Merita accennare al fatto che quest'album è costruito sulla "sceneggiatura" costituita da un breve racconto di Clive Nolan il cui contenuto si incentra sulla ricerca della salvezza attraverso la epifania di un futuro tetro che non lascia prevedere spiragli di luce. Questo è il quinto album realizzato in studio per gli Arena pervenuti, ormai, al loro ottavo anno di vita.
Un meraviglioso passaggio di piano descrive “An Angel Falls” tenero e melodico sino a diventare più duro e scarno all'incedere di “Painted Man” pezzo estremamente bello caratterizzato da un mellotron in grande evidenza e l’assolo di chitarra di John Mitchell incalzato dalle tastiere di Clive Nolan e dal basso di Ian Salmon. Facendo una breve digressione, l'album origina con “Witch Hunt” che è denotato da voci mugugnanti in sottofondo e da subito si penetra in una linea melodica piuttosto heavy con Rob Snowden che si mette subito in evidenza. La struttura "narrativa" si dispiega ancora con un notevole assolo di chitarra e con un’armonia che rinveniremo lungo tutto l'articolarsi dell’album. Improvvisa si staglia “This Way Madness”, vertice dell’album, integralmente strumentale che strizza l'occhio al suono composito dei Genesis Ancora la brillante sonorità della chitarra si sposa alla perfezione con le linee del basso ed il ritmo dei tamburi di Mick Pointer. All'interno di “Never Ending Night” c’è spazio per un bel duetto con il pianoforte che viene avvicendato da un pregevole assolo di chitarra che procede, digradando in dissolvenza, assieme a belle parti di canto sull’incedere del piano. Da subito ecco però che si ritorna al tipico suono Arena; maestoso è il brano “Spectra at the Feast” e Rob Snowden si svela sorprendente con una parte di cantato in talaltre occasioni un po’ algido che riesce a miscelare bene il carattere drammatico del testo con il potere suggestivo e misterioso della musica. Il suono di una chitarra tagliente, che si accavalla ad un tappeto di synth, costituisce l'ouverture di “Skin Game” che sorregge una celestiale melodia che si sprigiona in un coro con un finale semplice in cui la chitarra acustica accompagna la parte vocale. Invece, una pacata melodia orientaleggiante annuncia “Salamander”, che vanta un ottimo intermezzo di tastiere che fa da preludio all'intero strumentale di “On the Box” ove i soli di chitarra sono alternativi a quelli delle tastiere con la presenza di una sezione ritmica particolarmente sostenuta. Per “Tsunami” la scelta musicale cade su un pezzo più duro e singolare con il mellotron che si innerva sulla bella linea vocale. “Follow Ground”, pezzo leggermente più debole anticipa“The City of Lanterns”, episodio con una convincente prova vocale di Snowden. Lo strumentale “Riding the Tide” ritorna nuovamente sui passi Genesis: trame delle tastiere piuttosto semplici disegnano una melodia subito accattivante. Elementi sonori radiofonici aprono “Mea Culpa” con un eccellente duetto voce-piano. Sostegno alle parti vocali è una armoniosa chitarra di Snowden su “Cutting the Cards” che si reitera poi sullo stesso tono, ma il tutto su base elettrica e non più acustica. L’ultima traccia “Ascension” si svela con un suono metallico di chitarra mentre la voce espressiva di Rob Snowden si coniuga alle tastiere e all’avanzata del basso. Conclusione in toni epici nella più degna tradizione Arena |
Clive Nolan: Tastiere Anno: 2003 Sul web: |