L'attesissimo lavoro di e con Paolo Mazzarelli, Soffiavento - una navigazione solitaria con rotta su Macbeth, va in scena dal 17 al 20 marzo al Teatro Basilica. Lo spettacolo è il racconto fatto dal famoso attore (immaginario) Pippo Soffiavento, che spiega al pubblico in sala, a cui si rivolge direttamente, di avere in previsione una sua interpretazione del Macbeth di Shakespeare. Successivamente, tuttavia, un evento interrompe lo spettacolo impedendone la realizzazione. Al posto di Macbeth va in scena, allora, un altro soggetto: l'interprete che recita la propria vita in un inedito autoritratto. Ricordi di una giovinezza passata, successi nel lavoro, sedute di psicanalisi, tutto rivive con un flusso continuo della memoria dell'attore. Ma il beffardo destino, nel divenire dello spettacolo che sembra costruirsi al momento, si mostrerà in tutto il suo sarcasmo e la finzione della scena si intreccerà con la vita reale di chi la vive in un imprevedibile connubio. Saranno allora le caratteristiche dell'uomo, e non dell'attore, ad emergere: la sua vanità, la voglia di potere, l'ambizione, un pizzico di follia e soprattutto la paura, elemento ricorrente in tutta la pièce. Ma in fondo, rileggendo il Macbeth del famoso scrittore inglese, ci si accorge che quelle stesse particolarità sono proprie del re scozzese. Nell'opera di Shakespeare vengono infatti drammatizzati i catastrofici effetti fisici e psicologici della ricerca del potere per il proprio interesse personale senza esserne mai soddisfatti. L'opera rappresenta l'archetipo per eccellenza della brama di potere e dei suoi pericoli ed anche il nostro attore Soffiavento si ritroverà invischiato in questo turbinio di sentimenti, a dimostrazione che qualunque soggetto si incarni, re o giullare, l'uomo dovrà sempre combattere con gli stessi nemici. Affascinante l'interpretazione di Paolo Mazzarelli, una perfetta caratterizzazione del personaggio "attore" che passa da un'emozione all'altra mostrandone le espressioni nel volto e nella postura. Nella suggestiva cornice naturale del Teatro Basilica, non è poi necessario creare particolari scene all'interno di un palco che non esiste ed il suo spazio, a terra, è delimitato da una corda che ne segna i confini. Un'ora di spettacolo ammaliante, mai noioso, un monologo che non stanca, ma anzi avvince ed in certi momenti, diverte. Da notare il nome scelto per l'attore, Soffiavento, un richiamo all'opera di Shakespeare quando Macbeth, proprio mentre il sipario si chiude sulla sua esistenza, prima paragona la sua parabola a quella di "un attore che si gode la sua ora sulla scena, e poi non ne sa più nulla", successivamente invoca la fine gridando le celebri battute "soffia vento! vieni, naufragio". Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 18 marzo 2022. |
|