbarazzino e nati solo pochi anni fa dalle ceneri dei Riven si dimostrano abbastanza maturi e pronti per il debut album previsto per la My Graveyard nel 2008, inoltre a quanto si vocifera in giro sono dei veri animali da palcoscenico annoverando tra le loro esperienze una devastante esibizione al Revenge Of True Metal Festival con gli Onslaught come headliner ed un gig nientemeno che con i Napalm Death.
I trentini National Suicide sono una band molto tagliente, sulla falsa riga di Overkill/Exodus, anche se io ho riscontrato in loro una notevole caratterizzazione da classico progetto italiano, con una impronta assolutamente integerrima, quel tocco in più che può distinguerli dalla massa e di questo parlerò più avanti nella recensione quando sviscereremo il promo song by song.

Thrash Metal quindi, di quello 'old school', americanissimo, dinamitardo, un poco irriverente e lercio, Overkill, come detto, su tutti tra le influenze (nota l'impostazione della voce) anche se ci sono delle diversificazioni di impostazione, ma anche gli Exodus di "Fabulous Disaster", poi naturalmente Anthrax, Metal Church (c’è qui anche una piccola somiglianza nelle vocals) e XentriX specialmente nei fraseggi, nel sound corposo e per l'attitudine goliardica di chi forse non si prende troppo sul serio, nonostante la bravura dietro gli strumenti pare che ci sia davvero tutta.
Un pò meno interessante l'attitudine ‘auto-proclamativa’ nel rimarcare e dichiarare la mancanza e l'avversione verso le contaminazioni che bene o male hanno fatto evolvere il genere sino ai giorni nostri che personalmente trovo molto 'adolescenziale' oltre che antipatica e non molto degna di nota: ognuno credo sia libero di suonare ciò che vuole e se ciò è fatto con passione merita rispetto, sino a prova contraria, considerando che si può rischiare di cadere in un ‘trend’ anche manifestandosi troppo duri e puri.

Comunque passando a ciò che conta veramente, la musica, possiamo dire che i nostri National Suicide, evidentemente legati ad un certo modo di concepire il Thrash, sono amanti di sonorità d'impatto, molto veloci con tutte le giuste credenziali del caso, sezione ritmica la fulmicotone, una voce acida ed arcigna sempre molto ispirata con una costante interpretazione pertinente, chitarrone che fanno i botti, con grande utilizzo di partiture speed Ottantiane, ciò che riempie di più il sound è certamente l'intreccio sempre molto funambolico in una spirale arricchita da alcuni solos di chitarra 'eiaculanti'.

Il demo si apre con 'National Suicide' che in definitiva è la sintesi di tutte le loro muse ispiratrici, un ritmo 'bombastico' fa da sfondo ad una potenza inaudita costernata da un rincorrersi degli strumenti continuo, dalla partitura semplice e scorrevole abbellita da alcuni refrain assassini e pestiferi, sottofondi belli pesanti (deflagranti a tratti ...) di ritmica poderosa. 'Sucks n' Artillery' si apre con un inconfondibile intro estrapolata da certi filmetti osé per poi presentarsi come un vero inno (vedi o meglio senti il ritornello) e sciolinare una enorme padronanza seppure il brano si sviluppi nel più classico dei cliché sopra indicati.
Molto meglio e forse il pezzo migliore, è la terza traccia 'Into the Club House' dove trovano spazio anche sporadici riferimenti N.W.O.B.H.M., un songwriting incisivo in passaggio naturale tra Stati Uniti ed Europa ma ciò che più mi ha colpito è il ritornello che sa tanto di Death SS che furono con una sezione ritmica evocativa, quasi horror e la voce di Stefano dannatamente digrignate in pieno stile Steve Sylvester, brano da ascoltare sul serio.
"This Is a Raid", è un'altro ottimo pezzo, ossessivo e molto veloce, dalla ritmica stoppata e very cool, qui il batterista dimostra di che pasta è fatto, davvero bravo: headbanging assassino assicurato per tutti.
"The Old Family Is Still Alive" quindi è promosso sperando come al solito di sentire in futuro qualcosa in più, non certo contaminazioni ma magari qualcosa che suoni meno di gia sentito anche se lo so, è difficile mantenersi coerenti agli schemi senza snaturarsi leggermente.
Che una nuova era di thrash metal stia partendo anche in Italia? Merito anche e soprattutto di labels come la My Graveyard: da supportare!

80/100


Stefano Mini: Voce
Roberto "Bob" Condini: Chitarra, voce
Tiz: Chitarra, voce
Ivan "Saxon" Andreolli: Basso, voce
Emanuele"Ema": Batteria, voce

Anno: 2007
Label: My Graveyard
Genere: Thrash Metal

Tracklist:
01. National Suicide
02. Sucks n' Artillery
03. Into the ClubHouse
04. This is a Raid

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