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King's X
XV

Per chi non lo sapesse, i texani King’s X sono una band nata nei primi anni ’80 e che ha esordito esattamente vent’anni prima questo XV di cui mi accingo a parlare, con un hard rock molto spirituale, a tematiche cristiane, e una certa influenza progressive, intesa in modo molto dinamico e sperimentale, nel senso che li ha portati a intuire non poche cose di quelle che sarebbero state le tendenze negli anni a venire. Il loro esordio, Out Of The Silent Planet è assolutamente imperdibile, fusione perfetta tra musica pesante e oscura e melodie vocali ispirate al gospel e al soul. Dopo i primissimi tre album, la band scivola in un periodo di crisi, grandi cambiamenti, che la porteranno comunque a rispondere reagendo bene e con stile, con Dogman ed Ear Candy. In seguito l’ispirazione si fa sempre più rara e saltuaria, fino a farli tornare sui loro passi e assemblare materiale risalente a prima dell’esordio, in Black Like Sunday, e poi provare con un suono trendy in Ogra Tones, un buon album, tutto sommato, anche se vittima delle citazioni di altri e di se stessi, culminanti nella riproposizione di “Goldilox”, di ben quindici anni prima.

XV è un bluff sin dal titolo. Non è il quindicesimo album dei King’s X. Potrebbe esserlo se decidessimo di contare il best of e il live. Salvo poi rendersi conto che le raccolte sono due e quindi comunque ci troveremmo fuori dal numero quindici.
Ma il bluff non è solo nel titolo, va ben oltre, perché i King’s X ci vogliono illudere di trovare come al solito ritornelloni orecchiabilissimi immersi in gioiellini hard rock – soul come ci hanno abituato in passato. Invece qua ci sono solo i ritornelloni. La mania di concentrarsi come forsennati sulla ricerca del ritornello ad effetto, che non può non farti amare quella canzone come se la conoscessi da sempre, addirittura oscura tutto ciò che è all’infuori del ritornello stesso, annullandolo e riducendolo a una sorta di decorazione, talvolta piuttosto inutile o goffamente moderno, e si veda a tal proposito “Prey”,“Alright” e “Move” (in pratica i pezzi più ritmati, un tempo,il loro punto distintivo). Purtroppo per loro, non basta suonare come i Sevendust per avere la fortuna che non sono riusciti ad avere in vent’anni, specialmente se i Sevendust hanno proposto questa formula dieci anni prima e molto meglio.
Se i King’s X escono dal loro terreno, indiscutibilmente si scontrano con le nuove generazioni, che forse non avranno la classe di Doug Pinnick quando canta, e per questo non faranno mai canzoni come la bellissima e malinconica “Blue”, ma forse avranno maggior consapevolezza nel maneggiare certe sonorità, che sembrano totalmente fuori luogo in questo caso. Ci si accontenta di mettere a punto dei pezzi da radio perfetti per il 2008, e infatti “I Just Wanna Live” e “Repairing Myself” è la loro idea di rock adulto radiofonico, nonché media aritmetica di ciò con cui ogni giorno veniamo bombardati, rock teenageriale incluso, ed è per questo che anche un bel pezzo come “I don’t Know” naufraga dopo il promettente inizio, perché si allunga troppo, per fare il verso a certo rock mainstream; il problema è però che il pezzo non è che sia infinito, dura soli tre minuti, e in quei tre minuti sembra già eccessivo, segno che anche nei pezzi migliori, siamo in presenza di abbozzi di belle canzoni, che magari con meno fretta, sarebbero potute diventare canzoni più dignitose.
La cosa che rende tutto più amaro è che Doug Pinnick è tornato a cantare come non faceva più da tanto tempo, ci mette l’anima, prova a toccare quella dell’ascoltatore, ammalia, seduce, quasi conquista, ma c’è qualcosa che sfugge, ossia tutta l’impalcatura di questo ritornello senza fine. Dove è finito il buon Ty Tabor ? Suonare così piatti, per una band di questo livello è peggio che suonare a sproposito per una band tecnicamente carente. Da salvare però c’è “Julie” che prosegue sulla strada della buona “If” del precedente lavoro, una sorta di folk rock fatto a modo loro, in chiave molto moderna.

50/100


Doug Pinnick: Voce e Basso
Ty Tabor: Chitarra
Jerry Gaskill: Batteria

Anno: 2008
Label: Inside Out
Genere: Rock

Tracklist:
01. Pray
02. Blue
03. Repeating Myself
04. Rocket Ship
05. Julie
06. Alright
07. Broke
08. I Just Want To Live
09. Move
10. I Don’t Know
11. Stuck
12. Go Tell Somebody

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