Doppia recensione per Forevermore degli Whitesnake
A quasi 3 anni di distanza dall'interlocutorio (almeno a parere del sottoscritto) Good to be bad, torna in pista il mai domo leone dell'hard rock melodico David Coverdale con la sua creatura Whitesnake, e lo diciamo da subito, questo è un ritorno in grande stile. Infatti Forevermore a differenza del suo predecessore è un disco ispirato e fresco in quasi tutte le sue 13 tracce, che seppur qualitativamente distante anni luci dai capolavori del Serpente Bianco di inizio anni '80 ci restituisce in tutto il suo splendore una delle migliori formazioni hard rock degli ultimi 35 anni. Sarà che la sezione ritmica è cambiata totalmente, con l'inserimento dei più ispirati e concreti Brian Tichy alla batteria e Michael Devin al basso, elementi che sembrano aver portato nuova linfa esecutiva e compositiva alla corte di Coverdale, sarà che il songwriting mai era stato cosi tirato a lucido da 20 anni a questa parte, sarà che il working guitar della premiata ditta Aldrich/Beach mai era stato tanto tagliente quanto corposo, Forevermore è un lavoro denso, robusto e melodicamente inossidabile. L'opener "Steal Your Heart Away" mette sin da subito le cose in chiaro: melodia catchy, retrogusto '70s e prestazione emozionante di Coverdale sono la ricette vincente e che si ripeterà più volte all'interno della tracklist. Se infatti si esclude l'hard rock moderno poco ispirato "All Out Of Luck", il resto della tracklist regala solo grandi brani: il singolo apripista "Love Will Set You Free" è ottimo e confeziona momenti di puro romanticismo (non è un caso che sia uscito il giorno di San Valentino..), ma è con la stupenda "Easier Said Than Done" che i Whitesnake ci fanno tornare indietro di quasi 25 anni, quando la gloriosa "Is This Love" fece scaldare decine di milioni di cuori in tutto il globo: strofa mid-tempo accattivante e ritornello zuccheroso al punto giusto e di un'efficacia disarmante, ma cantato con un passionalità unica e trademark del combo inglese, segnale lampante che solo bands con questa classe possono darci momenti speciali come questo. Il protagonista del disco, manco a dirlo è senza ombra di dubbio il suo creatore principe, unico collante con la line-up di fine anni '70, quel David Corverdale che a settembre festeggerà 60 primavere ma ancora in grado di creare emozioni e momenti di pathos elevatissimi grazie ad un'ugola ancora in stato di grazia. Scorrendo la tracklist vanno evidenziati altri episodi ottimi, come l'hard rock spedito e senza compromessi "My Evil Ways" (ma anche la più ruffiana "Love And Treat Me Right") che verte tutto sulla grande coesione delle 2 chitarre, la bellissima e candenzata title-track dal restrogusto zeppeliniano ed il country "One Of This Days", che ci catapulta verso i tramonti della Venice Beach (e con un attacco di chitarra che ricorda quello di "My Sweet Lord" di George Harrison!). Forevermore è quindi un colpo di coda non del tutto aspettato da parte di un gruppo che la storia del rock mondiale l'ha già scritto negli anni passati, ma capace tutt'oggi di sfornare lavori quasi del tutto inattaccabili, forti di una scrittura dei pezzi di difficile reperibilità, raffinato nei momenti lenti e tagliente in quelli più veloci e aggressivi. Il Serpente Bianco è di nuovo tra di noi, lunga vita a lui ed al suo dolce veleno. 80/100di Fabio "Stanley" Cusano
“1987” è sicuramente uno dei dischi più belli non solo dei Whitesnake, ma proprio degli anni 80, un lavoro perfetto, che ha poi influenzato miriadi di gruppi hard rock melodico. Ma tutti sappiamo che la storia del Serpente Bianco è iniziata circa dieci anni prima, ovvero nel 1977 e tutti sappiamo che David Coverdale ci ha regalato splendide performance vocali quando era nei Deep Purple, “Burn”, “Stormbringer”, “Soldier Of Fortune” e potrei andare avanti per molto, sono brani monumento dell’Hard Rock. 85/100di Fabio Loffredo |
David Coverdale: Voce Anno: 2011 Sito web: |