Ci sono voluti alcuni anni per poter sentire il primo lavoro “completo” di questa band siciliana che già si era fatta notare in passato nel sottobosco “progressive” con vari EP e performance live. Per “completo” intendo un lavoro che si dimostra maturo e ben confezionato nella formazione attuale di 5 elementi, dove alla chitarra dello storico fondatore Alessio Oranges si affiancano le qualità della nuova line-up e la pregevole voce di Francesca Pulvienti. La band propone un rock progressivo nel senso più lato del termine. Le contaminazioni tra rock, ambient, metal, dark, fantasy … sono tutte lì ad intersecarsi e coinvolgersi a vicenda, in attesa di essere fuse in un amalgama che risulta particolarmente intrigante e coinvolgente. I brani sono spesso in forma di suite con le varie parti strumentali che raccontano la propria storia spesso contrapponendosi tra loro armonicamente. Il tutto si presagisce già dall’intro “Suoni di stelle”, una scatola musicale elettrica/elettronica che serve ad aprire le orecchie, ad invitare ad ascoltare, a comunicare … in un moderno incontro del terzo tipo. A seguire le possenti “Labirinth of doors” e soprattutto “Mark of times”, una sequenza di ritmi variegati sorretti da una sezione ritmica particolarmente efficace e puntuale, le tastiere a creare atmosfere tecno-elettroniche e la chitarra ad inseguire e stigmatizzare i cambi di ritmo. Molto bello anche i flauto andersoniano in “Mark of times” che offre anche l’esordio del cantato di Francesca e di una vena “ballad” che aggiunge grazia all’insieme e che lo rende meno “già sentito”. Belle anche le Crimsoniane “The alchemist” e “Sparks Within a Downpour”, anche se, come sempre, alle strappate violente che scuotono le membrane dello stereo si accompagnano momenti di quiete: pura ricerca di sonorità e nuovi percorsi. In quest’ottica risulta carina l’intermedia “Emeral tears”, una classico pezzo con il pianoforte che la fa da padrone e da linea guida ma che risulta banale rispetto ciò che lo circonda. Più interessante “Gravity” che ci immerge in un’officina di suoni e rumori ... una musica che costruisce. Album intrigante, consigliatissimo per tutti coloro che amano il progressive ma anche il metal o genericamente l’alternative …Suonato benissimo ed inciso altrettanto, la Farfalla Meccanica ha tutti i numeri per spiccare il volo e conquistare uno spazio nel mondo della musica moderna sia italiana che estera. Alla prossima! 80/100
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Francesca Pulvienti: voce, testi Anno: 2015 |