Marco D’Angelo e Manuel Plini, formatisi nella fucina artistica “Artès”, scuola di arti sceniche diretta da Enrico Brignano, compongono i "Poi ve lo dico", team dedito alla canzonatura, quando non proprio totale derisione, di alcuni cliché del vissuto quotidiano, tra i quali preme citare quantomeno il "nuovo" linguaggio in corsivo, la visione del mondo secondo gli occhi di un anziano determinato e pungente, la contrapposizione tra i Boomers e la generazione Zeta. Prolungatosi ben oltre l'ora preventivata nel titolo, lo spettacolo è stato virtualmente diviso in due parti: una introduzione di circa 20 minuti, forse un tantino lenta poiché protesa a scaldare la platea e, ovviamente, gli intrattenitori medesimi, e la rappresentazione vera e propria, caratterizzata da un susseguirsi repentino di macchiette nel corso delle quali sono stati parodiati personaggi immaginari, forti di un substrato caratteriale in bilico tra stordita propensione e tagliente irriverenza. Questo scenario è stato prevalentemente portato sul palco sfruttando il sempre valido meccanismo dualistico comico/spalla, incarnato nell'ordine da Marco/Manuel, il primo dotato di una vulcanica dialettica espositiva, il secondo abile nella replicazione di dialetti e accenti disparati. Unica eccezione non meno divertente - che li vede presentarsi in termini paritetici - è stato il surreale dialogo intercorso tra i principi Azzurro e Florian, schiacciati dal peso di una vita familiare oppressiva vissuta al fianco di Cenerentola e Biancaneve, di cui si lamentano grandemente, ormai ridotti, come casalinghe insoddisfatte, a spettegolare ad libitum sui protagonisti maschili delle altre fiabe, non certo più fortunati di loro. I "Poi ve lo dico" propongono una comicità leggera e disimpegnata che, fatta eccezione per ciò che riguarda la parentesi favolistica appena descritta, è generalmente indirizzata alla derisione di alcuni stereotipi del più recente quotidiano, previa esasperazione di vizi, capricci e tic. Se ci è permesso un umile consiglio, è da evitare la ripetizione della battuta, ancorché efficace ed in grado di strappare grasse risate (ma concediamo al duo l'attenuante della presenza, in platea, di un paio di giovani creature che hanno letteralmente rubato la scena in qualche occasione). Come annunciato a fine rappresentazione, la comicità della coppia troverà massima sublimazione nello spettacolo "Adamo ed Evo", a breve sui palchi nazionali dopo una gestione sofferta e prolungata a causa del periodo pandemico. "Fuori in 60 minuti" è il secondo appuntamento del Teatro Marconi Festival, kermesse estiva che, con pochissime eccezioni, si terrà negli spazi aperti dell'omonimo teatro, in grado di offrire un cartellone forte di 51 spettacoli in 31 giorni. |
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