Giandante X, il poeta ritorna
Il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera, dal 16 settembre al 23 dicembre 2023



Il coraggio che ci vuole oggi nell’organizzare una mostra di Giandante X è comparabile solo al coraggio con cui l’artista ha vissuto una vita di arte piena di coerenza e di passione. Scegliere poi il Vittoriale degli italiani, dove Gabriele D’annunzio eresse il monumento alla sua egocentrica grandezza, è ancora più sfidante. Giandante X e Gabriele D’Annunzio: due poli opposti che si attraggono nella comune volontà di vivere la propria vita come un’opera d’arte essa stessa, l’uno come esaltazione della propria grandezza, l’altro come unica via per cancellare sé stesso e raggiungere l’Eterno.

Nato ad inizio Novecento, Giandante X fu pittore, scultore, poeta, architetto, filosofo, anarchico e combattente. Ripudiò le sue origini benestanti abbandonando la famiglia e le agiatezze a soli 16 anni, annullando il proprio nome (Dante Pescò) per diventare Giandante, sinonimo di viandante in continuo cammino di evoluzione ed espiazione, unico viatico verso il vero Uomo, e X ad enfatizzare l’incognito, la voglia di anonimato. Fu infatti artista volutamente “isolato” dai movimenti avanguardisti (e non) degli anni tra le due guerre, spinto dal concetto di arte come rifondazione sociale in cui l’artista è costruttore e guida e forza rigeneratrice del mondo.
Fu innovatore e precursore in Italia partendo da iniziali simbolismi di sapore wildtiano e costruzioni piene di geometrie bianco-nere; impossibile poi non cogliere nei suoi disegni la profonda capacità di precorrere i tempi nel campo dell’architettura sin dalle sue partecipazioni alle Biennali di Arte Decorativa di Monza, nei panni di un fantomatico “collettivo di architetti” - solita cortina fumogena per distogliere l’attenzione dall’Uno per promuovere la forza dei Molti, dove inventa e propone soluzioni e studi di edifici mai visti prima ma che un decennio dopo saranno riconoscibili nella “nuova” edilizia degli anni ’30 (es. il colosseo quadrato dell’EUR a Roma). Giandante si può quindi considerare, a buon diritto, come uno tra i primi ideatori del razionalismo italiano; fu anche contattato dai promulgatori di De Stijl (il movimento artistico olandese fondato da Theo van Doesburg e Piet Mondrian) con l’invito ad unirsi a loro, ma Giandante era troppo impegnato a sviluppare la propria poetica per non declinare l’invito.
Ma tanti sono gli aneddoti della sua vivacità mentale; famoso rimane ad esempio il contraddittorio che nel 1929 ebbe con F. T. Marinetti alla Galleria Pesaro, in occasione della mostra anniversario della fondazione del Futurismo; dovendo descriversi si dichiarò “extra-espressionista-costruttivista”, definizione con il chiaro intento di unire i due estremi - sempre ricercati - espressione e costruzione.



Negli anni ’30 e seguenti Giandante va verso nuove forme figurative, sempre più informi e primitive; dipinge colossi e ciclopi che sorgono dalla terra e “scopre” il colore che usa quasi a voler rendere ancor più evidente la sua ricerca di rappresentazione dello “slancio vitale e della realtà di una emozione vissuta liricamente” (R. Giolli, 1929). Un nuovo corso che lo avvicina concettualmente agli stimoli che animavano Milano in quel periodò e che sarebbero poi sfociati in “Corrente”. 
E non mancano le barbariche sculture dai forti contenuti plastici e gusto “primitivo”, che fecero rilevare a Mario Sironi un gusto “ieratico ed arcaicizzante, guerriero e contemplativo per larghe masse e vaste semplicità di piani” (M.S. in “Il Popolo D’Italia, 1928).



Ma la vita incalza e Giandante, artista anarchico e pronto a mettersi direttamente in gioco, decide di lasciare l’Italia per andare a combattere con le brigate internazionali antifranchiste in Spagna. Viene catturato e poi internato in vari campi di concentramento riuscendo comunque a continuare la propria attività di artista usando ogni mezzo e tecnica a disposizione per creare opere che potessero dare un po’ di sollievo morale ai compagni di sventura: ecco quindi i pastelli, i frottage, le matite, le xilografie, il carbone, il fango mescolato alla sabbia ed alla paglia…
Tornato a Milano ed uscito dalla clandestinità nel ‘45, Giandante, instancabile lavoratore, torna a fare quello che ha sempre fatto, diventa parte attiva negli sforzi di ricostruzione del paese sconquassato dalla guerra proponendo con coerenza estrema la sua idea di “arte-vita” e sperimentando sempre nuove soluzioni pittoriche come i vulcanici encausti degli anni ’60 e ’70. Produce in modo spasmodico alla ricerca di un’”arte per tutti”, anticonformista ed accessibile che voleva “un quadro in ogni casa”, quasi a voler utopicamente dare a tutti lo stesso sollievo dei piccoli carboncini donati agli amici in prigione.



Una vita vissuta lungamente ed intensamente, erroneamente considerata ai margini della storia ma che invece ne è parte essenziale. Dice il presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri: «Come poche altre, la figura di questo artista che attraversa l’architettura, la pittura, la scultura, la poesia, la politica del Novecento sfugge alle facili categorizzazioni e alle interpretazioni definitive. Di sicuro l’artista cercò sempre di rendersi imprendibile, si sforzò tenacemente di farsi dimenticare, sparire dal mondo pur avendo vissuto una esistenza piena, difficile, avventurosa: una vita da combattente»



La mostra, allestita nelle vetrine dello studio di Schifamondo, raccoglie un insieme di disegni, dipinti e sculture - provenienti principalmente dai collezionisti privati – che ripercorrono tutte le tappe del maestro e le numerose tecniche sperimentate per la necessità di andare oltre, di non fermarsi, di sentirsi vivo.
Una mostra che ci voleva, in un ambiente affascinante che ben supporta la mirabilia di opere che rendono perfettamente il clima di un’epoca e la grandezza di uno degli artisti che hanno percorso da protagonisti il secolo breve. Ben curato ed esaustivo il catalogo che correda l’evento, a cura dello stesso Bruno Guerri con anche contributi illuminanti e di spessore di Emanuele Gregolin, Michele Lasala, Pengpeng Wang e Roberto Farina. Oltre alla riproduzione di tutte le opere presenti vi si trova una esaustiva biografia e bibliografia essenziali per chi volesse approfondire la figura di questo artista togliendolo dall’oblio.





“Sapevo di dover ancora e sempre amare chi 
non voleva essere amato: l’Umanità!
Ne soffrii tanto che il cervello divenne duro come l’acciaio![…]
Umanità! Umanità! Per il grandissimo Amore che per te porto
ho dovuto scavalcare la pazzia”.

Giandante X


Questa recensione e le foto allegate si riferiscono al vernissage della mostra il 16 settembre 2023..








GIANDANTE X, IL POETA RITORNA
mostra dell'artista Giandante X con opere inedite realizzate fra il 1918 ed il 1963

Mostra a cura di Giordano Bruno Guerri
Catalogo Edizioni A60

Testi di
Giordano Bruno Guerri
Emanuele Gregolin
Michele Lasala
Pengpeng Wang

Biografia a cura di Roberto Farina

Grafica, composizione e fotografie
Emanuele Gregolin
Pengpeng Wang

Segretaria organizzativa Franca Peluchetti

Traduzioni
Georgios Orfanidis
Pengpeng Wang 












Apertura
dal mercoledì al venerdì 9:30 - 17:00
sabato, domenica e festivi 9:30 - 17:30

Il Vittoriale degli Italiani
via del Vittoriale 12 - 25083 Gardone Riviera (BS)

www.vittoriale.it
per informazioni +39 0365296511


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