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Soft Machine Legacy
New Morning: The Paris Concert

Per analizzare in maniera accurata il cammino effettuato dai Soft Machine Legacy dalla loro genesi sino ad oggi, sono state realizzate due pubblicazioni chiave: la prima consta di un ottimo CD realizzato nel Settembre del 2005 dalla MoonJune Records di Leonardo Pavkovic intitolato Live In Zaandam, la seconda è il presente DVD dal titolo Soft Machine Legacy, New Morning - The Paris Concert per la Inakustik.

La centralità dei lavori deriva dalla trasformazione intervenuta nella lineup originaria che vede l'uscita del chitarrista Inglese Allan Holdsworth, già con i Soft Machine in Bundles (1975) e Land Of Cockayne (1981), e l'ingresso di John Etheridge diverso dal primo nell'approccio con lo strumento ma anch'egli di ottimo livello tecnico e capace di fondersi armoniosamente con gli altri componenti.
I quattro artisti sono davvero pregevoli nelle esibizioni dal vivo, come contribuisce a testimoniare la scelta della tracklist del concerto Francese che deliberatamente privilegia pezzi maggiormente elastici e aperti alla improvvisazione.
Le selezione abbraccia uno spettro piuttosto ampio dove trova spazio la rivisitazione di un pezzo storico dei Soft Machine: As If, brano contenuto nell'album Fifth (1972), deprivata tuttavia del motivo centrale ed intitolata Has Riff ma anche la notissima Seven for Lee composta da Elton Dean.

Una chiosa a parte merita Ratlift nel cd per MoonJune, scritta dai quattro componenti assieme a Mike Ratledge, figura storica dei Soft Machine, rintuzzato da Elton Dean alle tastiere data la sua reiterata indisponibilità a collaborare al progetto artistico.
Il volto del quartetto costituito da da John Marshall, Hugh Hopper, John Etheridge ed Elton Dean, in buona parte edificato sulle fondamenta dei memorabili Soft Machine, ha da alcuni anni il nome di Soft Machine Legacy anche per segnare una cesura rispetto al passato.
Questo elegante DVD per la Inakustik è stato filmato il dodici di Dicembre del 2005 al New Morning Club di Parigi e contiene dieci brani onstage e ventidue minuti circa di interviste footage.
Il documento risulta estremamente importante perchè solo qualche mese più tardi da quella performance, l'otto di Febbraio del 2006, il sassofonista Elton Dean sarebbe venuto a mancare.
Splendidamente diretto dal regista Patrick Savey, il concerto Parigino della durata di circa un'ora e mezza viene proposto in una location molto compatta ed in una cornice piuttosto intima.

L'apertura è affidata alla capricciosa, ed heavy nell'impiego del sax, Ash, pezzo della durata di circa dieci minuti nonchè title-track dell'album solista del 2001 del chitarrista John Etheridge.
L'inclinazione musicale della band vira da lick più propriamente jazz verso atmosfere psichedeliche suggerite ottimamente dalla chitarra di John Etheridge. Il lungo percorso strumentale del gruppo muove invece più in profondità nella direzione fusion con brani quali Seven for Lee e 1212, notevolmente valorizzati dalla qualità cristallina dell'audio Dolby Digital 5.1.
La regia di Patrick Savey appare sempre accorta, tesa a non effettuare un uso smodato delle quattro camere in dotazione e ad impiegare appropriatamente primi piani e dissolvenze ma altresì i ritorni delle riprese sui quattro musicisti onstage.
Anche le esecuzioni musicali risultano eccellenti, permettendo alle telecamere di indugiare lungamente sui singoli componenti svolgendo una vera e propria radiografia artistica dello show tenutosi nel minuto locale Parigino.
L'illuminazione soffusa contribuisce utilmente alla creazione di una suggestiva atmosfera, quasi un inconsapevole tributo riservato ad Elton Dean che sarà stato sicuramente felice di aver potuto contribuire con il suo sax e le sue tastiere all'evento.
Tastiere che si mescolano superbamente in Kings and Queens, tratta da Fourth (1971), che sembra non risentire nemmeno per un momento del peso degli anni.

La lunga intervista-segmento, intitolata suggestivamente Soundcheck Sketches: In Conversation with Soft Machine, vede i musicisti impegnati in una serie di battute montate in maniera volutamente dispersiva nel corso delle prove.
Certamente graditissimo agli estimatori dei Soft Machine Legacy, New Morning - The Paris Concert non contiene nei circa centosedici minuti ulteriori orpelli od extra, bada al sodo: musica ed interviste con il bassista Hugh Hopper, il sassofonista e tastierista Elton Dean, il batterista John Marshall ed il chitarrista John Etheridge.
I Soft Machine Legacy, non temete, sono attualissimi: con John Etheridge teso a fornire discontinuità ed Elton Dean impegnato a disegnare linee sonore sinusoidali ma anche a svolgere la funzione di collante con la storia artistica dei primi Soft Machine.
John Marshall ed Hugh Hopper poi, appaiono indispensabili alla economia dell'insieme: il primo attraverso l'arricchimento percussivo o prendendo egli stesso per mano la sezione ritmica, il secondo attraverso la capacità di adattare le linee del suo basso al contesto e rifuggendo dalla ricerca dell'estetica di un suono messo in primo piano ad ogni costo.

85/100


Hugh Hopper: Basso
John Marshall: Batteria
Elton Dean: Saxello-Alto-Fender Rhodes
John Etheridge: Chitarra

Anno: 2006
Label: Inakustik/Warner
Genere: Jazz/Rock

Tracklist:
01. Ash
02. Seven for Lee
03. 1212
04. Baker’s Treat
05. Has Riff
06. Kings & Queens
07. Sideburn
08. Two Down
09. Kite Runner
10. Strange Comforts

Extra Features: In Conversation with Soft Machine Legacy

Sito web:
Soft Machine Legacy @MySpace

 

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