Se siete dell’avviso che il New Prog sia un genere musicale dotato di un suo perché e di una sua dignità, allora questo Under a New Sign, seconda fatica degli olandesi Knight Area, è seriamente candidato a diventare il vostro album dell’anno.
Si riparte dai Genesis, ovviamente, ma soprattutto da quelli morbidamente opulenti e a tratti malinconici di fine anni settanta, caratterizzati da lunghe parti strumentali dominate dal ruggito potente dei Taurus Pedal e dagli assoli melodici e romantici di synth e chitarra. Tempi dispari, tastiere vintage, basso Rickenbacker, ma soprattutto una palette sonora ricchissima, grazie a una line up estesa (sette elementi), comprendente anche il flauto di Joop Klazinga e ben due chitarre (Mark Vermeule e Rinie Huigen), pronte a sostenersi tra loro e soprattutto a doppiare all’occorrenza le linee di tastiera. L’iniziale A Different Man non lascia dubbi sulla coerenza della proposta della band: quello che nasce dal vento, tra crescendo di Mellotron e delicati interventi di flauto, è un New Prog più vicino alla magnificazione del genere operata oltreoceano alla fine dei seventies che alla ripresa un po’ingenua a firma IQ e Marillion di inizio anni ottanta. Un prog corposo e potente, caldo e romantico, capace di colpire con forza l’immaginazione dell’ascoltatore. Rispetto al già positivo debut album The Sun Also Rises (2004), va segnalata una maggiore compattezza sonora e un’attenzione più spiccata verso sonorità heavy (Mastermind sembra un parto dei migliori Magellan, ma con un cantante e un batterista in carne e ossa), che avvicina in alcuni momenti i Knight Area agli Arena dell’ultimo, ottimo, Pepper’s Ghost. E poi gli inserti più dilatati, quasi jazzati, della title track, la raffinata delicatezza della splendida Courteus Love, morbida ballad caratterizzata dal violoncello di Ruben van Kruishum e dal lungo e intenso solo di synth finale ad opera del leader Gerben Klazinga. Il mastering di Bob Katz, celebre tecnico del suono che in passato ha lavorato con Steve Hackett e Bill Bruford, fa il resto, donando alla musica una tridimensionalità capace di gratificare ancora di più le nostre orecchie. Al nostro cuore pensano già i sette cavalieri olandesi. |
Gerben Klazinga: Tastiere Anno: 2007 |