
Non è stato un approccio facile quello con il terzo lavoro in studio dei piemontesi Pandora. Il precedente Sempre e ovunque oltre il sogno seppur formalmente ineccepibile mi aveva lasciato più di un dubbio sull'operato della band (testi, voce....).
Ecco quindi che Alibi filosofico era piuttosto atteso per capire o almeno cercare di capire la direzione presa dalla famiglia Colombo (father and son) e da Corrado Grappeggia, i 3 titolari del progetto.7 brani vanno a comporre il nuovo album. Di questi, i primi due ( “Il necromante, Khurastos e la prossima vittima” e “Né titolo né parole” ) si collegano dal punto di vista lirico al precedente “Sempre e ovunque....” riprendendo ed approfondendo la saga di Chat Bat; mentre “La risalita” ed “Apollo” sono idealmente unite allo strumentale “Pandora” presente nel primo album del gruppo “Dramma di un poeta ubriaco” di qualche anno fa. L'inizio di “Il necromante......” è quanto di più heavy abbiano mai sfornato le menti del gruppo con chitarra elettrica e tastiere virulente a rincorrersi senza posa. La voce “lontana” di Grappeggia contribuisce ad enfatizzare i vortici sonori creati dalla musica, parto esclusivo, in questo frangente, di Claudio Colombo (batteria-basso-chitarre-tastiere-cori-birra e patatine............). Se un maglio d'acciaio ci aveva scosso con il primo brano, non è certo una carezza quella che ci sfiora con “Né titolo né parole” (dedicata a Jon Lord). L'introduzione acustica è solo un'illusione, poi il ritmo si fa più incalzante con organo “purpleiano” in evidenza, vocalizzi eterei e grintoso finale in crescendo da applausi. “La risalita” ci consegna un Claudio Colombo nelle vesti inedite o quasi di unico esecutore alle tastiere, di un brano di soffusa e soffice malinconia così distante dal ponderoso vortice dei primi due pezzi, ma comunque dotato di grande atmosfera. Il sax di David Jackson (uno delle numerose e titolate “guests” presenti nell'album) ci schiude le porte di “Apollo” forse il brano più atipico del lotto che a tratti va a sfiorare il jazz-rock. Azzeccata anche la scelta di lasciare le parti cantate ( o meglio recitate) in secondo piano e a carico di membri esterni al gruppo (nella fattispecie a Emoni Viruet e a Duilio Mongittu), preferendo far “cantare” la musica.
Bello il ritratto del pittore Ligabue tratteggiato con amore da Corrado Grappeggia in “Tony il matto” con ancora Mr. Jackson a prestare la sua preziosa opera ( ed i suoi numerosi sax oltre al flauto...). Una fragranza etnica introduce “Sempre con me” che seppur più di maniera, evidenzia una cresciuta qualità lirica ed un miglior utilizzo dello strumento-voce certamente non un punto di forza della band nei due lavori precedenti. La title-track è una bella mini-suite, con qualche piacevole pennellata heavy, ma con delle liriche che suscitano qualche perplessità e forse più adatte ad altro “genere” musicale..... Ciò non toglie valore alla musica, sempre di alto livello, con le tre tastiere ( i due Colombo più Grappeggia) senza più argine alcuno.
Alibi filosofico è sicuramente un buon lavoro (a nostro avviso il migliore della band) e conferma la vena creativa del trio senza le incertezze che avevano contraddistinto e limitato i due precedenti episodi (peraltro di valore) ed inoltre manifesta una sempre più spiccata personalità nel suo membro più giovane, e vero motore del gruppo, Claudio Colombo , fatto che non può che farci auspicare un ulteriore passo in avanti. Sperando che la direzione sia quella giusta naturalmente....
80/100
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Beppe Colombo: Tastiere, voce Claudio Colombo: Batteria, chitarra, basso Corrado Grappeggia: Tastiere, voce
Anno: 2013 Label: Ams Records Genere: Progressive Rock
Tracklist: 01. Il Necromante, Khurastos e la Prossima Vittima 02. Ne Titolo Ne Parole 03. La Risalita 04. Apollo 05. Tony il Matto 06. Sempre con Me 07. Alibi Filosofico
   

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