Gradevolissima opera teatrale spalmata su più fronti: episodi brillanti, talvolta connotati di un pizzico di comicità retrò, si alternano a sprazzi musicali prevalentemente a vocazione crooner. Egualmente ripartita tra le abilità dei due comici, che includono, come rinomato, anche qualità imitative non indifferenti (Tullio Solenghi emula Sergio Mattarella e Giampiero Mughini, mentre il più generoso Massimo Lopez riproduce fedelmente Maurizio Costanzo, Papa Francesco, Vittorio Sgarbi, Mike Bongiorno e Pippo Baudo), questa pièce teatrale offre una comicità ponderata, a tratti rassicurante, nella quale si trova peraltro il tempo di tributare la compianta Anna Marchesini e il poco conosciuto cantautore Gianmaria Testa, del quale viene cantato il pezzo "Dentro la tasca di un qualunque mattino", in omaggio alla prima, rappresentata sul maxischermo a più riprese. Molteplici sono i punti di forza di questo spettacolo: prima tra tutti la comicità che, pur a tratti surreale (piuttosto rappresentativa, in tal senso, la parodia di Mattarella e Papa Francesco in stile Laurel & Hardy), non è mai subitanea o vulcanica, anche grazie a pezzi musicali suonati da una band in carne ed ossa (tra queste "That's life", "The lady Is tramp"), inseriti saggiamente tra una gag e l'altra. Più sporadiche, ma altrettanto gradevoli, le perforazioni della quarta parete grazie a spunti colti da commenti del pubblico, quando non risate incontrollate. Non tutto è perfetto: tra i punti di debolezza, invero sporadici, un breve intervento a vocazione imitativa dei due proiettato sullo schermo, quindi registrato, e il dialetto romano non perfettamente azzeccato di Tullio Solenghi. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 novembre 2024. |
Dove eravamo rimasti Teatro Olimpico
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