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Pornology
My Bitter End

Non lasciatevi ingannare dalla copertina (in cui si vede una procace pin-up), né tanto meno dal nome della band: entrambi potrebbero farvi pensare al classico rock stradaiolo di stampo americano, tutto donne, motori e rock and roll, che ha fatto la fortuna di bands come Motley Crue, Guns N' Roses, L.A. Guns. E invece no! Qui ci troviamo di fronte ad una musica certamente energica, ma oltremodo elegante e stilisticamente impeccabile, inclusa in un range che vede da un lato un rock di gran pregio, dall’altro sfumature cariche di malinconia.
In realtà, le influenze sono molteplici: echi grunge in “I can’t”, “Thunder” e “Resteless world”; toni malinconici e agrodolci in “My Bitter End”; la graniticità di certo hard rock britannico in “The Reason Why” e statunitense in “In My Pain”; toni dolci e malinconici in “I Can’t”; un pop metal adeguatamente ruffiano in “A Star”.

Ad ascolto finito si rimane positivamente colpiti, certi di aver per le mani un prodotto di qualità, ben suonato e, nonostante limiti e difficoltà imposti dall’autoproduzione, adeguatamene prodotto. È indubbio che, unitamente alle bands citate in apertura, facciano parte del backgroud musicale dei 4 musicisti lombardi tanto le compagini hard rock più squisitamente da classifica degli anni ’70 inglesi (Bad Company su tutti) e statunitensi (Foreigner, Toto), quanto la scena più linda e tersa della Seattle anni ’90, ma in toni più cristallini, decisamente meno spregiudicati e sfacciati. Ne consegue che nelle musiche del gruppo sono completamente assenti echi irriverenti, toni sfrontati, atteggiamenti audaci.
Resta l’incognita della scelta di un nome così assurdo (a parere di chi scrive un errore che si pagherà caro nel tratto a venire) che rischia, nel suo ammiccare al porno, di portare fuori strada il potenziale ascoltatore sui contenuti dell’opera. In realtà, il termine “pornologia” non è sinonimo di pornografia. Un certo Flaiano ritiene scherzosamente che il termine stia ad indicare un “discorso o scritto di carattere erotico o di contenuto osceno” ( http://www.treccani.it/Portale/sito/lingua_italiana/speciali/eros/Ravesi.html ).
Potrebbe essere che, se non nella musica, nei testi il gruppo affronti tematiche legate al sesso e alla pornografia? No. Testi semplici, ma non banali, nei quali il sesso non assume alcun particolare rilievo rispetto ad altre tematiche, pure adeguatamente trattate.
Spinto dalla curiosità, nel dubbio che il termine alluda a chissà quali altre realtà a me ignote, scopro che per descriverne il significato è necessario fornire la definizione dei termini “erotizzazione” e “pornografia”: “La nozione di erotizzazione implica la possibilità davvero solo umana che un comportamento sessuale esprima esigenze e significati relativamente indipendenti dalla sessualità, senza che il soggetto ne sia consapevole. Per pornografia si intende l’insieme delle tecniche di rappresentazione della vita sessuale normale o abnorme, finalizzata a facilitare le fantasie masturbatorie del fruitore, secondo una logica meccanica e ingenua, che tuttavia può esprimersi con codici di genere anche relativamente sofisticati (ad esempio nei video porno soft- e hard-core). Da un punto di vista psicologico tutte le forme di fruizione della pornografia possono essere considerate perversioni, benchè siano ormai straordinariamente diffuse e socialmente accettate. Col termine "pornologia" si indica (.) l’intenzione (.) di porre in risalto attraverso rappresentazioni, (.) le reali motivazioni che spingono gli individui a determinate interazioni sessuali.” ( http://utenti.multimania.it/transfusioni/glossario.htm ).
Orbene, ci si chiede cosa abbia spinto questi ragazzi a adottare un tale moniker (potrebbero dircelo loro stessi, postando un commento in calce alla presente recensione).
Ad ogni modo, il lettore è doverosamente avvisato: sarebbe completamente fuori strada se, acquistando questo disco, si aspettasse glam, hair o street, sottogeneri del metal suonati da gente particolarmente appagata nell’associare la parola “porno” ad esponenti del gentil sesso (nei testi delle canzoni, nel dopo concerto, e così via), giacché il gruppo si misura con un rock certamente solido, ma decisamente raffinato ed elegante.

82/100


Tommaso Di Blasi: Voce, chitarra
Alfredo Miloro: Chitarra
Manuel Schiavone: Basso, voce
Daniele Boccola: Batteria

Anno: 2010
Label: Autoprodotto
Genere: Hard Rock

Tracklist:
01. In My Pain
02. I Can’t
03. A Star
04. The Reason Why
05. Thunder
06. My Bitter End
07. Resteless World
08. Round ‘n Round Now
09. Burning Hell

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