Scritto da Bartolomeo Varchetta Martedì 30 Maggio 2017 20:59
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Scritto da Bartolomeo Varchetta Mercoledì 24 Maggio 2017 22:00
Scoprii l’esistenza dei Pain Of Salvation per puro caso, quando nel 2002 figuravano come band di apertura al tour dei Dream Theater. |
Scritto da Max Casali Mercoledì 24 Maggio 2017 21:44
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Scritto da Max Casali Mercoledì 24 Maggio 2017 18:39
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Scritto da Gianluca Renoffio Lunedì 22 Maggio 2017 20:51
Piacevole questo disco dei Vicolo Inferno che propone un hard rock tinto di heavy con timbri e sonorità tipiche degli anni 80 e 90. Ascoltandolo non si può non ricordare Deep Purple e Black Sabbath o i più recenti Pearl Jam e Metallica. Un mix di potenza, urla, sferzate vocali, ballad, chitarre “marce” ed una sezione ritmica nuova fiammante, formata da batteria e basso, che persegue sistematicamente lo scopo di tenere la cellula ritmica precisa e sospesa, per muovere lo stomaco dell’ascoltatore in attesa del successivo sviluppo. Una musica non innovativa quindi, ma ben suonata e ben congegnata quanto ad alternanza tra momenti frenetici e tiratissimi, come “Unnmeables” e “Noise of Silence” e momenti di maggior introspezione contaminati da vene grunge come in “Rude Soul” o da istinti heavy prog come in “Crosses Market”, dove forse il mio gusto si è trovato a maggior agio. Scorrendo i brani del CD vi si possono comunque trovare anche tentativi di superare schemi e stereotipi alla ricerca di una propria dimensione ed originalità: ecco quindi l’uso della voce femminile in “Two Matches” o ancor meglio la miscela di Southern Rock ed Heavy Rock di “Rough Hills” che promette di portare ad ulteriori evoluzioni. |
Scritto da Max Casali Lunedì 22 Maggio 2017 20:46
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Scritto da Gianluca Livi Giovedì 18 Maggio 2017 18:57
Parrebbe un'operazione di remastering ma, a ben vedere, sopra al citato logo, compaiono nome e cognome di Claudio Simonetti e sul retro non c'è traccia alcuna dei vecchi membri, a parte il citato tastierista. |
Scritto da Max Casali Domenica 14 Maggio 2017 17:34
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Scritto da Alex Marenga Domenica 14 Maggio 2017 17:28
Che il progetto di Filippo Bordignon, in bilico fra situazionismo e “performazione”, attraversasse in modo imprevedibile vari generi di “popular music” utilizzando forme e soluzioni originali era un dato acquisito. Ma quest’ultimo lavoro si distacca decisamente dalle sperimentazioni sulla scrittura musicale, sui testi e sull’improvvisazione che collocava i Casa entro il perimetro dell’avantgarde rock. Da sempre fautore dell’interazione fra diverse discipline artistiche in “Variazioni Gracchus” Bordignon si ricollega ad un tardo racconto di Franz Kafka (“Der Jäger Gracchus”). Il lavoro si presenta come una entità coerente, come avviene nelle compilazioni di musica classica, ed è costituito da tre composizioni articolate in movimenti e variazioni. Il tentativo di Bordignon è ambizioso, forse anche troppo, e rompe decisamente con il passato, seppur variegato, dei Casa. Pur marcato come disco dei Casa “Variazioni Gracchus” si presenta come disco solista del leader, che rimasto come compositore unico si affida ad esecutori di matrice accademica. |
Scritto da Max Casali Domenica 07 Maggio 2017 18:43
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