Un esordio adulto quello del romano Carlo Mazzoli, cantautore sensibile e gentile che con la sua opera prima ci mostra senza veli storie di fratture dell’animo e di improvvise aperture verso un placido senso di serenità. Non ci sono solo echi di ipotetiche autostrade provinciali ( “ King at the end” e la riuscita “ Steel Rail Blues” di Gordon Lightfoot”), ma anche vespertine immersioni nelle tiepide acque marine di un litorale che rimane indistinto, a volte miraggio, a volte meta finale di un viaggio introspettivo tortuoso e coraggioso all’interno delle proprie fragilità.L’anima delle canzoni è nella vena acustica e integralmente folk del suo autore che ci rimanda facilmente alla corte dei grandi artisti d’oltreoceano. E se il folk blues quasi celtico profuma l’aria autunnale di “ Jumping on the bandwagon” e di “ November”, sarà con la finale “ On the horizons” che pennellate soul scaveranno sottopelle eteree variazioni tonali all’interno dell’ambient rurale di quasi tutte le composizioni dell’album. “Avalanche Blues” è anche una raccolta di canzoni per pianoforte, fisarmoniche, mandolini e banjos, chitarre slide, cori, fiati, chitarre elettriche beatlesiane e celati umori sixties . Variegate tonalità di colore mai invadenti che disegnano con tratti lievi storie ed intrecci musicali mai complessi, ma non per questo banali. E se i toni solenni dell’ iniziale title track, ballad bellissima e pianistica, proveniente dal sottobosco sprigsteeniano di fine anni Settanta, cozza volutamente con il resto dell’album, sarà con “ Down Down Down” che si raggiunge il punto di non ritorno dell’ introspezione personale. Un album bello e coraggioso, che non vuole imporsi ne irrompere credendo di innovare. Al contrario, relega tutta la sua potenza evocativa attraverso una scrittura personale e focalizzata, senza artifici, lontana anni luce dai canoni indie che imperversano l’attuale scena folk italiana. Un disco ,questo, che cita a bassa voce e senza indicare col dito personaggi imponenti ma nascosti dal tempo come Leon Russell, il già citato Gordon Lightfoot , ma anche i toni abissali del Gene Clark più tormentato. E’ possibile ascoltare l’autore sulle principali piattaforme digitali così come seguire i suoi spostamenti live all’interno della fan-page di Facebook dove su richiesta si può anche acquistare il CD fisico. Tracklist:
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