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A Perfect Circle
Thirteenth Step

Dopo tre lunghi anni di fervida attesa gli A Perfect Circle, che a ragione possono essere considerati una derivazione dei Tool, sono tornati con un nuovo lavoro: Thirteenth Step.

Scevri della maggiore complessità dei già menzionati Tool gli A Perfect Circle sono capaci comunque di figurare tra le band migliori in circolazione. La formazione è rinnovata rispetto a quella originaria, per due quinti, al basso figura Jordie Osborne White che prende il posto di Paz Lenchantin. Alle chitarre fuori l’ex Queens Of The Stone Age: Troy Van Leeuwen e dentro James Iha. Qualità tecniche considerevoli per tutti gli APC che permettono di rinnovare la qualità della loro proposta musicale. L'album si apre con "The Package", l’impimatur della band è palesemente evidente (come gli echi di Mer De Noms) sin dalle prime, per vero, misurate note che tracciano una base pop-rock di sofisticata eleganza, ed è nel momento in cui fa la sua apparizione in scena l’inconfondibile voce di Maynard Keenan che tutti i tasselli si incastrano alla perfezione una volta di più, inclusa la auspicata esplosione finale, con la voce che prima sferza e poi insegue la musica in un avvio verso fraseggi più tranquilli, che tracciano paesaggi circolari. "Weak And Powerless", che può essere identificato come il primo singolo dell'album, non si allontana troppo dalle ambientazioni musicali del precedente album, per molti versi nemmeno dalla sua eccellenza, dapprima armonica, in seguito delle linee vocali incalzanti, melodiche, sposate ad un rock più tonante della prima traccia, anche se nel complesso il disco si descrive più di concetto, meno implicato in assalti sonori.

The Noose è un piccolo gioiello, che da principio ci abbraccia in maniera non troppo rassicurante, salvo poi sboccare in un chorus assolutamente epico nel quale la struttura sonora delle tastiere genera enorme spazialità, mentre le voci che si accavallano si coniugano con le chitarre per chiudere il pezzo in modo tale da lasciare (in verità) un po’ interdetti. Mentre "Blue" appare un esercizio non troppo in grado di lasciare un segno profondo, "Vanishing" resta scolpita per la sua intangibilità e per i suoi refoli eterei, figuranti anche, questa volta in opposizione agli archi, nella seguente "A Stranger", che per molti versi si dissociano dal sound più tipico degli APC. All'interno di "In The Outsider" la band rifugge le atmosfere più drammatiche per privilegiare l’attacco fisico. In "The Crimes", interludio strumentale, si recuperano alcune sonorità quasi orientaleggianti gia sperimentate in Mer De Noms in secondo piano rispetto alla batteria lineare di Freese. "The Nurse Who Loved Me" è una ballad ora classica ora distaccantesi dal resto delle canzoni in seguito al suo innalzamento dal punto di vista strumentale e sonoro a un livello ben diverso. Riesce a vivere di luce propria grazie alla considerevole quantità di archi e minuziosi espedienti sonori. Di segno opposto è invece la seguente "Pet" intrisa dell'hard-rock di fabbrica degli APC, sempre estremamente sofisticato pur non risultando il pezzo migliore del cd.

Nella minuta Lullaby sbuca una voce femminile assieme alla linea della batteria che aiuta meglio a definire l’idea figurativa della musica della band. Il lavoro si chiude con "Gravity" che in definitiva non introduce molto più rispetto a quanto già espresso dal resto delle canzoni, se non ancora altri leggeri particolari che rendono Thirteenth Step collocabile un gradino leggermente più in basso rispetto al suo predecessore Mer De Noms, per coinvolgimento emotivo e armoniosità, qualità negli arrangiamenti ed opulenza sonora.



Maynard James Keenan: Voce
Billy Howerdel: Chitarra, Piano, Basso, Programming, Cori
Troy Van Leeuwen: Chitarra
Jeordie White: Basso
Josh Freese: Batteria

Anno: 2003
Label: Virgin
Genere: Rock

Tracklist:
01. The Package
02. Weak And Powerless
03. The Noose
04. Blue
05. Vanishing
06. A Stranger
07. The Outsider
08. Crimes
09. The Nurse Who Loved Me
10. Pet
11. Lullaby
12 .Gravity

Sul web:
A Perfect Circle

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