Il progetto vicentino fondato da Filippo Bordignon nel 1998 è giunto al suo dodicesimo lavoro discografico.
Si è unito nel 2023 al fondatore, come membro fisso, il polistrumentista Giulio Pastorello e come già ci aveva abituati, anche questo nuovo disco si fonda un concept preciso che caratterizza l’ossatura e il sound di tutto l’album. “Cuore esicasta” si fonda su atmosfere aeree e ambientali fra le quali emergono frammenti sonori prelevati da brani bluesman Bobby Grant, Eddie Anthony e Lane Hardin processati in modo da frammentarli e da esasperarne la natura analogica. Alcune idee sembrano ispirate alla serie di album “Everywhere At The End Of Time” realizzati da The Caretaker alias James Leyland Kirby fondati sull’esplorazione della memoria e del suo graduale deterioramento, fra nostalgia e malinconia, basati sul trattamento di vecchissimi 78 giri attraverso il processamento digitale del materiale sonoro dentro a dei riverberi lunghissimi.
L’album dei Casa è, quindi, una rielaborazione di materiale grezzo proveniente da antichi brani blues processati e smaterializzati attraverso delle enormi stanze di riverbero dove i suoni si sovrappongono divenendo interminabili droni dentro il cui magma indistinto si colgono frammenti di voci e di alcune delle parti strumentali originali. La scelta dei brani blues è particolarmente centrata, suoni arcaici e voci ancestrali sembrano risuonare dentro una cattedrale della memoria, fra i fruscii della puntina sul vinile e inserti sonori e strumentali discreti che si mescolano nel magma timbrico trascinando l’ascoltatore in una dimensione sonora surreale. Ogni rumore, ogni salto della puntina, ogni click della superfice vinilica, ogni frammento sonoro dei brani diviene il punto d’origine di lunghe risonanze che si mescolano in una pasta sonora nuova sulla quale si sommano le parti strumentali eseguite dai musicisti convocati da Bordignon e Pastorello. Solo la traccia “Deserto Paterno” esce da questo percorso proponendo della parti strumentali interamente suonate ma immerse dentro a enormi camere di riverbero che generano un fondale ambientale. Un brano dub sospeso che si conclude su parole estratte da una messa cattolica. L’operazione messa in campo dai Casa è come sempre ambiziosa e complessa e trova difficile collocazione dentro a una classificazione per generi musicali. E’ l’ennesimo capitolo di un’esplorazione che si dirige continuamente verso nuovi territori.
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Filippo Bordignon: sintetizzatore ed elettronica digitale, piano in 1, marimba e udu in 8 Giulio Pastorello: field recordings, basso elettrico in 4 Nando Bertelli: chitarra acustica in 1 Luca Nardon: kalimba in 2 Rossana Trentin: campane tibetane in 3 Elisa dal Bianco: lama sonora in 4 Mauro Spanò: sintetizzatore in 7 Giuseppe Dal Bianco: didgeridoo e innate flute in 8, flauto traverso in 10 Gastone Bortoloso: tromba in 9 Luigi Turra: elettronica in 10 Matteo Scalchi: chitarra elettrica e basso elettrico in 10 Luca Brunello: batteria in 10 Anna Zago: voce in 10 Aristide Genovese: voce in 10 Piergiorgio Piccoli: voce in 10 Matvey Smirnov: voce in 11
Anno: 2024 Label: Dischi obliqui Genere: hauntology, ambient
Tracklist:
01. La gnosi del cipresso 02. Sorelle di Bingen 03. Meister 04. Angelus Silesius nella Gerusalemme celeste 05. A Czepko 06. A Suso 07. A Tauler 08. L’attimo increato 09. Luce taborica 10. Deserto Paterno 11. Il cielo al di sotto
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