Suonerebbero ''The Wall'' al confine tra Stati Uniti e Messico, in segno di protesta contro Trump
I Pink Floyd potrebbero suonare "The Wall" al confine tra Stati Uniti e Messico, in segno di protesta contro la decisione del presidente americano Donald Trump di ampliare il muro che già esiste tra i due paesi.
Lo ha detto Roger Waters alla AFP: è tornato purtroppo il tempo dei muri e quindi "The Wall" è di nuovo attuale, come quando i Pink Floyd suonarono l’album dal vivo a Berlino dopo la caduta del muro. "Il disco è tornato rilevante con Trump e tutto il suo parlare di costruire muri e creare inimicizia tra razze e religioni", ha spiegato Waters all’agenzia di stampa.
"The Wall", che è uscito nel 1979, "racconta di quanto sia dannoso costruire muri, sia a un livello personale che su un piano più ampio". Secondo Waters, "ci sarà bisogno di un risveglio contro queste politiche di estrema destra. La musica è uno spazio nel quale è legittimo esprimere pensieri di protesta, è un diritto e un dovere dei musicisti farlo".
Waters ha già contestato Trump durante i suoi ultimi concerti, nei quali al maiale volante erano attaccate le parole "Fuck Trump and His Wall" e immagini del presidente americano con membri del Ku Klux Klan. Intanto, sia Waters che un altro membro dei Pink Floyd, Nick Mason, si sono mostrati aperti a un ritorno della band sul palco di Glastonbury.
(Fonte della notizia = 105.net)