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Modern Blossom
Beg For More

Distorni estreme e voci melodiche incantano l’ascoltatore in istanti oscuri e per gli amanti del genere risulterà sicuramente splendido.

Nascono nel 2010 e subito pubblicano on-line qualche traccia, si esibiscono dal vivo e qualche concerto lo fanno anche come supporto ai Calibro 35. Nel 2012 pubblicano Beg For More un album che si rifà alla moderna witch house, con qualche influenza dark wave ed electro-pop. Dedicano grande attenzione alla rete, costruendo una splendida pagina dalla grafica semplice e che interagisce con i social musicali. Su youtube si possono trovare oltre che alle tracce, anche spezzoni di live, (e dandoci uno sguardo) lo stile di presentarsi sul palco mi riporta alla mente Miss. Violetta Beauregarde oppure Tying Tiffany (I concerti più divertenti in cui sono stato.) LOL

Il disco, composto da 7 tracce, è geniale e scorre tranquillamente, a partire da: “A Common Poetry” che contiene dei passaggi tonali molto gradevoli ed il finale è psichedelico (fa venire gli svarioni da situazione rave-party.) “Beg For More” fa notare un forte richiamo al cyber dark industrial tedesco (ma in modo molto più blando). “A Sickness Called Faith” intrisa da una ritmica quadrata, distorsioni oscure ed un cantato ultra melodico è certamente una hit che conquista! “Bloodline, Red Flies” se contenesse una voce più profonda mi darebbe l’idea di un brano dei Depeche Mode. “Last Act” è triste e melanconica, quasi depressiva (potrebbe essere un brutto trip) …e la cosa mi piace! “I Don't Own You” mi sembra un revival in stile anni ’80 ma riadattato, un po’ alla Duran Duran dell’epoca d’oro, ma fatto in chiave attuale (per intenderci). “Velvet Shoulders” rimane sospesa per un tempo lunghissimo per poi arrivare all’improvviso un batteria assurda. Fantasia allo stato puro!!

Un album che nel suo genere merita rispetto ed attenzione, innovazione ne contiene in dosi limitate, ma trabocca di immaginazione. Urla alle atmosfere anglosassoni, sfiorando però il sottobosco tedesco. Hanno un modo di fare all’avanguardia e dei suoni ricercati. La voce li caratterizza e gli da carisma, li rende riconoscibili dal primo ascolto e le distorsioni costruiscono un clima veramente underground. Spero che band come la  loro possano fare molto, anche se nel nostro contesto italico rimango abbastanza emarginate dai mass-media. Fare molti concerti, sfruttare al massimo i network, recensioni e pubblicazioni sono sempre le vie migliori per ogni tipo di band e se viene a mancare l’appoggio di distribuzioni a largo raggio ci vuole un atto di forte volontà e perseveranza per fare il botto… e credo che ci riusciranno.

70/100


L: Elettronica
A: Elettronica

Anno: 2012
Label: Autoprodotto
Genere: Elettronica/Darkwave

Tracklist:
01. A Common Poetry
02. Beg For More
03. A Sickness Called Faith
04. Bloodline, Red Flies
05. Last Act
06. I Don't Own You
07. Velvet Shoulders

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