Quello degli Infamous è uno di quei progetti semi-solisti (poiché ogni pezzo è da lui scritto e concepito e solo ogni tanto S.A. si avvale della collaborazione di altri musicisti) che lasciano il segno negli annali dell'underground, è per questo che mi sento di dire che erano anni che non ascoltavo qualcosa di così tradizionale eppure così innovativo; il fatto concreto che centra il bersaglio in pieno è proprio l'aria di nuovo che aleggia ascoltando il nero soffocante sound del gruppo che riesce nella titanica impresa di essere melodico e caotico allo stesso tempo con linee semplici di impatto e qualche fulminante idea che a tratti meraviglia lasciando letteralmente di stucco. ..il sound è sofferto, introspettivo molto legato alla scena nordica e contornato di riffing veloci, minimali e articolati, cupi ma anche da toni epici ed imperiosi, sonorità al limite con il sound post apocalittico decadente che molto si ripercuote sulle tenebrose e strazianti dinamiche dei lunghi brani (in media 5 minuti), e al solo pensiero che questo non sia altro che un inizio mi viene da pensare che cosa questo musicista sardo riuscirà a concepire tra qualche anno, per ora questa opera è una piccola 'Summa Trecensis' del black metal nordico dei primordi, ma con un accento italico ben delineato ed un mood senza orpelli che lo rende a tratti indistinguibile e a tratti precisamente 'etichettabile' con uno stile univoco/distintivo, e già bene delineato. ...perciò non mi trovo a parlare di un musicista che si improvvisa, ma di un grande nuovo nero progetto musicale che si affaccia prepotentemente (seppur nel suo trade mark fatto di misantropia e repulsione con un ritorno alla natura e al silenzio dei boschi, aborrendo la condivisione a favore dell'autodeterminazione), nella scena nazionale e non solo. Analizzando più da vicino il platter troviamo bel 6 brani, con un sound omogeneo dall'effetto eco e davvero tenebroso, chitarroni foschi e basso ribassati e ultra marci, una batteria ossessiva ma al contempo pertinente e non invasiva negli accenti, con un grandissimo lavoro di atmosfera da ricercare tutto nell'insieme (non esiste infatti un solo strumento che soprassieda gli altri), il tutto supportato da un lavoro bellissimo alle vocals, in stile black metal certo ma anche strazianti e maligne come non mai... Si apre dopo 3 colpi di charleston con la ficcante e dal notevole effetto ' a tempesta' "Acid Disease", una killer song che sprezzante si dipana poderosa e minacciosa con al suo interno un break guerresco e vocalizzi epici in lontananza, micidiale il riff semplice ma evocativo che si installa prima dell'intermezzo acustico tuttavia soffuso e criptico, questa song mi ricorda lo stesso feeling delle band seminali di black metal, quelle vere e spontanee, spinte dalla sola creatività scaturita dalla nera rabbia. Il pezzo si fa melancolico alla fine, ma resta pur sempre una forte impronta pessimistica ... La negatività si fa ancora più largo con "Antarctica", un brano freddo come i sentimenti e gli ambiti che vuole descrivere, black metal stavolta più cadenzato e dai tratti melodici ma impostati sulla galoppante vena metallico oscura, una voce acida e spettrale vomita e si fa trascinare dalle linee anche stavolta evocative del brano: forza e disperazione, questo traspare dalle note del brano, costruito in modo da non annoiare ...da rilevare il bel riffing in semi assolo in sottofondo che va a sfumare nel pezzo di coda finale del brano. Ed eccoci alla mia preferita “III”, un corposo e tagliente black metal in piena era nordica ma con un assetto anche stavolta minimal melodico ed una batteria micidiale ! Questo è il vero sound sotterraneo ! La voce qui è ancora più sofferta e straziante e rende benissimo l'idea, ma è nella sorpresa finale che ci si meraviglia, un altro break quasi gregoriano, con cori impostati che lasciano di stucco, un pezzo PERFETTO! Il bello di questo cd è che ogni tanto si sente in pieno che la registrazione non è iper-professionale ma tutto sembra voluto e cercato, e mi pare di ascoltare le prime registrazioni demo di band seminali quali Emperor, Burzum e Sayricon, Darkthrone e company per il feeling che trasmette, è un sound davvero distinguibile e ovattato il tanto giusto, il che rende onore a brani come la velocissima "Abisso", altro capolavoro del cd, un brano 'easy listening black metal' ma mostruosamente ben concepito ed eseguito, un turbinio di abissale vuoto avvolge l'ascoltatore, e se dico che il gruppo centra sempre l'obiettivo non lo dico a caso. Si tratta di una scarica di maligna rabbia sparata in faccia senza lasciare il ben che minimo dubbio del valore dell'opera, la track "Abisso" (in cui ho riscontrato anche un sound vicino al death occulto di matrice ellenica...) così come "Life's Erosion" (il mio secondo brano in ordine di preferenza, che mi ricorda qualcosa degli Hades nella parte conclusiva) scorrono veloci con il loro incedere 'tritaossa' con un accenno alla costruzione musicale dei brani ed un intreccio tra il riffage ed il caos che denota un grande studio a livello di arrangiamento e moltissime influenze che potrebbe sembrare unidirezionale ma che in realtà denota un ampio background, anche al di fuori del black metal. E si termina con "Isolation" che non fa altro che confermare la vena creativa della band, un micidiale assalto stavolta più imperioso e con una voce ancora più aspra di brutal black isterico dal vero impatto, un brano semplice eppure avvolgente che crea un mucchio di macerie intorno a se, un sound unico e ricco di molteplici sfumature con al suo interno il pathos nervoso e quasi indomabile della perdizione umana. Invito tutti i cultori a procurarsi questo piccolo gioiello di arte nera italiana, consiglio di un estimatore del genere che ascolta ogni anno centinaia di dischi, questo è un lavoro con un'anima, un corpo ed una mente. 95/100
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S.A.: Batteria, chitarra, basso Anno: 2013
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