La cena di Vermeer
Roma, Teatro Marconi, dal 7 al 17 marzo 2024

La cena di Veermer altro non è che la trasposizione della storia di Han Van Meegering, abile pittore e falsario, operante nel periodo del nazismo.
La storia si definisce con continui flashback che partono dalla sua condizione di prigioniero accusato di tradimento, per aver trafficato opere d’arte con i nazisti, nello specifico la cessione del quadro di “Gesù con l’adultera” al gerarca Hermann Göring. Da giovane considerato un artista fallito, apprese le tecniche di falsificazione, specializzandosi nella pittura olandese del Seicento; in particolare studiò ossessivamente Jan Vermeer, esercitandosi in modo maniacale a ricopiare fedelmente gli originali. Apprese così non soltanto le tecniche, ma anche lo spirito con cui Vermeer dipingeva  diventando appunto l’alias del famoso pittore.
Le vecchie tele seicentesche di scarso valore che andava recuperando, diventavano il supporto ideale: ne raschiava infatti il colore e vi realizzava la sua opera, ricostruendo ad arte la craquelere, ovvero il reticolo che si forma sul colore dovuto alle deformazioni della tela nel tempo e nei quali si depositano polveri finissime.
Arrivò a possedere nel giro di vent'anni un grosso capitale, grazie proprio ai suoi falsi e se a ogni nuovo tentativo rischiava sempre di più di essere smascherato, non gli importava molto. Era la passione a spingerlo, a guidare la sua mano, irresistibilmente.
Riuscì ad ingannare anche i critici più esperti, e questo fu certamente il riconoscimento più importante per l’artista.
La tecnica narrativa del flashback è affidata ai dialoghi tra il pittore e le figure che interagiscono con lui. La situazione iniziale è il carcere in cui è detenuto, dove nel divenire dialogico si convince a rivelare di aver falsificato abilmente le opere attribuite al Vermeer, ma non sarà certo semplice, poiché la critica osteggerà questa sua versione ed egli dovrà affrontare un processo per stabilire se fosse un traditore o un eroe, che aveva combattuto a modo suo per il proprio Paese.
Il dilemma tra arte e vita è il tema cardine che in questa vicenda si impone all’attenzione: l’arte che sovrasta e domina la vita umana, espressione suprema di bellezza ed eternità, oppure la realtà che ne evidenzia l’inutilità nell’ottica in cui l’artista rischia la condanna a morte.




Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 10 marzo 2024.





LA CENA DI VERMEER
di MARIA LETIZIA COMPATANGELO

Con
FELICE DELLA CORTE
MARIO SCALETTA
TIZIANA SENSI
CATERINA GRAMAGLIA
PAOLO GASPARINI

Regia FELICE DELLA CORTE

Costumi – LUCIA MIRABILE
Tecnico luci e fonica – ANDREA GORACCI
Grafica Mdesign Studio

La Cena di Vermeer è la storia di Han van Meegeren, l’uomo che nel 1945, da infame accusato di collaborazionismo, si ritrovò all’improvviso trasformato in eroe nazionale. Obbligato a diventare falsario per sopravvivere, Han sceglie Vermeer. Ma va oltre e non riesce più a fermarsi. Lui non “falsifica” Vermeer, lui diventa Vermeer… Crea dei nuovi originali, riconosciuti e venerati nei musei come opera del grande maestro di Delft. E quando alla fine accetterà di parlare per salvarsi la vita, non sarà creduto e dovrà combattere per farsi giudicare colpevole. Alto, dinoccolato, con la chioma fluente e l’eterna sigaretta all’angolo della bocca, Han era bugiardo, bevitore, imbroglione, arrogante, donnaiolo, scialaquatore...ma con una luce gentile negli occhi che lo illuminava quando parlava del più grande amore della sua vita: la pittura di Jan Vermeer. L’opera affronta il rapporto tra verità e apparenza e tra identità e verità dell’artista, raccontando attraverso l’ironia e il sarcastico amore di Han per l’arte, anche la sofferenza che questa procura quando il talento non è riconosciuto. Come in un borgesiano gioco di specchi, in questo testo si confrontano e si contaminano apparenti verità e vere apparenze. È un giallo in cui i ruoli del detective e dell’assassino si invertono, ma alla fine è legittimo sospettare che siano entrambi una sola entità: la vita (fonte: comunicato stampa).

Note di regia: Il lavoro sulla regia è diretto sul mettere l’accento sulla relatività delle cose insito nella  vita, che è il file rouge di questa storia. Il racconto di un uomo che non riesce a realizzarsi come pittore ma diventa un perfetto imitatore dello stile del celebre pittore olandese Vermeer ed infine deve dimostrare davanti ad un tribunale di essere un falsario, fa riflettere lo spettatore sul dualismo di ciò che è e di quello che appare (Felice Della Corte)


Teatro Marconi
Viale G. Marconi 698/E
Roma
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biglietti
Intero 25,00
Ridotto 20,00
Under 25 10,00

giovedì 7 marzo 2024 alle ore 21:00
venerdì 8 marzo 2024 alle ore 21:00
sabato 9 marzo 2024 alle ore 21:00
domenica 10 marzo 2024 alle ore 17:30
giovedì 14 marzo 2024 alle ore 21:00
venerdì 15 marzo 2024 alle ore 21:00
sabato 16 marzo 2024 alle ore 21:00
domenica 17 marzo 2024 alle ore 17:30

Info e prenotazioni
06 594 3554 
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