Quel che so di lei. Donne prigioniere di amori straordinari
Milano, Teatro Carcano, 1°dicembre 2024

L'impegno attivo che il Teatro Carcano dedica alla lotta contro la violenza sulle donne si è concretizzato attraverso una intera settimana, iniziata il 25 novembre, data commemorativa istituita dall'Onu nel 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal, deportate, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, con eventi e rappresentazioni volti alla sensibilizzazione e alla riflessione mirata sul tema.
Mediante un sopraffino processo di identificazione e di intreccio dinamico di vissuti, la carismatica Monica Guerritore, autrice del libro da cui è tratta la pièce, immagina e rivive sul palcoscenico le tappe truculente del femminicidio della contessa Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dama d’onore della Regina Elena e consorte del Conte Romualdo Trigona, trovata senza vita il 2 marzo 1911, vilipesa da 27 fendenti ben assestati sul suo corpo nudo dal suo amante, il tenente di cavalleria Vincenzo Paternò, in un albergo di terz'ordine vicino alla stazione Termini a Roma.
Leggio, seduta alta decentrata, una considerevole dose di emozione e il prodigio di ritrovarci traslati in quell'aula di tribunale del 1912 in cui si consumò il processo che ripercorse attraverso le testimonianze  gli ultimi giorni di vita di quella donna sicuramente privilegiata, grazie al titolo nobiliare, ma non fino al punto da essere esente dall'inganno e dalla sopraffazione. 
Le stanze immaginarie dell' Albergo Rebecchino, cornice dell'efferato delitto, diventano nella rappresentazione  ampolle di un misterioso flashback introspettivo  in cui la monologhista si immerge facendoci rivivere le tappe della sua carriera attraverso le protagoniste,  straordinario viatico di messaggi trasversali, di alcuni fra i monumentali classici della letteratura, della drammaturgia e della cinematografia.
Ljubov' Andreevna Ranevskaja (Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov), Marianne (Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman), Gnà Pina (La Lupa di Giovanni Verga), la signorina Julie (August Strindberg), Emma Bovary (Madame Bovary di Gustave Flaubert) e infine il palese monito del rifiuto ideologico alla sottomissione attraverso Oriana Fallaci e Carmen
Adesso che i secoli ci restituiscono il fil rouge che lega i destini di innumerevoli donne, diverse fra loro e simili per anelata sete d'amore alla blasonata vittima, assoggettate al medesimo schema che le proietta inesorabilmente verso un tragico ed irreversibile epilogo di vita, possiamo edificare un sistemico percorso di consapevolezza che sfoci in autentica prevenzione diffondendo nella società, attraverso il teatro e l'arte tutta, la grazia, l'armonia e la soave leggerezza.

La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 1° dicembre 2024


Quel che so di lei -
Donne prigioniere di amori straordinari


di e con Monica Guerritore

produzione LuminaMgr
distribuzione AidaStudioProduzioni
coordinamento artistico Elena Marazzita

Nel foyer era presente il presidio del Centro Antiviolenza Cerchi d'Acqua, che a parte della rete di strutture che si occupano di violenza, coordinata dal Comune di Milano, e contrasta la violenza alle donne e le conseguenze che questa comporta sul benessere psicofisico degli attori coinvolti e delle loro relazioni.

Monica Guerritore mette in scena in forma drammatica i momenti finali della tragica vita di Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La Contessa Trigona sposata e madre di due figlie percorre il corridoio di una squallida pensioncina. Nella stanza 8 il giovane ufficiale che aveva lasciato l’aspetta ed è lì che verrà trovata morta, massacrata da 27 coltellate, poche ore dopo.
A raccontare il delitto saranno le deposizioni date al processo che saranno lette in scena ma a raccontare i “momenti fatali” che l’hanno fatta deragliare e perdersi saranno scene, ricordi, monologhi di grandi personaggi femminili che la Guerritore ha interpretato e che incarnano la passione e il furore che solo i personaggi immaginari hanno.
Ognuna abita una stanza, ognuna di loro dirà quello che la Donna non può più dire.
Il Tradimento, la Perdita, la Caduta, il Sesso… Marianne, Liubov Andreevna, La Lupa, la Signorina Giulia, Emma Bovary. Da questo mondo fatto di passioni e sofferenze che ancora ci irretisce emergono due donne e il loro “NO”. Carmen e Oriana Fallaci. È l’inizio di una nuova consapevolezza… nuove forme, nuove musiche, nuovi racconti e una nuova leggerezza (fonte: comunicato stampa).


Teatro Carcano
Corso di Porta Romana, 63,
20122 Milano
tel: 02 55181362

E-mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.