Il minuscolo Teatro Barnum, per due giorni, presenta lo spettacolo Il Buco, monologo tragicomico portato in scena da una esuberante Nadia Perciabosco.
Il testo, scritto da Roberta Calandra, che da diversi anni è in tournèe in Italia, tratta un argomento difficile da definire: cosa rappresenta "il buco"? L'eclettica protagonista, cerca di spiegarlo al pubblico raccontando sue esperienze personali di vita e, annullando la quarta parete, dialogando con gli spettatori, invitandoli a raccontare le loro esperienze (dando così prova di grande capacità di improvvisazione riuscendo ad "agganciare" gli spunti del pubblico per dare continuità allo spettacolo). Nel piccolo spazio ritagliato per il palco del Teatro Barnum, la scenografia è coerente col titolo della rappresentazione: uno strappo sulla parete del fondo (un buco) e pochi oggetti di scena. Tutto ruota sulla perfomance dell'attrice che, in una sorta di confessione, racconta il suo rapporto con "il buco" senza mai darne una spiegazione precisa, lasciando intendere che potrebbe essere un nemico da sconfiggere o la spinta propulsiva dell'esistenza. L'opera non lascia indifferenti perchè spinge a pensare al "buco" che probabilmente ognuno ha nella propria anima: un vuoto, una mancanza, la paura, che occorre colmare per riuscire a sopravvivere. Argomento profondo ed introspettivo affrontato con umorismo, a volte ricorrendo alle tipiche costruzioni da cabaret, altre scendendo nei meandri della psicanalisi, ma sempre mantenendo un buon ritmo narrativo e molta ironia. Se tra i principali compiti del teatro c'è quello di far riflettere, lo spettacolo Il Buco ci riesce pienamente. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 25 marzo. |
Il Buco Barnum Semin-Teatro |