Home Recensioni Album Ed Motta - Perpetual Gateways

Ed Motta
Perpetual Gateways

Appena uscito e già lo si può considerare un classico. Perpetual Gateways è l'ultima fatica discografica del Genio Carioca. Ed Motta è senza dubbio alcuno il nuovo Profeta della contaminazione musicale mondiale. In questo disco Ed riesce a unire ingredienti musicali di vario genere con una disciplina ed un equilibrio da manuale. Sarebbe riduttivo e persino offensivo citare i punti cardinali della bussola artistica di Ed Motta: Donald Fagen, Steely Dan, Stevie Wonder, Charlie Parker, Thelonious Monk soprattutto. Le fonti di ispirazione sono chiare ma Ed Motta con questo disco raggiunge il punto più alto della sua già sorprendente carriera artistica. Un compositore, polistrumentista e Grand Gourmet che vola negli States per mettere in pratica la sua idea di suono, di arrangiamento, di scrittura. Perpetual Gateways certamente strizza l'occhio ai già citati mostri sacri ma suona alla Ed Motta, elegante, raffinato, acrobatico, armonioso.

L'artista è qui prodotto da Kemau Kenyatta (Gregory Porter) e si attornia di un cast stellare di mostruosi musicisti della American West Coast, tra cui Patrice Rushen e Greg Phillinganes (tastiere), Hubert Laws (flauto), Marvin 'Smitty' Smith (batteria), Tony Dumas (basso) e Charles Owens (sassofono). Ed inizialmente si mostra davanti a questi Maestri con la timidezza di uno scolaro ma il suo debordante talento alla fine viene osannato dai suoi stessi mentori.
Il disco si articola in due blocchi (Part one & Part two, come ai bei tempi andati). Il lato A profuma di groove, ritmiche complicatissime da spellarsi le mani, effluvi sulfurei di Fender Rhodes, partiture di fiati come non se ne scrivono più, con una meravigliosa ballad "Reader's Choice" che tanto sarebbe piaciuta all'indimenticato Pino Daniele che Ed amava e stimava. "Captain's Refusal" è un effervescente pezzone pop a la carte tiratissimo e molto godibile. Il lato B Ed si consegna ai suoi estimatori ed al panorama musicale internazionale con straordinari brani intrisi di Bop, Scat, Spiritual Jazz con la chiusura del disco quella "Overblown Overheight" che è la perla di tutto il progetto, il definitivo marchio originale di Casa Motta. Ma la cosa migliore che il Nostro produce in Perpetual Gateways è la scrittura personale di storie con una visione profondamente poetica della Vita, dell'Amore, della Libertà. Già Libertà, perché Ed Motta è un Artista libero, fuori dagli schemi e dai cliché dello Show Biz, scevro da compromessi con Majors, un talento puro, sincero, dannatamente semplice e gradevole. La copertina del disco descrive a pieno lo stato d'animo di un musicista sereno e dall'ingombrante profilo culturale.

Ed Motta non pretende di essere Pop in questo suo nuovo viaggio sonoro, tutt'altro. Certo è che la sua Voce, già nota come una delle più versatili al mondo, qui tocca vertici di lirismo ed espressività da Oscar. Proprio oggi, un anno fa Ed mi ospitava nel suo eremo di Rio de Janeiro incastonato nel Jardim Botanico. In quei pochi minuti passati assieme, emozionato come un bambino, mi prese per mano e sedendosi al pianoforte mi fece ascoltare in anteprima un assaggio di questo capolavoro. Ed Motta, un fenomenale sarto musicale, uno dei pochi ancora in circolazione. Haute Couture a la Maisòn Motta. CHAPEAU!



Ed Motta: piano, tastiere
Kemau Kenyatta: sax
Patrice Rushen: tastiere
Greg Phillinganes: tastiere
Hubert Laws: flauto
Marvin 'Smitty' Smith: batteria
Tony Dumas: basso
Charles Owens: sassofono

Anno: 2016
Label: Lab 344
Genere: Jazz/Latin/Funk/Soul

Tracklist:
01. Captain's Refusal     
02. Hypochondriac's Fun     
03. Good Intentions     
04. Reader's Choice     
05. Heritage Déjà Vu     
06. Forgotten Nickname     
07. The Owner     
08. A Town In Flames     
09. I Remember Julie     
10. Overblown Overweight

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