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Neracruz
Neracruz

Doppia recensione di Gianluca Livi ed HektoplasmaToxin 

Il disco è una autentica testimonianza di questa particolare forma mentis. Genuino esempio di crossover in senso lato, l'opera unisce con coraggiosa e spavalda sicurezza generi tra loro assai distanti. Rock, Metal, New Wave, Techno, Gothic, sono qui complementati in maniera certamente inusuale, talvolta anche ostica, ma sempre estremamente interessante (la mescolanza de qua, peraltro, è anche rappresentata dal cantato, ora in italiano, ora in inglese).

Ne consegue che la band – pur permanendo in un circuito che è sostanzialmente riconducibile al genere heavy, segnatamente ai generi gothic e hard rock, fra loro perfettamente osmotici - (coraggiosamente) omaggia architetture sonore ormai (quasi) dimenticate, come la new wave darkettara dei primi The Cult o le ossessioni psichiche della compagine techno/dance.

Stante quanto sopra, va doverosamente precisato che questo lavoro:
a) non è certamente di facile assimilazione, richiedendo diversi ascolti per essere correttamente compreso;
b) testimonia una coraggiosa propensione al connubio, decisamente rara da riscontrare in band contemporanee, quantomeno a questi (estremi) livelli.

Per questi motivi, l'album va premiato non solo per il messaggio sonoro di cui si rende portavoce, ma anche – e soprattutto – per quello intrinseco, sostanzialmente concretizzatosi nel desiderio di osare, capacità assai rara in un periodo in cui sarebbe più facile cavalcare l'onda dominate per ottenere più immediati consensi.

di Gianluca Livi

80/100




I Neracruz, come leggo dalle note biografiche, nascono a Londra nel 1995 dall'idea di Raff Cruz (già cantante con Sigue Sigue Sputnik e Underneath What) e del bassista inglese Steve Pons che con l'aggiunta di Stefano Lucchese (Batterista) e del tastierista Marco Mazzesi coadiuvati dal chitarrista britannico Kevin Fisher, e ristabiliti in pianta stabile in Italia firmano per la milanese Valery Records dando così alle stampe il loro primo disco omonimo di cui mi appresto a parlarvi.
Il disco si presenta subito molto bene confezionato da un punto di vista musicale oltre che mixato egregiamente, il sound è abbastanza potente e suona anche dalle atmosfere retrò per certi aspetti un pò '80 e per altri '90, cosa che ben si sposa con la proposta musicale della band, infatti suonano un rock abbastanza commerciale che incrocia stile Italiano e British, beh, non poteva essere altrimenti leggendo la loro biografia con praticamente 2 anglosassoni in formazione, però non mi va di soffermarmi solo a questo aspetto.
L'album è stato registrato da Marco Trentacoste (Lacuna Coil, Le Vibrazioni, Rezophonic) e masterizzato nei Nautilus Studios di Milano, e non so se questo abbia influenzato o meno la rendita finale, ma che dire, mi pare di sentire un incrocio tra i The Cult più era rock patinato con i buoni vecchi Litfiba, complice il cantante che sembra la copia quasi incredibile di Ian Astbury e il Piero Pelù più melodico ed interpretativo. 
Il sound suona potente e diretto però, a volte quasi metal mixando elementi hard rock e new wave ed infatti questi due aspetti corrono assieme oppure separatamente a seconda del feeling del brano e del modo, ad esempio i brani cantati in inglese come "The Dream" sono imponenti e arrembanti pur conservando quel sapore '80 anche ballabile che caratterizza la capacità della band di incarnare diversi ambiti senza perdere mai il filo principale del discorso.
Quando invece usano l'idioma nazionale oltre al timbro che cambia leggermente anche l'economia delle song mi paiono più 'easy' e strutturalmente di atmosfera, questa non è una costante però ho notato questo aspetto che forse è anche voluto.
Si sente che la band ha una certa esperienza, in questo debut album i Neracruz non fanno musica per impressionare né per ragazzini, ma forse cercano di impersonare uno stile ed un'epoca che molto li rappresenta e che già allora non è che facesse gridare al miracolo per innovazione e coraggio, probabilmente la band suona semplicemente ciò che ama e vuole, e traspare una grande maestria con una placida  e serena esecuzione da musicisti maturi.Il full-length parte subito forte con "Pure Love" che spesso riporta alla mente i The Cult, bell'esordio seguito da "Borderline" cantata in Italiano con uno stile già differente e più normale che però non perde la caratteristica peculiare di ritmi analogici campionati quasi "dance" da music club retrò ma con le chitarre sempre ben distorte e corpose eppur sempre eleganti.
L'affascinante voce di Raff fa il resto e non annoia mai perché rende quel tocco Rock o New Wave o gotico a seconda del brano senza far sentire troppo le venature elettroniche che altrimenti risulterebbero molto più evidenti, già in “The dream” si denota molto questo concetto, il carisma della band poi emerge in song come "Moonwatch" e "Look At Your Eyes" o "Blind Game" che sa anche di Depeche Mode come altre tracce del disco dove prevale la plasticità delle atmosfere sintetiche, sono comunque song di prima qualità che restano quasi subito in testa e che devono rendere giustizia anche dal vivo.I Neracruz sono un altro buon gruppo che credo confermi la media ottima della scena in Italia dove la musica non muore e continua a perpetuarsi con opere come questa molto carismatica ed a tratti elegante come nella traccia finale quasi techno dove si realizza quella metamorfosi che a partire dalla prima traccia fonde il tutto in un unico solco, ovvero cantato in Italiano/Inglese (ritornello), metal/elettronica, ritmi sincopati e ritmi rock con distorsioni metal che si fondono con un marchio di fabbrica univoco che spero la band riesca a portare avanti con successo nella speranza che la prossima release superi ulteriormente la precedente. Per gli aficonados dei meravigliosi anni '80 e '90 questo disco sarà davvero una bella manna dal cielo.

di HektoplasmaToxin

60/100




Raff Cruz: Voce
Kev Cruz: Chitarra
Marco Cruz: Tastiere
Steve Cruz: Basso

Guest
Andrea Dal Zio: Batteria

Anno: 2014
Label: Valery Records
Genere: Rock, Metal, New Wave


Tracklist:
01. Pure Love
02. Borderline
03. The Dream
04. Nova
05. Moonwatch
06. Kill Me Not
07. Fever
08. Look Of Your Eyes
09. The Only One
10. Blind Game
11. War Dance



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