Sasso Marconi, un paese in provincia di Bologna, diventa il luogo d’ispirazione e di azione degli Absolut Red, un gruppo emergente che questo anno debutta con un album dal titolo molto eloquente, A Supposedly Fun Thing We’ll Probably Do Again.
La band propone un indie rock caratterizzato da una voce coldplayana abbastanza espressiva, che si può ben sentire nella prima traccia intitolata “Embryology”, arricchita con i cori nella successiva “Occasion” e da un sound semplice e privo di inutili fronzoli, che si ravviva in “A Love Story from Outer Space”. A metà dell’album si può ascoltare “90s’ Call” che porta in noi un misto di serenità ,data dalla melodia, e di nostalgia, data dal testo. Seguono “Sunday”, dove si cambia un po’ il ritmo, e “Life in Black and White” dal working guitar interessante con tanto di assolo. “Bathroom Whistling” presenta sonorità più accattivanti, mentre si ritorna allo stile più rockeggiante con “African Savannah” che chiude l’album. Il lavoro degli Absolut Red non è male: viene offerta, infatti, buona musica, leggera e orecchiabile, anche se con pochi tratti innovativi. Dal punto di vista del prodotto finale si tratta personalmente di musica di poco sforzo (non si mette in dubbio il processo di lavorazione che c’è dietro e il song writing che, come sforzo, saranno costati sicuramente molto di più). 63/100
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Daniele Raffaelli: basso Anno: 2012 |