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Paolo Siani ft. Nuova Idea
Faces With No Traces

Un album che nelle intenzioni e nei fatti non rinnega il passato e volge lo sguardo verso il futuro.

Per chi non lo sapesse Paolo Siani è stato uno dei membri della formazione denominata 'Nuova Idea',  nata agli inizi degli anni '70, con all’'attivo tre soli album in stile prog all'’italiana. Successivamente allo scioglimento, i componenti hanno continuato comunque a muoversi in primo piano nella scena musicale italiana, tra cui appunto Siani che è stato per molti anni tra le fila dell’'Equipe 84, oltre alle collaborazioni con Julio Iglesias e Ornella Vanoni.

A partire dal 2012 Siani ha poi intrapreso questo nuovo percorso con i compagni di vecchia data, rispolverando la sua passione per il prog e riproponendosi già nel 2013 con l’'album “Castles, Wings, Stories & Dreams” e di nuovo nel 2016 con “Faces with no traces”.
Si badi bene che non sono album dei Nuova Idea, ma di Paolo Siani featuring Nuova Idea, proprio a sottolineare, giustamente, la paternità del nuovo spunto artistico.

Un album quindi questo “Faces with no traces” ricco di collaborazioni (oltre venti musicisti coinvolti), dove oltre alle vecchie conoscenze di 'Nuova Idea', vale anche la pena segnalare la presenza di Roberto Tiranti, ultimamente in grande forma anche con la formazione 'Wonderworld' (qui recensito il "II").
Da questo amalgama di musicisti di epoche diverse è quindi scaturito un disco molto ben elaborato, nelle composizioni e nelle esecuzioni. Un disco intenso e riflessivo, lontano dalle pretese avanguardistiche del nuovo prog, ma neanche fossilizzato nel retaggio di un rock all'’italiana di vecchia data.

Il cantato è tutto in inglese, anche se forse non avrebbe stonato rispettare l'’italianità del progetto.
Nell’'album trovano spazio atmosfere mistiche, come la bellissima introduzione ad opera del Duduk (strumento a fiato etnico), fino alle reminiscenze del’ rock anni ‘'70, evocate dagli Hammond o dai Mellotron sparsi nelle varie tracce.
Non è raro riscontrare anche ambientazioni floydiane o sonorità riconducibili a quelle degli Alan Parsons Project, dei Genesis, a quelle dei Led Zeppelin o dei Deep Purple. Il richiamo agli anni d’'oro del rock è comunque esplicitamente dichiarato anche nell’'accenno di “"Day Tripper"” dei Beatles alla fine di "Free The Borders".

La varietà dei ritmi e degli stili è inoltre tale che difficilmente c’'è da restare annoiati. Dal profondo blues di "Post War Saturday Echo" all'’hard rock del brano "Rockstar", fino a giungere al bucolico folk della traccia conclusiva.
Il supporto fisico è inoltre arricchito da tre tracce multimediali, due delle quali sono remix della traccia 3 e una è il videoclip della traccia 7.

Eppure ogni volta che ascolto dischi di tale spessore, italiani o internazionali che siano, mi viene da pensare: se non ci fossero stati gli anni '‘70, cosa sarebbe oggi la musica?







Paolo Siani: batteria
Roberto Tiranti: basso, voce
Marco Zoccheddu: pianoforte
Ricky Belloni: chitarra
Marco Abamo: chitarra
Marco Biggi: percussioni
Federico Buelli: sax
Stefano Cabrera: arrangiamenti
Andrea Calzoni: flauto
Gevorg Dabaghyan: duduk
Diego e Fabio Gordi: arrangiamenti
Guido Guglielminetti: basso
Paul Gordon Manners: voce, chitarra
Carlo Marrale: chitarra
Giangiusto Mattiucci: mellotron
Eva Feudo Shoo: cello
Paolo Tognazzi: hammond
Giorgio Usai: hammond
Paoo Vacchelli: effetti
Nuova Armonia: cori
Maurizio Ramera: direttore di coro
Laura Capretti: voce

Anno: 2016
Label/Distribuzione: Goodfellas/Black Widow Records
Genere: Progressive Rock

Tracklist
01. No One’s Born A Hero
02. Welcome Aboard
03. Black Angel’s Claws
04. Free The Borders
05. Rockstar
06. Post War Saturday Echo
07. Three Things
08. Èriu

 


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