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John McLaughlin
Industrial Zen

John McLaughlin esce finalmente dal silenzio con Industrial Zen consegnandoci un lavoro fatto di innumerevoli influenze, soluzione nella quale è divenuto un vero specialista nel corso di oltre trent'anni di carriera. Disco omaggio, disco di ritrovo, Industrial Zen si lascia scoprire soltanto dopo ascolti reiterati affascinando l'ascoltatore ogni giorno un pò di più soprattutto per la enorme ricerca sonora perseguita da McLaughlin e dai suoi musicisti.
Se infatti è davvero maestoso nel suo ruolo abituale di chitarrista e, all'occasione, di programmatore dei suoni elettronici, il suo gruppo non è certo da meno con musicisti del calibro di Dennis Chambers, Bill Evans, Zakir Hussain che hanno già avuto modo di collaborare alla creazione dell'universo McLaughlin nel passato e nuovi innesti quali Gary Husband con una orientazione più "moderna".
Con McLaughlin la ricerca melodica viene sospinta nella cura dei più piccoli dettagli come la già menzionata ricerca capillare fatta nell'impiego dei suoni elettronici i quali si fondono con le note degli strumenti, questo è il ruolo di innovatore nella musica moderna. Ecco perchè egli sa essere allo stesso tempo jazz: Wayne's way, arioso: Just so only more so, elettrosperimentale: To bop or not to be, oppure volgere lo sguardo alla world music con Mother nature sempre preservando il genio che lo contraddistingue.
Senor CS è un omaggio a Carlos Santana sviluppato su di una ritmica furiosa costituita da una doppia batteria ed un basso sempre presenti mentre Mother nature utilizza il talento vocale di Shankar Mahadevan (già in Remember Shakti) evocando il periodo di Love, Devotion, Surrender.
McLaughlin non dimentica nemmeno gli amici Jaco Pastorius, Wayne Shorter ed il Dalaï Lama e riveste con i loro nomi alcuni dei titoli dell'album.
L'abbondante impiego del synth e degli effetti elettronici che forniscono alle strutture sonore un aspetto contemporaneo non nascondono la realtà: John McLaughlin ha imbracciato nuovamente la sua elettrica e a distanza siderale dal suo precedente lavoro: Thieves and Poets (con acustica ed orchestra), suona con la medesima dimestichezza linee di note stordenti che si possono ritrovare solo nel suo fantastico mondo cromatico.
Gli spazi meditativi (il versante Zen) si alternano con altri che simulano il caos metropolitano (il versante industriale).

75/100


John McLaughlin: Voce, chitarra, chitarra fretless, programming, drum programming
Shankar Mahadevan: Voce
Eric Johnson: Chitarra
Ada Rovatti, Bill Evans: Sax soprano e tenore
Gary Husband: Tastiere, batteria
Otmaro Ruiz: Synth
Hadrien Faraud, Tony Gray, Matthew Garrison: Basso
Mark Mondasir, Dennis Chambers, Vinnie Colaiuta: Batteria
Zakir Hussain: Tabla
Marcus Wippersberg: Drum programming

Anno: 2006
Label: Verve
Genere: Fusion

Tracklist:
1. For Jaco
2. New Blues Old Bruise
3. Wayne's Way
4. Just So Only More So
5. To Bop Or Not To Be (For Michael Brecker)
6. Dear Dalai Lama
7. Senor C.S.
8. Mother Nature

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