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Amarok
Sol De Medianoche

Robert Santamaria è tornato. A tre anni di distanza da Quentadharkën, il Professore spagnolo laureato in Paleontologia è pronto a rispolverare il suo armamentario di strumenti e di idee per dare vita all’ennesima alchimia a base di progressive rock e musica etnica. 

Si potrebbe partire dalla fine, dalla cover di Abbadon’s Bolero di ELP, qui riproposta in una nuova originalissima versione a base di santur, vibrafoni, fisarmonica, percussioni, violino, tromba, voce vocalizzante e tanto altro, per dare l’idea di cosa sia capace di fare quest’uomo.

Quella degli Amarok è una fusione non sempre riuscita al 100%, ma che quando funziona è in grado di proiettare l’ascoltatore verso un’esperienza sensoriale inedita ed elettrizzante, oserei dire sinestesica. Per avere un’idea di quello che vi aspetta, provate a immaginare la limpidezza mediterranea degli Indaco di Amorgos unita al rigore cameristico dei Birdsongs of Mesozoic; aggiungete una splendida e potente voce femminile (Marta Segura), gli strumenti acustici e percussivi più disparati, un pizzico di jazz e le brume nordiche evocate dal flauto magico di Manuel Mayol. Quello che otterrete è l’ondeggiante e sinuosa atmosfera di Hermits, dipinta sull’ossatura del bouzuki ma capace di svilupparsi inaspettatamente in un duetto flauto – hammond dal sapore delicatamente sinfonico; oppure l’energia tesa e nervosa di Wendigo, introdotta e attraversata da liquide evoluzioni di pianoforte su cui il flauto e il Mellotron richiamano atmosfere Anglagard, per poi virare verso incastri di hammond e fiati quasi Soft Machine.

Purtroppo delle undici tracce presenti, cinque sono solo brevi frammenti di passaggio verso brani dalla durata più consistente (tra i cinque e i quattordici minuti della title track). Ma questo “Sole di mezzanotte” è comunque un’opera da gustare nella sua policroma interezza, ottimo viatico per quel viaggio oltre “il solito prog”, che anche l’ascoltatore più conservatore almeno una volta nella vita dovrebbe avere il coraggio di provare a fare.




Robert Santamaria: Tastiere, fisarmonica, chitarra 12 corde, saz turco, santur iraniano, kanun, dulcimero, autoharp, xilofono, glockenspiel, hang, percussioni
Manel Mayol: Flauto, voci, percussioni, didjeridoo
Mireia Sisquella: Sax soprano e alto, tastiere
Marta Segura: Voci, percussioni
Alán Chehab: Basso elettrico
Renato Di Prinzio: Batteria

Anno: 2007
Label: ProgRock
Genere: Progressive Rock

Tracklist:
01- Sephiroth (4:17)
02- Hermits (10:46)
a) Initiations
b) Song Of The Ascet
c) Transit
d) The Last Of The Lasts
e) John Roundeau's Jig
03- Xiöngmao I (The Cat-Bear) (1:13)
04- Wendigo (7:11)
05- Duet For Hang And Bass (2:09)
06- Mama Todorka (2:02)
07- Ishak The Fisherman (12:04)
a) The Rebel Genius
b) Half Man Half Stone
c) The Castle Of The One Hundreds Maidens
d) The Great Secret
e) Ishak Returns Home
08- Eight Touts (3:03)
09- Midnight Sun (13:34)
a) Colourless World
b) The Dance Of The Automations
c) Far Away
d) The Great Deceit
e) Taiga
f) Midday Shade
10- Xiöngmao II (0:41)
11- Abaddon’s Bolero (8:07)

Sul web:
Amarok
Amarok@MySpace

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