Gli Anathema si sono sempre messi in discussione senza preoccuparsi di poter deludere qualcuno ed hanno sempre trovato una giusta dimensione, anche se potrebbe sembrare che a loro nessuna dimensione sia plausibile. Weather Systems è un lavoro eccellente, unico, emozionante, quasi perfetto, un lavoro che nessuno di noi e nemmeno nessuno di loro, avrebbe mai pensato che arrivasse ad un tale risultato. Ogni brano è frutto di passione e di professionalità e sicuramente toccherà cuore ed anima di ognuno di noi. Splendide melodie malinconiche e sinfoniche, la voce di Vincent sempre migliore e le chitarre di Daniel svolgono un ruolo che apparentemente potrebbe sembrare secondario, ma che spesso dà man forte alle parti orchestrali, unendosi spesso e confondendosi con le parti violinistiche. “Untochable, Part 1” ed “Untochable, Part 2” sono due brani capolavoro dove la componente sinfonica è fortemente presente e le linee melodiche difficilmente abbandoneranno le nostre menti. Una forte linea melodica caratterizzata dallo spettacolare cantato di Vincent Cavanagh e strumenti ad arco uniscono i due brani e poi leggere note pianistiche ed ancora la voce di Vincent che si alterna a quella femminile di Lee Douglas e la vena sinfonica è più accentuata ed il brano in crescendo riesce a dar emozioni ad ogni ascolto con la parte orchestrale all’unisono con la chitarra di Daniel. Si prosegue con sonorità molto malinconiche e “The Gathering Of The Clouds” ha splendidi momenti vocali e corali e senza pausa tra una traccia e l’altra i passaggi acustici e classicheggianti ci portano a “Lightning Song”, dove la sola female voice di Lee ci accompagna per tutto il brano. Ancora splendidi momenti con “Sunlight”, che cresce come una sinfonia e “The Storm Before The Calm” è forse il brano più atipico che in alcuni momenti riecheggia la new wave anni ottanta ed anche i Depeche Mode. Atmosfere pinkfloydiane avvolgono invece “The Beginning And The End”, mentre “The Lost Child” e “Internal Landscapes" sono gli ultimi due brani del CD, lenti e malinconici, ma coinvolgenti, specialmente nella parte finale dell’ultimo brano. Un lavoro che cresce ad ogni ascolto, spesso triste e malinconico, ma che stranamente mette gioia quando l’ultimo secondo mette la parola fine al cd. Un vero capolavoro difficile da ripetere!!! 95/100
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Vincent Cavanagh: Voce e tastiere. Guest: Anno: 2012 |