Nonostante la pubblicazione di tre album (Voice nel 2011, Move nel 2012 e Alive nel 2014) e due DVD live (Live At Marciac nel 2011 e Move-Live in Tokyo nel 2014) in trio con Anthony Jackson al basso e Simon Phillips alla batteria, la talentuosa pianista giapponese ritorna ancora una volta con la medesima formazione in una nuova incisione in studio intitolata Spark. Dopo le numerose e riuscitissime collaborazioni negli anni passati, tra cui quelle con Chick Corea, Stanley Clarke, Lenny White, David Fiuczynski, Tony Grey e Martin Valihora, Hiromi sembra quindi aver trovato in Jackson e Phillips i suoi partners ideali. Come suggerisce il titolo, siamo di fronte da un lavoro scintillante, fatto di tecnica e passione musicale, di composizione ed improvvisazione, di schemi e di trasgressioni. Il tutto è impostato su strutture ritmiche collaudate e percorsi melodici più volte esplorati nelle precedenti incisioni, eppure si fatica a trovare qualcosa di già sentito. Novità e brillantezza sembrano regnare incontrastati per tutta la durata dell’album, conditi da una abbondante dose di professionalità e di feeling, grazie ai quali l’opera aumenta a dismisura il suo valore. Una qualità audio alle stelle che esalta esemplarmente le più piccole vibrazioni di ogni singolo strumento, la cui gamma di frequenze è percepibile in maniera netta e pulita in tutte le situazioni, da quelle in cui le note si intrecciano e si avviluppano, fino a quelle in cui i musicisti dialogano con il silenzio. Non mancano peraltro i momenti di riflessione, alternati agli spettacolari e frequenti assoli dei tre virtuosi, il tutto comunque fortemente contaminato da atmosfere e strutture che possono a pieno titolo essere considerate come la nuova frontiera del jazz. Come evidente dalle esibizioni dal vivo, anche in questo caso il dinamismo di Hiromi è trascinante, sia in senso fisico che in senso musicale, ed i suoi compagni d’avventura non riescono ad esimersi dal compito di assecondare la pianista nelle sue incontenibili ed arzigogolate improvvisazioni, durante le quali si dimena ed inveisce sulla tastiera del piano, tanto da suscitare i sorrisi e l’ammirazione degli osservatori e provocarne il completo coinvolgimento emotivo. L’unica nota dolente è la distribuzione in Italia, a mio avviso eccessivamente onerosa, almeno nelle fasi iniziali della sua pubblicazione, per effetto della quale sicuramente farà desistere più di qualche potenziale acquirente, i quali però potranno attendere pazienti qualche svendita d’occasione in giro per il mondo del web, oramai alla portata di tutti, per accaparrarsi un prodotto di grande qualità che non mancherà di meravigliare, soddisfare e ripagarsi l’esborso compiuto. |
Hiromi Uehara: Pianoforte
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