Home Recensioni Album Divine Lust - The Bitterest Flavours

Divine Lust
The Bitterest Flavours

I Divine Lust, formazione proveniente dal Portogallo, giungono nel 2008 alla pubblicazione del loro secondo album. The Bitterest Flavours é introdotto da una copertina che mostra un foglio di carta, macchiato per via dello scorrere del tempo ma anche di alcune gocce di vino, sul quale camminano formiche, scarafaggi, vermi e ragni, evidenziando così una sensazione di decadenza ed abbandono; il disco, in formato digipack, contiene una foto dei musicisti ed i testi, complessi e malinconici, presumibilmente legati a sofferenze di natura personale.

Il CD dura oltre un’ora ed inizia con la breve “Last Will Left”, imperniata sulla classica chitarra portoghese, che fa praticamente da intro per la più pesante, ma nello stesso tempo melodica, “A Long Way Down”, nella quale spiccano l’uso del pianoforte e di una parte recitata; “Good By Love”, dai toni orientaleggianti, nasce quasi smorzata ma cresce divenendo più aggressiva e passando per un tripudio di tastiere e per un assolo esplosivo.
La lenta “Hunting” utilizza le doppie voci e contiene alcuni versi in francese, mentre su “Devilish Deliverance (Aeons Cry Pt. 2)”, all’insegna di una lenta sofferenza interrotta per breve tempo da una parte più massiccia, fa capolino qualche tocco di inglese arcaico. Una nota a parte merita la complessa e cadenzata “Duskful of Bliss, Morningful of Misery”: in quasi tredici minuti ampio spazio è lasciato alle tastiere ed al violino; inoltre, dopo una parte narrata il brano si appesantisce, ma ben presto la voce si fa rarefatta e sospirata per poi lasciare la scena ad un duetto sognante tra tastiere e chitarra acustica, che insieme si dirigono verso un ispirato finale in crescendo.
Veil of Golden Leaves” poggia sull’alternanza tra la velocità e l’atmosfera creata dalla chitarra tradizionale portoghese, ma rimane tempo anche per un assolo ed un duetto con una voce femminile; “Elsewhere but Here”, lento in avvio, acquista durezza tramite profondi echi sabbathiani ponendosi in equilibrio tra il suono di “Master of Reality” e quello di “Vol.4”, per poi prendere velocità senza tuttavia abbandonare la melodia, affidata ad un tappeto di tastiere. Si passa così a “The Son That Never Was”, aperto e chiuso dal piano e dal violino: in mezzo ai due strumenti si fanno notare nuovamente la chitarra portoghese, un altro duetto con la voce femminile ed addirittura un coro gregoriano in latino.
Si termina con il duro e cadenzato doom “Selling My Soul” che in seguito cambia passo, dapprima acquistando velocità e cattiveria, quindi sfruttando le sovrapposizioni vocali che emergono in mezzo alle tastiere sinfoniche nonché l’effetto di alcuni versi in lingua portoghese, mentre “The White Flash” è la degna conclusione dell’album, carica di effetti digitali e di intermezzi apocalittici.

Le tastiere, com’è evidente da quanto abbiamo scritto, dominano l’intero disco conferendogli toni oscuri e gotici; numerose e coinvolgenti atmosfere, ben supportate da una voce duttile - che si destreggia egregiamente tra il cantato, il sussurrato, il growl ed il recitato appoggiandosi sporadicamente anche alle doppie voci – e da un eccellente gusto armonico e melodico, creano un’ottimo risultato alchemico a base di Moonspell, Black Sabbath e My Dying Bride, senza tuttavia che il gruppo risulti una banale copia dei Maestri grazie ad una buona dose di personalità da parte dei musicisti. Consigliamo vivamente questo pregiatissimo lavoro non solo agli estimatori del gothic-doom metal, ma anche a qualsiasi metallaro in grado di apprezzare un suono che, pur aprendosi al rinnovamento, non rinnega assolutamente i fondamentali.

79/100


Filipe Gonçalves: Voce e chitarra
Ricardo Pinhal: Chitarra
Antonio Capote: Tastiera
João Costa: Batteria

Anno: 2008
Label: Deadsun Records
Genere: Gothic/Doom Metal

Tracklist:
01. Last Will Left
02. A Long Way Down
03. Good By Love
04. Hunting
05. Devilish Deliverance (Aeons Cry Pt. 2)
06. Duskful of Bliss, Morningful of Misery
07. Veil of Golden Leaves
08. Elsewhere but Here
09. The Son That Never Was
10. Selling My Soul
11. The White Flash

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.