Continua il successo di pubblico per la XXVI edizione della Rassegna Teatrale Pirandelliana,
messa in scena nel seducente giardino della Basilica di Sant'Alessio all'Aventino. I Giganti della montagna, opera proposta a giorni alterni dal 7 luglio al 7 agosto, è annoverata tra la produzione letteraria pirandelliana della sua "4^ fase: il teatro dei miti" ed è incompiuta per la morte del grande drammaturgo siciliano avvenuta nel 1936. Il dramma, basato su una delle Novelle per un anno, può quindi essere rappresentato in varie versioni: famose quella di Giorgio Strehler del 1958 e quella di Gabriele Lavia in tempi più recenti. La piece narra la vicenda di un gruppo di "disadattati" che si rifugiano in una villa chiamata La Scalogna, dove vengono raggiunti da una compagnia di attori (La Compagnia della Contessa) in procinto di mettere in piedi un pezzo teatrale. Un mago suggerisce loro di rappresentare l'opera dinnanzi ai "giganti delle montagne", uomini di un potere immenso dimoranti sulla cima di una montagna, ma che non saranno in grado di apprezzare lo spettacolo. Ne I Giganti della montagna viene richiamato il principio del teatro nel teatro, usato da Pirandello anche nell'opera Sei personaggi in cerca d'autore. Dramma surrealista ed inverosimile che lascia aperto il finale. Un esempio di meta teatro dove una rappresentazione è all'interno dell'altra e dove il grande drammaturgo ha voluto criticare la borghesia del tempo, ignorante e insensibile nei confronti dell'arte. In questa versione di quello che forse è il più astratto e metafisico testo di Pirandello si è scelto un palco minimalista, scene essenziali e quasi futuriste, nessun orpello a ricreare la villa dove si svolge la vicenda, lasciando, anche in questo caso, alla fantasia dello spettatore la ricostruzione del contesto e l'attribuzione di un valore simbolico alla cultura teatrale nella nostra epoca. Per inscenare gli spazi e la vita degli Scalognati, il regista ed interprete Marcello Amici, ha scelto di affidarsi al cast con i loro ricchi costumi e le loro maschere. Estremamente simbolica è la figura di Cotrone (Marcello Amici) capo degli sbandati, con il suo strano copricapo alla turca ed un lungo mantello domina la scena senza però mai offuscare il ruolo degli altri protagonisti. In questa versione Cotrone sembra più un padre che un leader, estremamente benevolo con i suoi adepti ed accogliente, quasi protettivo, con i teatranti. Tiziana Narciso dà voce e volto alla Contessa Ilde caricando il personaggio di fortissima drammaticità, forse anche a volte eccessiva, per una donna che, in fondo, è incapace di vivere la realtà. Nel complesso un cast talentuoso che riesce a rispecchiare i miti ai quali Pirandello era ricorso nel rappresentare le verità essenziali della storia dell'umanità. Il testo incompiuto lascia un vuoto finale che racchiude un mistero, ma che dà anche la possibilità al regista di colmare con la creatività. In questa versione la via scelta è pragmatica: si sente un rumore di sottofondo, sono i giganti della montagna che scendono al galoppo verso la villa: ciò che predomina è la paura, ma la regia, intuendo che l'apice dell'emozione è stato raggiunto, chiude con una originale intuizione ed una "intrusione" nel testo tutta dedicata a Pirandello. Al termine della rappresentazione prolungati e meritati gli applausi del pubblico. Questa recensione si riferisce allo spettacolo del 29 luglio 2022. |
I GIGANTI DELLA MONTAGNA Giardino della Basilica dei Santi Bonifacio
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