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Hot Cherry

Grintosi, professionali e dotati di una ottima presenza scenica, i toscani Hot Cherry propongono un hard rock moderno con venature metal/stoner di grande impatto. Nel 2016 pubblicano il disco di esordio Wrong Turn e poi nel 2021 il sequel Burnout. Ora, dopo lo stop dovuto all'emergenza sanitaria, sono di nuovo in pista per far conoscere la loro musica.


HOT CHERRY

Jacopo "Maska" Mascagni: voce

Nicola "Nik" Capitini: chitarra

Luca Colombi: basso

Stefano "Jaghe" Morandini: batteria

Discografia

- Wrong Turn (2016)

- Burnout (2021)

- A&B - Ciao ragazzi, presentatevi brevemente e raccontateci come avete scelto il vostro nome…

- Jacopo "Maska" Mascagni (voce): Il nome fu scelto per rendere l’idea del genere che avremmo suonato. Un gusto forte, immediato ma unico. Se dovessi descrivere l’anima della band, direi: “dei metallari che ridono e scherzano sia sul palco che nella vita anche quando gli casca il mondo addosso”.

– A&B - La band si è fermata tra il 2009 ed il 2016, cosa è successo in quegli anni?

- Jacopo: TANTE COSE: cambi di formazione, giri di boa belli/brutti nella vita di tutti i membri che hanno suonato e continuano a suonare nel progetto… concerti, feste, storie da ricordare e alcune da dimenticare… insomma, la vita in una band.

– A&B - Quali sono le vostre band di riferimento?

- Jacopo: Molte, sarebbe difficile elencarle tutte. Ognuno di noi ha le sue preferite, che in un modo o nell’altro, anche indirettamente, hanno indirizzato i nostri percorsi musicali verso un tipo di sound che poi negli anni abbiamo cercato di personalizzare e rendere nostro. Nel nostro gruppo ognuno di noi ha le sue band preferite dalle quali ha preso ispirazione per cominciare e portare avanti il proprio orecchio e stile negli anni.

– A&B - La Toscana sin dagli anni ’80 è sempre stata patria di un sano e robusto metal (Strana Officina, Sabotage, Dark Quarterer, Eldritch, Labyrinth, solo per fare qualche nome…), come vedete la scena attuale?

- Jacopo: C’è molta voglia di suonare, di ripartire, di emergere da un torpore (in atto da prima della pandemia) che ha dato una bella mazzata non solo alla musica metal… ma anche tutta la scena musicale italiana. Non ci sbilanciamo per scaramanzia, vedendo i tempi che corrono.

– A&B - Con quali altri gruppi della zona siete in contatto?

- Jacopo: In un modo o nell’altro tutti i gruppi di zona sanno chi siamo e noi sappiamo chi sono. Se c’è da organizzare qualcosa siamo i primi a tendere la mano per organizzare eventi dove a fine serata tutti scendono dal palco col sorriso ma soprattutto soddisfatti.

– A&B - Il titolo del vostro album più recente è Burnout, come va interpretato quel termine?

- Jacopo: Il titolo del disco gioca su due significati associati alla stessa parola: in ambito automobilistico rappresenta una manovra atta a scaldare le gomme ad inizio gara per avere più aderenza sul terreno durante la corsa. In ambito psicologico rappresenta invece quella patologia derivata da un forte stress dovuto in particolar modo ad un aumento delle richieste lavorative eccessive, creando in questo modo un calo di interesse ed impegno (ma anche di salute mentale e fisica). Una gara spesso senza regole, contro tutto e tutti dove il traguardo viene ripetutamente spostato rendendo la competizione spietata ed infinita.

– A&B - C’è un filo conduttore tra i brani del disco?

- Jacopo: Come fatto anche nel nostro primo disco, Wrong Turn, abbiamo sviluppato il concetto principale dell’album Burnout attraverso varie piccole storie raccontate nei testi delle canzoni per descrivere 9 punti di vista diversi inerenti all’argomento trattato.

– A&B - Lavorate bene con l’autoproduzione? Pensate prossimamente di affidarvi ad un’etichetta?

- Jacopo: Ci troviamo bene a lavorare con i nostri mezzi, ma non ci precludiamo nessuna strada se dovesse essere valida per la crescita del progetto.

– A&B - Il disco è stato registrato ai Redwall Recording Studio di Rosignano (Li), praticamente a due passi da casa vostra, quanto è durato il periodo di incisione e come vi siete trovati?

- Jacopo: Il "Redwall" è un buon posto dove registrare se volete sentirvi a casa vostra e cercare la professionalità di un musicista come Nik Capitini [anche chitarrista della band – N.d.R.], che si perde nel cercare di rendere al meglio il sound che cercate di imprimere nelle vostre produzioni. Riguardo alle tempistiche delle incisioni, un tempo decisamente ottimale.

– A&B - Vi state organizzando per promuovere al meglio “Burnout” (dopo quasi due anni di stop), oppure siete già al lavoro su un nuovo disco di inediti?

- Jacopo: Stiamo continuando a promuovere Burnout e stiamo componendo un nuovo disco… in più abbiamo due cover riadattate alla nostra maniera che non vediamo l’ora di farvi sentire (una l’abbiamo eseguita live e abbiamo visto che è piaciuta… chi c’era lo sa) [si tratta di “Wonderwall” degli Oasis – N.d.R.].

Hot Cherry: da sin a dx: Jacopo Mascagni (vc), Luca Colombi (bs), Stefano Morandini (dr) e Nik Capitini (gt). (Foto di Davide Cancila).

– A&B - Siete stati selezionati per suonare alla XII edizione del Rock Metal Fest di Pulsano (Ta). Come siete venuti a conoscenza dell’evento e del relativo bando di partecipazione?

- Jacopo: Attraverso una sponsorizzazione di facebook.

– A&B - Come è andata la serata del 17 agosto scorso al Rock Metal Fest?

- Jacopo: È stata super. Pubblico reattivo, band toste con cui abbiamo avuto il piacere di condividere il palco, foto e autografi. Da incorniciare.

– A&B - Vi ringraziamo per la disponibilità e vi lasciamo lo spazio per un messaggio ai vostri fans e ai lettori di “Artists & Bands”.

- Jacopo: Grazie per l’intervista, grazie per averci dato quest’opportunità e ai nostri nuovi fan posso solo dire GRAZIE DI AVER FATTO CASINO INSIEME A NOI!

Hot Cherry al Rock Metal Fest 2022, da sin a dx: Nik Capitini, Stefano Morandini, Luca Colombi e Jacopo Mascagni,

con la band (prima a sinistra) la vicepresidente della Rock Metal Events: Maria Cristina Tomai Pitinca. (Foto di "Eric" G. Laterza).

 

 

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