Nati tra Pordenone e Udine nel 1987, i Last Warning sono uno dei progetti più complessi e difficilmente identificabili a livello commerciale della nostra musica.
Dopo due demo ad inizio anni ’90 debuttano nel 1994 con From The Floor Of The Well per poi ripetersi ben 6 anni dopo con Under A Speil, per poi scomparire della scena senza lasciare traccia. Problemi di etichetta e vari cambi di line-up (sono innesti recenti infatti Fabio Del Sal alla voce e Ivan Moni Bidin alla batteria) hanno fatto sì che questo Throughout Time arrivasse a 9 anni di distanza dal suo predecessore, inserendo così la band friulana nel frattempo nel filone di combo cult della scena italica. L’unica cosa che è rimasta intatta rispetto agli esordi, per la felicità dei fan della prima ora, è la proposta: un Progressive Metal di chiaro stampo americano dove è impossibile non ricondursi a band come Dream Theater e Queensryche (soprattutto nelle parti cantate). Le dieci tracce che compongono questo nuovo lavoro dei Last Warning si snodano tra lunghissime suite strumentali, interminabili assoli di chitarra duellanti con le tastiere e ritornelli dal grande respiro melodico. Funziona tutto bene, compreso l’ottima produzione garantita da una label di tutto rispetto come la MyKingdom Music, cosi come le canzoni, tutte di buona fattura, ma per niente originali. Difficile quindi scegliere nei 65 minuti totali un pezzo piuttosto che un altro, la raccolta risulta molto omogenea e tecnicamente inattaccabile, visto anche la grande esperienza acquisita da questi musicisti in sede live, ma è fuori di discussione che un album del genere possa essere particolarmente amato solo dai fan più accaniti dei nomi tutelari sopra consigliati. Ci sentiamo comunque di segnalare la bellissima “Secret”, con un basso pulsante dal primo all’ultimo secondo che poi sfocia in un refrain molto elegante e funzionale e la conclusiva “Cry Out”, una bella cavalcata Progressive inserita come bonus track che si esaurisce in meno di 5 minuti. Un buon ritorno, perfetto per rilanciare la band e farla scoprire anche tra i più giovani che potrebbero interessarsi anche alle vecchie uscite, ma che risulterà tremendamente ostico a chi non è consumatore accanito della scena. 65/100
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Fabio Del Sal: Voce Anno: 2009 |