Inner Gobi è una di quelle incisioni che convince sin dal primo ascolto. Ovviamente bisogna saper apprezzare il genere musicale affrontato, ma una volta superati i primi minuti di inquadramento, il risultato è garantito.
Si tratta di un album interamente strumentale, le cui strutture ricordano a più riprese quelle dei King Crimson di Starless and bible black e Red, e forse vagamente quelle dei Black Sabbath. Per questo potrebbe essere associato semplicemente al prog o classificato come stoner, ma forse il genere più appropriato è quello della dark-prog-fusion-rock. I musicisti, provenienti dall’ambiente rock-prog, sono solo tre e le sonorità sono essenziali con pochissimi fronzoli elettronici e proprio per questi motivi, trattandosi di un album privo di cantato, il lavoro strumentale è stato quanto mai intenso, caratteristica quest’ultima obbligata per l’ottenimento di un prodotto valido ed interessante. Basso, chitarra e batteria sono sempre contemporaneamente in evidenza in maniera esemplare. Le ritmiche non fanno da semplice accompagnamento e il chitarrista Martelli costruisce le melodie su consolidate ma mai banali strutture. Le capacità solistiche dei tre artisti sono di elevata caratura tecnica e sebbene l’improvvisazione sia una componente fondamentale dell’intero album, è tangibile quanto i brani siano dotati di peculiari e precise strutture compositive tutt’altro che casuali. I suoni, poco pomposi, sono netti, puliti, decisi e molto gradevoli, ma soprattutto ideali per godersi il lavoro svolto da ogni singolo strumento. Ci si può concentrare infatti su ogni singolo strumento o lasciarsi guidare dall’impatto sonoro d’insieme. Non è per nulla un disco retrò o datato. É un certosino lavoro di tecnica e atmosfere dark. Anche l’art-work immaginifico e noir, curato da Lorenzo Sammartino, è di grande effetto con le sue tonalità di colore soffuse e sfumate. A volte in gergo redazionale è uso dire che un album “merita attenzione” quando ha degli elementi che ne giustificano il tempo speso per ascoltarlo. In questo caso mi sento invece di consigliarlo vivamente non solo a titolo conoscitivo, ma come vero e proprio acquisto da inserire tra i preferiti della propria discoteca. |
Anno: 2017 |