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Paul Stanley: notizie e video della prima data con i Soul Station

 


Paul Stanley e i Soul Station: il debutto al Roxy Theater di West Hollywood

Paul Stanley non ha mai nascosto la sua passione per il rock & blues  e il sound di Philadelphia.

Tempo fa l'artista si era così espresso:
"Prima di vedere i Led Zeppelin, avevo visto Otis Redding, Solomon Burke e The Temptations. Sono cresciuto tanto con il vero blues, il R & B, la  Motown music e il Philly soul quanto con il  rock britannico".

In meno di un anno ha messo insieme il progetto Soul Station, vero atto d'amore nei confronti della  musica che ha segnato la sua adolescenza.

Nella band, composta da dieci musicisti, figurano,  oltre a Stanley alla voce, un chitarrista, due tastieristi (uno dei quali, Alex Alessandroni aveva già lavorato con Whitney Houston, Christina Aguilera, Pink e  Bobby Brown), un bassista (Sean Hurley, che suona anche con John Mayer), una sezione fiati di tre elementi, un percussionista e un batterista, che - sorpresa! - si rivela essere Eric Singer.

Al gruppo, come vuole la tradizione, si aggiungono tre coristi, Crystal Starr, Ayana Layli e Nelson Beato (in alcuni casi la Starr è anche voce solista).

A 63 anni (di cui 40 passati alla guida dei KISS), Paul Stanley non ha ormai nulla da perdere e non deve dimostrare più niente a nessuno e così finalmente omaggia alcuni dei suoi artisti preferiti.

Questa la scaletta:

“Get Ready” (The Temptations)
“La-La Means I Love You” (The Delfonics)
“Just My Imagination” (The Temptations)
“Ooo Baby Baby” (Smokey Robinson & The Miracles)
“Sideshow” (Blue Magic)
“You Are Everything” (The Stylistics)
“Tracks of My Tears” (Smokey Robinson & The Miracles)
“Let’s Stay Together” (Al Green)
“Betcha by Golly, Wow” (The Stylistics)
“The Way You Do the Things You Do” (The Temptations)
“I Want You Back” (The Jackson 5)
“Who’s That Lady?” (The Isley Brothers)
“O-o-h Child” (The Five Stairsteps)
“This Old Heart of Mine” (The Isley Brothers)
“Could It Be I’m Falling in Love” (The Spinners)

Gli arrangiamenti sono rimasti fedeli ai brani originali (niente assoli metal o sfuriate hard e nessun riferimento alla musica dei Kiss) a dimostrazione di quanto questa musica significhi per Paul Stanley.

All'inizio del concerto al Roxy (11 settembre 2015), il cantante  ha infatti dichiarato:
"C'è stato un tempo, non molto lontano, quando accendendo la radio si potevano ascoltare canzoni scritte da autori veri, cantate da cantanti veri, interpretate da veri musicisti. Queste canzoni dicono molto di noi ... Queste canzoni sono state costruite per durare ... Queste canzoni non sono state scritte con un computer!"

ll progetto andrà avanti e ci saranno altri concerti tra una pausa e l'altra dei vari tour con i Kiss. A breve i Soul Station suoneranno per beneficenza in una scuola frequentata da uno dei figli del musicista.

Qui potete vedere la band all'opera mentre suona
"Could It Be I'm Falling In Love" (The Spinners) durante la serata al Roxy. 

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