La compagnia Hangar Duchamp propone una sua personalissima indagine nelle complicate relazioni familiari, utilizzando il cibo quale metafora dell'autorità paterna, ma anche del potere inteso come controllo umano ed economico.
Il titolo è accattivante: "Food Porn", un fenomeno che può essere definito come la proliferante pratica di fotografare e riprendere il cibo che si sta per mangiare e di condividerne l’immagine sui social con lo scopo di renderlo maggiormente appetitoso ed invitante. Gli alimenti ed il mangiare diventano in questo spettacolo il viatico per descrivere una famiglia problematica (tre figlie, un padre ed una madre assente). Personaggi inquietanti tra i quali aleggia, o meglio serpeggia, una figura eterea, quasi impalpabile, muta, ma significativa. Una rappresentazione quasi senza tempo né spazio, dove gli attori entrano ed escono dalla scena, si muovono tra il pubblico, senza mai interagire con gli spettatori. Cibo come potere rappresentato attraverso il tipico non-sense dadaista di inizio novecento, nel quale la narrazione passa in secondo piano rispetto alla corporeità e l'evocazione surclassa la descrizione. Cibo come stile di vita più che come alimento, un elemento per esercitare controllo ed ingigantire le differenze sociali: perdita del gusto a favore dello status. Potente e travolgente la performance degli attori che attraverso l'azione, più che con la parola, rappresentano i sottesi significati attribuiti al mangiare ed alle relazioni all'interno della famiglia. La regia di Andrea Martella è molto accurata e lascia trapelare un'attenta ricerca di un equilibrio tra le modalità espressive e l'eccesso che ne potrebbe derivare. Il difficile messaggio da mandare viene veicolato attraverso gesti, suoni, provocazioni. Un approccio non semplice nel quale la metafisica ed il surrealismo svolgono un ruolo dominante e dove il pubblico potrebbe avere difficoltà a districarsi. Ne deriva un'opera particolare, che piace o non piace, alla quale occorrerebbe approcciarsi con mentalità aperta e predisposizione alla comprensione anche riguardo a schemi "diversi". Spettacolo non per tutti, ma capace di svolgere la funzione educativa e sociale del teatro.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 29 novembre 2024.
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Hangar Duchamp presenta “Food Porn“ il nuovo spettacolo di Andrea Martella con testo di Marco Cecili.
con Giorgia Coppi Vania Lai Simona Mazzanti Walter Montevidoni Vlad Silter E con Aurora Matarazzo ed Eleonora Montevidoni.
“Food Porn” vedrà in scena 3 sorelle che sembrano aver perso ogni contatto col padre. Un imprenditore di successo nel campo della ristorazione. Un uomo di grande potere e di immensa ricchezza grazie a un impero costruito attraverso una gestione poco etica delle risorse ambientali. E alla bassa qualità delle materie prime. “Food Porn” si terrà dal 29 novembre all’1 dicembre al Teatro Trastevere. E sarà uno dei più interessanti spettacoli a Roma dei prossimi giorni. Una famiglia problematica e conflittuale in cui non si fa fatica a notare un’assenza taciuta ma reale, quella della madre. Tra questi inquieti personaggi fluttua una figura eterea, muta, leggera. Che sembra in grado di riconnettere i ricordi e attraversare i confini del tempo e dello spazio. L’originale, acida pièce di Hangar Duchamp indaga i mali delle relazioni familiari nelle quali l’autorità si manifesta attraverso il cibo. Un elemento vissuto e imposto al di là della sua funzione nutrizionale. Cibo come strumento di controllo di massa, potente indicatore e amplificatore di differenze economiche e sociali. Il risultato di questa singolarità del nostro presente è che non mangiamo per appetito né per bisogno. Bensì per status, senza sentire il gusto. Lo facciamo con gli alimenti, con le relazioni, con le informazioni, con la vita stessa. Quello di Hangar Duchamp è un teatro che nasce dal corpo e dall’azione, performativo e travolgente. Dove la narrazione stessa è sfumata in nome della ricerca di un’espressione corporale prima che psicologica. Evocativa prima che descrittiva. I testi scritti ed elaborati da Marco Cecili richiamano e reinterpretano il non-sense dadaista di inizio ‘900. Creando una perfetta base concettuale per la regia onirica e sempre fortemente fisica di Andrea Martella. Amplificata dall’ambiente sonoro originale di Attila Mona. Pensato e composto per lo spettacolo come un personaggio aggiuntivo, costante nella presenza e avvolgente nella struttura. (Fonte: comunicato stampa)
Teatro Trastevere – Il Posto delle Idee Via Jacopa de’ Settesoli 3 Roma Orario spettacoli: feriali ore 21, festivi ore 17.30 Biglietti: Intero 13 euro Ridotto 10 euro Prevista tessera associativa. Prenotazione consigliata Contatti: Tel: 06-5814004, 328-3546847 Mail:
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Web: www.teatrotrastevere.it
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