Doppia recensione di Paolo Marchegiani e Gianluca Livi Recensione del cd (2007) In tutta onestà, la domanda che mi è sorta spontanea quando ho avuto tra le mani il nuovo EP dei Porcupine Tree, "Nil Recurring" è stata: 'Sarà un brandello di outtakes scorporati da "Fear Of A Blank Planet"?'. No, non è così, anche se quell'album nelle intenzioni originarie doveva essere realizzato in due dischi inclusivi dei sei pezzi noti di "Fear Of A Blank Planet" e degli altri quattro raccolti in questo contenuto EP intitolato "Nil Recurring". Il brano di esordio che è anche la title-track, è pezzo interamente strumentale denotato dalla prestigiosa collaborazione di Robert Fripp. Ecco perchè nonostante la più marcata durezza del riff, piuttosto in linea con le sirene heavy che hanno attratto sensibilmente Steven Wilson e compagni di ventura negli ultimi tempi, potrebbe essere confuso facilmente con le ultime soluzioni musicali dei King Crimson intrise di elettronica alternata a fasi di quiete. Il pezzo è stato stranamente tenuto fuori da FOABP, probabile che la scelta sia stata dettata dall'intenzione di non disorientare eccessivamente gli ascoltatori con una sovraesposizione del chitarrista britannico. "Normal" è piuttosto una interessante versione alternativa di una delle tracce più riuscite di FOABP: "Sentimental", della quale conserva il medesimo refrain. A ben guardare, i più raffinati conoscitori della produzione dei Porcupine Tree non tarderanno a rinvenirvi gli echi lontani di "Last Chance to Evacuate Planet Earth Before it is Recycled" su"Lightbulb Sun" (2000) e di "Waiting" (1996). "Cheating The Polygraph" è invece solo in parte un inedito, in quanto suonato live dalla band in sostituzione di "Way Out Of Here"; anche per questo brano dispiace non averlo visto integrato in FOABP giacchè ne sembrerebbe per forma e sostanza in perfetta linea con il registro stilistico. L'ultimo pezzo di "Nil Recurring" è "What Happens Now" caratterizzato da un fantastico esordio elettronico. Anche nell'occasione non si commetterebbe un errore nel considerarlo una sorta di alternative-track, ma con una fortissima commistione di precedenti influenze compositive: così l'incipit è prossimo alle suggestioni di "Buying New Soul" su "Recordings"(2001), talune sonorità molto vicine a quelle impiegate su "Anesthetize, The Sky Moves" e per l'album "Up The Downstair". Ottimo pezzo di chiusura di un piccolo album che avrebbe reso grande "Fear Of A Blank Planet". 80/100di Paolo Marchegiani
Recensione del vinile (2016) di Gianluca Livi |
Steven Wilson: Voce, chitarra, piano, tastiere Anno: 2007 |