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Big Guns
Between Pleasure And Addiction

In attività dal 2005, con base a Treviso, i Big Guns cominciano a suonare come cover band degli Skid Row. Il gruppo colleziona una lunga serie di concerti durante i quali perfeziona l’impatto con il pubblico e affina la propria presenza scenica. Nel 2008 la band sostituisce due pedine importanti, cantante e batterista, e decide di passare alla composizione di brani inediti, così nel 2009 viene registrato il mini album, di genere sleaze rock, White trash.
La band è costretta a fermarsi per un certo periodo a causa di un incidente capitato al vocalist Sexy Jaxy; superata questa fase, i Big Guns si rimettono in marcia e a Settembre 2010 registrano Between Pleasure and Addiction, il disco che vi andiamo a presentare.

Dyughaland” è il biglietto per entrare nel perverso luna park allestito dai cinque veneti, ma il vero divertimento inizia con la dirompente e cattiva “'Tween pleasure and addiction”, sostenuta dal potente drumming di Mr. Kinder; la successiva “Wasted” si muove su un giro vizioso e singhiozzante, con una strofa che ricorda vagamente quella di My Sharona dei Knack.
In “Prisoner of my way”, il lavoro di chitarra è molto accattivante e nel brano c’è spazio anche per un breve frammento di pianoforte. Un arpeggio introduce “Trash Dead City”, fantastico episodio in stile Hanoi Rocks, grazie al chorus decadente e all’acido ricamare delle chitarre.

No compromise”, serrata e davvero senza sconti, è una dura accusa contro chi predica bene e razzola male. In “Wake up”, aleggia la presenza dei Motley Crue, un bel riff è alla base di questo inno a vivere con attitudine “glam” ad ogni ora della giornata. “Next Tuesday”, con la sua melodia alla “Rocky Horror Picture Show” ed un ritmato pianoforte, è puro rock’n’roll. “Ticket to L.A.”, è il sogno, la voglia di fama, il desiderio di percorrere il Sunset strip, il brano è uno dei migliori del lotto, ammaliante e sofferto, con un imprevedibile stacco strumentale, posto a tre quarti del pezzo, fatto di fraseggi e soli chitarristici spettacolari. “Slave to the vice”, è punk rock che trasuda ribellione, il ritornello caricherà il pubblico in sede live.
The virtue of the sick” è una storia di droga, di sconfitta e redenzione, ancora una volta si avverte lo spirito dei temi e della musica di Nikki Sixx & company.

Il lavoro è grintoso e trascinante, il sound è dinamico e avvolgente. I testi hanno un retrogusto amaro, disperato, malinconico. Infatti già il titolo del disco, che si potrebbe tradurre (in modo forse un po’ approssimativo) “Tra piacere e dipendenza” ed una frase contenuta in “Prisoner of My Way” e cioè: “Bene e male diventano le stesse parole nella mia mente”, sono fondamentali per comprendere l’atmosfera che si respira durante l’ascolto, poiché non è semplice individuare dove si trova la linea di demarcazione tra sano divertimento e desiderio di autodistruzione. È come essere nel mezzo di un party selvaggio, quando, proprio sul più bello, una sbronza pesante o una dose di metanfetamine di troppo ti rovinano la serata.

In poche parole, gioia e tristezza, lussuria e paranoia, lustrini e lacrime, fama e solitudine, successo e fallimento… in fondo Hollywood non è poi così lontana.

75/100


Sexy Jaxy (Giacomo Carniato): Voce
Nikki Larsen (Nicola Zanon): Chitarra, cori
Sneaky Cioe (Nicola Dal Broi): Chitarra
Simmi Wild (Simone Pettenon): Basso, cori
Mr. Kinder (Manuele Depretto): Batteria, cori

Anno: 2010
Label: Autoprodotto
Genere: Street Metal/Glam Rock

Tracklist:
01. Dyughaland
02. 'Tween pleasure and addiction
03. Wasted
04. Prisoner of my way
05. Trash Dead City
06. No compromise
07. Wake up
08. Next Tuesday
09. Ticket to L.A.
10. Slave to the vice
11. The virtue of the sick

Sul web:
Big Guns @MySpace

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